Pagina:Doyle - Le avventure di Sherlock Holmes.djvu/124: differenze tra le versioni
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andò nella China |
— Come mio fratello! esclamò Arnaldo; anch’egli andò nella China; ritornerà fra breve e, senza dubbio, ci porterà altrettante meraviglie <li la^iu. |
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bio, ci porterà altrettante meraviglie <li la^iu. |
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In quel momento sopravvenne Elisa, tutta uri |
In quel momento sopravvenne Elisa, tutta uri annata; le occorrevano delle candele per l’albero di1! Natale. Vedendo Fuomo, ai arrestò. |
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nata ; le occorrevano delle candele per l’albero di1! |
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— E’ un girovago che porta una valigia colma di oggetti tfellissimi, che vengono di molto lontano, dalla China e dal Giappone, le gridò Arnaldo; vieni, vieni a vedere! |
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Natale. Vedendo Fuomo, ai arrestò. |
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— E’ un girovago che porta una valigia colma |
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La giovinetta si avanzò. Quando fu vicina a quell’uomo, egli le parlò sommessamente. Essa vacillò, frenò ungrido, ed ebbe la forza di dire ai fanciulli |
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di oggetti tfellissimi, che vengono di molto lontano, |
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dalla China e dal Giappone, le gridò Arnaldo; vieni, |
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vieni a vedere ! |
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La giovinetta si avanzò. Quando fu vicina a quel¬ |
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l'uomo, egli le parlò sommessamente. Essa vacillò, |
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frenò ungrido, ed ebbe la forza di dire ai fan¬ |
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ciulli : |
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— Dolce Gesù! è mai possibileV Ma la fanciulla si posò un dito sulle labbra por imporle silenzio; poi fra lei e lo straniero segui mi conciliabolo sottovoce. |
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mestica, che congiunse le mani esclamando: |
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Però il momento d’illuminare l‘all<ero si avvici nava. Arnaldo e la sorellina, di più in più agitati dalla febbre dell’attesa, correvano qua e là nella casa, indi si arrostavano alla porta del salotto origliando, guardando dalla serratura, nella speranza d’intravvedere qualche cosa degli splendori promessi. |
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— Dolce Gesù! è mai possibileV |
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Ma la fanciulla si posò un dito sulle labbra por |
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Elisa vi si era rinchiusa per accendere le candele. Il dottore e la moglie vennero alla loi volta, nel corridoio, ove a bella posta era stata soppressa l’illuminazione; attendevano coi loro due tiglioletti che la porta si aprisse. |
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imporle silenzio ; poi fra lei e lo straniero segui mi |
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conciliabolo sottovoce. |
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E’ un momento solenne. Nell’oscurità e nel silenzio si creda scorgere delle forme bianche, udire un lieve fremito d’ali, e ai pensa agli angeli che visitano le nostre dimore, e depongouo intorno all’albero i doni del divino Fanciullo... |
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Però il momento d'illuminare l‘all<ero si avvici |
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nava. Arnaldo e la sorellina, di più in più agitati |
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Quella sera il dottore e la sua famiglia ebbero F impressione molto distinta di bisbigli di passi sommessi, tanto che i dno piccini si strinsero contro la madre, tremanti all’idea della presenza di uu ospite invisibile. |
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dalla febbre dell' attesa, correvano qua e là nella |
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casa, indi si arrostavano alla porta del salotto ori¬ |
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gliando, guardando dalla serratura, nella speranza |
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d'intravvedere qualche cosa degli splendori pro¬ |
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messi. Elisa vi si era rinchiusa per accendere le |
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candele. Il dottore e la moglie vennero alla loi |
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volta, nel corridoio, ove a bella posta era stata sop¬ |
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pressa l'illuminazione; attendevano coi loro due ti¬ |
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glioletti che la porta si aprisse. |
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E' un momento solenne. Nell' oscurità e nel si¬ |
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lenzio si creda scorgere delle forme bianche, udire |
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un lieve fremito d'ali, e ai pensa agli angeli che |
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visitano le nostre dimore, e depongouo intorno al¬ |
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l'albero i doni del divino Fanciullo... |
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Quella sera il dottore e la sua famiglia ebbero |
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F impressione molto distinta di bisbigli di passi |
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sommessi, tanto che i dno piccini si strinsero con¬ |
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ospite invisibile. |
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