Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/160: differenze tra le versioni

Astigmatique (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Astigmatique (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 50%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{nop}}

{{Ct|f=0.8em|L=0.1em|v=1|w=0.2em|CAPO VI.}}
{{Ct|f=0.8em|L=0.1em|v=1|w=0.2em|CAPO VI.}}
{{Ct|v=1|''I marmi e le pietre fine e grosse da costruzione.''}}
{{Ct|v=1|''I marmi e le pietre fine e grosse da costruzione.''}}
La sesta ed ultima benchè generale considera della materia comune a tutte l’opere dell’architettore, la quale in quattro particole si può dividere. Nella prima delle pietre, nella seconda delle calcine, nella terza delle arene, nella quarta e ultima dei legni è da determinare, e per ordine dichiarare la natura loro.
La sesta ed ultima benchè generale considera della materia comune a tutte l’opere dell’architettore, la quale in quattro particole si può dividere. Nella prima delle pietre, nella seconda delle calcine, nella terza delle arene, nella quarta e ultima dei legni è da determinare, e per ordine dichiarare la natura loro.


Quanto alla prima è da intendere che dagli antichi sempre è stata celebrata una specie chiamata marmo, della quale più varie ragioni si trova. Una principale famosa è chiamata marmo di Luni, e nell’isola di Paros simile a questa si trova, il quale marmo di Luni volgarmente è detto Carrarese candido (<ref>Veramente ne’ monumenti di Roma poco trovasi usato il carrarese detto bardiglio o di seconda qualità.</ref>), ed ha in se grandissima saldezza; di questa medesima specie si trova nel territorio della città di Siena in un luogo chiamato Cerbaia (<ref>Nella montagnola di Siena, comune di Sovicille. Per questa, come per le altre notizie geografiche e geologiche della provincia di Siena, valgomi specialmente dell’eccellente dizionario, che di quella provincia va pubblicando il sig. E. Repetti.</ref>) e in altri luoghi, cioè a Marmoraia, Rosìa e Gallena, ma questi ultimi benchè sieno di grande continuità, sono però alquanto lividi tendenti al colore ligurgo (<ref>Forse ligustro.</ref>). Un’altra specie di marmo rosso detto Numidico di maggiore durezza de’ sopradetti e di grandissima saldezza e quasi di simile specie si trova nel sopradetto territorio in luogo chiamato Girifalgo (<ref>Ora Gerfalco: intende delle Cornate di Gerfalco nella maremma di Massa. Questa pietra è una calcarea ammonitica di color rossiccio, quindi non può corrispondere al marmor numidicum, il quale benchè chiazzato e sparso di rosso, ha però fondo giallo; d’onde il nome volgare di giallo antico.</ref>), di gran saldezza, ma molto più tenero e trattabile, con macchie dove più chiare e dove più oscure. Altra è chiamata marmo Locullo, delta da Luzio Locullo primo conduttore di quello alla città di Roma (<ref name=p140>Plinio (XXXVI. 8), dice atro il marmo luculleo; il Garofoli (De marmoribus pag. 15),</ref>); nasce appresso al Nilo, ed è nero. Di simile {{Pt|ra-|}}
Quanto alla prima è da intendere che dagli antichi sempre è stata celebrata una specie chiamata marmo, della quale più varie ragioni si trova. Una principale famosa è chiamata marmo di Luni, e nell’isola di Paros simile a questa si trova, il quale marmo di Luni volgarmente è detto Carrarese candido (<ref>Veramente ne’ monumenti di Roma poco trovasi usato il carrarese detto bardiglio o di seconda qualità.</ref>), ed ha in se grandissima saldezza; di questa medesima specie si trova nel territorio della città di Siena in un luogo chiamato Cerbaia (<ref>Nella montagnola di Siena, comune di Sovicille. Per questa, come per le altre notizie geografiche e geologiche della provincia di Siena, valgomi specialmente dell’eccellente dizionario, che di quella provincia va pubblicando il sig. E. Repetti.</ref>) e in altri luoghi, cioè a Marmoraia, Rosìa e Gallena, ma questi ultimi benchè sieno di grande continuità, sono però alquanto lividi tendenti al colore ligurgo (<ref>Forse ligustro.</ref>). Un’altra specie di marmo rosso detto Numidico di maggiore durezza de’ sopradetti e di grandissima saldezza e quasi di simile specie si trova nel sopradetto territorio in luogo chiamato Girifalgo (<ref>Ora Gerfalco: intende delle Cornate di Gerfalco nella maremma di Massa. Questa pietra è una calcarea ammonitica di color rossiccio, quindi non può corrispondere al ''marmor numidicum'', il quale benchè chiazzato e sparso di rosso, ha però fondo giallo; d’onde il nome volgare di ''giallo antico''.</ref>), di gran saldezza, ma molto più tenero e trattabile, con macchie dove più chiare e dove più oscure. Altra è chiamata marmo Locullo, delta da Luzio Locullo primo conduttore di quello alla città di Roma (<ref name=p140>Plinio (XXXVI. 8), dice atro il marmo luculleo; il Garofoli (''De marmoribus'' pag. 15),</ref>); nasce appresso al Nilo, ed è nero. Di simile {{Pt|ra-|}}