Pagina:Zibaldone di pensieri V.djvu/118: differenze tra le versioni

Cinzia sozi (discussione | contributi)
 
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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|2976}}--><noinclude>vazione </noinclude>che i poemi d’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, massime l’Iliade, avuto rispetto alla qualità della lingua greca, la quale in un dato numero di parole o di versi dice molto piú che le lingue moderne naturalmente e ordinariamente non dicono, i poemi d’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, ripeto, sono i piú lunghi di tutti i poemi epici conosciuti nelle letterature europee. Paragonati all’''{{TestoCitato|Eneide}}'', ch’é poema scritto nella lingua piú di tutte vicina alla detta facoltà della lingua greca, oltre ch’essi sono composti di ventiquattro libri ciascuno, laddove l’Eneide di soli dodici, si trova che avendo l’''Eneide'' 9896 versi, l’''{{TestoCitato|Odissea}}'' n’ha 12096, e l’''{{TestoCitato|Iliade}}'' 15703, il qual computo l’ho fatto io medesimo. Notisi che i versi di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} sono della stessa misura che quelli di {{AutoreCitato|Omero|Omero}}. Questo parallelo cosí esatto non si potrebbe fare coi poemi scritti nelle lingue moderne, sí per la differente misura <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|2977}} de’ versi e quantità delle sillabe che questi contengono, sí molto maggiormente perché le lingue moderne hanno bisogno d’assai piú parole che non la lingua greca e latina per significare una stessa cosa. Onde quando anche v’avesse qualche poema epico moderno che di parole eccedesse quelli d’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, credo però che tutti debbano consentire che nel numero, per cosí dire, o nella quantità delle cose niuno ve n’ha che non sia notabilmente minore di questi, o certo dell’uno d’essi, cioè dell’''Iliade''.
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|2976}}-->{{Pt|vazione |l’osservazione }}che i poemi d’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}, massime l’{{TestoCitato|Iliade}}, avuto rispetto alla qualità della lingua greca, la quale in un dato numero di parole o di versi dice molto piú che le lingue moderne naturalmente e ordinariamente non dicono, i poemi d’Omero, ripeto, sono i piú lunghi di tutti i poemi epici conosciuti nelle letterature europee. Paragonati all’''{{TestoCitato|Eneide}}'', ch’é poema scritto nella lingua piú di tutte vicina alla detta facoltà della lingua greca, oltre ch’essi sono composti di ventiquattro libri ciascuno, laddove l’''Eneide'' di soli dodici, si trova che avendo l’''Eneide'' 9896 versi, l’''{{TestoCitato|Odissea}}'' n’ha 12096, e l’''Iliade'' 15703, il qual computo l’ho fatto io medesimo. Notisi che i versi di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} sono della stessa misura che quelli di Omero. Questo parallelo cosí esatto non si potrebbe fare coi poemi scritti nelle lingue moderne, sí per la differente misura <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|2977}} de’ versi e quantità delle sillabe che questi contengono, sí molto maggiormente perché le lingue moderne hanno bisogno d’assai piú parole che non la lingua greca e latina per significare una stessa cosa. Onde quando anche v’avesse qualche poema epico moderno che di parole eccedesse quelli d’Omero, credo però che tutti debbano consentire che nel numero, per cosí dire, o nella quantità delle cose niuno ve n’ha che non sia notabilmente minore di questi, o certo dell’uno d’essi, cioè dell’''Iliade''.


Ora ella è pur cosa mirabile ad osservare che lo spirito e la vena di {{AutoreCitato|Omero|Omero}}, l’uno tanto vivido gagliardo e fervido e l’altra cosí ricca e feconda in ciascheduna parte, abbiano potuto reggere, lascio stare in due poemi, ma in un poema medesimo, per cosí lungo tratto. Perciocché tutti gli altri poeti epici, avendo tolto qual piú qual meno, quale direttamente e quale indirettamente, qual piú visibilmente e qual piú copertamente da lui, e successivamente gli uni dagli altri di mano in mano, si vede tuttavia che non hanno <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|2978}} potuto reggere a un corso cosí<section end=3 />
Ora ella è pur cosa mirabile ad osservare che lo spirito e la vena di Omero, l’uno tanto vivido, gagliardo e fervido e l’altra cosí ricca e feconda in ciascheduna parte, abbiano potuto reggere, lascio stare in due poemi, ma in un poema medesimo, per cosí lungo tratto. Perciocché tutti gli altri poeti epici, avendo tolto, qual piú qual meno, quale direttamente e quale indirettamente, qual piú visibilmente e qual piú copertamente da lui, e successivamente gli uni dagli altri di mano in mano, si vede tuttavia che non hanno <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|2978}} potuto reggere a un corso cosí<section end="3" />