Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/6: differenze tra le versioni

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<!--6-->all’autorità dell’arcivescovo Turpino, e invoca l’aiuto dei santi e degli angeli. Non è un Canto nel poema del {{AutoreCitato|Luigi Pulci|Pulci}}, che non cominci con una pia invocazione, tolta dall'Ufficio della Chiesa Cattolica. Ma l’{{AutoreCitato|Ludovico Ariosto|Ariosto}}, quantunque professi sempre di ammettere la verità della cronaca di Turpino, nondimeno lasciò da parte quelle vane preghiere.
all’autorità dell’arcivescovo Turpino, e invoca l’aiuto dei santi e degli angeli. Non è un Canto nel poema del {{AutoreCitato|Luigi Pulci|Pulci}}, che non cominci con una pia invocazione, tolta dall'Ufficio della Chiesa Cattolica. Ma l’{{AutoreCitato|Ludovico Ariosto|Ariosto}}, quantunque professi sempre di ammettere la verità della cronaca di Turpino, nondimeno lasciò da parte quelle vane preghiere.


III. I vari modi che l’uomo usa narrando, tutti trovano luogo nella poesia romanzesca: così quelle riflessioni che gli vengono suggerite dalle cose già dette o che gli restano a dire, quell’altre con cui egli s’apre la strada quando ripiglia la narrazione interrotta, le difese de’ propri meriti contra i competitori, l’accomiatarsi di cerimonia lasciando l’udienza e invitandola ad ascoltare nel giorno appresso. E questo metodo specialmente di collegare le parti del poema tra loro è assai caro ai poeti romanzeschi, i quali sempre finiscono il Canto in un distico, di cui, se variano le parole, pur sempre unico è il senso:
III. I vari modi che l’uomo usa narrando, tutti trovano luogo nella poesia romanzesca: così quelle riflessioni che gli vengono suggerite dalle cose già dette o che gli restano a dire, quell’altre con cui egli s’apre la strada quando ripiglia la narrazione interrotta, le difese de’ propri meriti contra i competitori, l’accomiatarsi di cerimonia lasciando l’udienza e invitandola ad ascoltare nel giorno appresso. E questo metodo specialmente di collegare le parti del poema tra loro è assai caro ai poeti romanzeschi, i quali sempre finiscono il Canto in un distico, di cui, se variano le parole, pur sempre unico è il senso: