Pagina:Campana - Il più lungo giorno, manoscritto, 1913.djvu/64: differenze tra le versioni
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sorgere e collocarsi luminosa su quel mistero: alzando gli occhi alla rupe a picco altissima che si intagliava in un semicerchio dentato contro il violetto crepuscolare, arco solitario e magnifico teso in forza di cantastrofe sotto gli ammucchiamenti inquieti di rocce all'agguato dell'infinito, io non ero non ero rapito di trovare nel cielo luci ancora luci: e mentre il tempo fuggiva invano per me: un canto: le lunghe onde di un triplice coro, salienti a lanci la roccia trattenute ai confini dorati della notte dall'eco che nel seno |
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sorgere e collocarsi luminose su |
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quel mistero: alzando gli |
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occhi alla rupe a picco altissima |
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violetto crepuscolare, arco solitario |
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e magnifico teso in forza di |
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cantastrofe sotto gli ammucchiamenti |
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all'agguato dell'infinito, io |
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non ero non ero rapito di trovare |
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