Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/62: differenze tra le versioni

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Quella notte Lara non dormì; la febbre le ardeva il sangue, tutto intorno mille voci voluttuose susurravano le parole caro che Nunzio le aveva detto, e nel fruscio arcano, fra il profumo ardente di quelle frasi d’amore l’anima sentimentale della fanciulla andava trasformandosi lentamente, lentamente, da larva in farfalla, da bocciolo in rosa.


I nervi di Lara rimasero tutta Ja notte in sussulto; la testa gravava sul guanciale come di piombo, anzi nell’incubo della febbre sembrava a Lara che la sua testa fosse uno scoglio flagellato dalle onde; i grandi occhi spalancati nell’oscurità della camera silenziosa vedevano arrivare da lontano le onde bianche verdastre, le onde che danzavano intorno alla barca mentre Nunzio le diceva: «t’amo! » e avvicinarsi rapide, tremule, corruscanti al raggio della luna... Si avvicinavano, si avvicinavano, erano !.... Lara chiudeva gli occhi. Le onde le bagnavano tutta la testa, che non poteva muovere; lei lo sentiva, sentiva il loro mormorio prolungato, il susurrio strano che si confondeva con le altre voci della notte per dirle tante belle cose, e pensava confusamente a’ suoi sogni passati, immersa in un torpore profondo, tiepido, vellutato.
cano, fra il profumo ardente di quelle frasi d’amore l’anima sentimentale della fanciulla andava trasformandosi lentamente, lentamente, da larva in farfalla, da bocciolo in rosa.


Un sussulto balzante, inquieto, passava ratto ratto sotto la pelle bianca e rorida di sudore delle sue braccia abbandonate sul lenzuolo ardente, ma Lara non sentiva ciò mentre sentiva tante altre cose immaginarie, e ciò solo indicava la sua veglia. Una volta si addormentò o sognò di trovarsi sulla spiaggia: era notte, ma il sole dardeggiava lo stesso un calore intenso, canicolare, attraverso le tenebre. Lara non vedeva, non poteva muoversi, sudava, assetata e morente di caldo: cercava levarsi le vesti che la soffocavano, ma non poteva alzare le braccia.
I nervi di Lara rimasero tutta Ja notte in sussulto; la testa gravava sul guanciale come di piombo, anzi nell’incubo della febbre sembrava a Lara che la sua testa fosse uno scoglio flagellato dalle onde; i grandi occlri spalancati nell’oscurità della camera silenziosa vedevano arrivare da lontano lo ondo bianchci verdastre, le onde clic danzavano intorno alla barca mentre Nunzio le diceva: «t’amo! » e avvicinarsi rapide, tremule, cori uscenti al raggio della luna... Si avvicinavano, si avvicinavano, erano li!.... Lara chiudeva gli occhi. Le onde le bagnavano tutta la testa, che non poteva muovere; lei lo sentiva, sentiva 11 loro mormorio prolungato, 11 susurrlo strano che si confondeva con le altre voci della notte per dirle tante belle core, e pensava confusamente a’ sud sogni passati, immersa in un torpore profondo, tiepido, vellutato.


Ad un tratto si accorse che Nunzio le stava accanto, e che era il suo sguardo che produceva quello strano caldo intorno a lei: tanto caldo, che le sembrò di tramutarsi in una statua di carbone. Si svegliò rantolando; rise quasi forte del suo sogno e a poco a poco ripiombò nel sopore e nlele visioni velate e vaghe di prima.
Un sussulto balzante, inquieto, passava ratto ratto sotto la pdle bianca e rorida di sudore dulie sue braccia abbandonate sul lenzuolo ardente, ma Lara non sentiva ciò méntre sentiva tante oltre cose immaginarie, e solo indicava la sua veglia, lina volta si addormentò o sognò di trovarsi sulla spiaggia: era notte, ma il sole dardeggiava lo stesso un calore intenso, canicolare, attra verso ie tenebre. Lara non vedeva, non poteva muoversi, sudava, assetata c morente di caldo: cercava levarsi lo vesti che la soffocavano, ma non poteva alzare le braccia.

Ad un tratto si accorse che Nunzio le stav i accanto, e che era il suo sguardo che produceva quello strano caldo intorno a lei: tanto caldo, che le sembrò di tramutarsi in una statua di carbone. Si svegliò rantolando; rise quasi forte dol suo sogno e a poco a poco ripiombò nel sopore e ndle visioni velate e vaghe di prima.