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e di rigogliosa energia. A lei lo scorazzare per campi e pendici, a me gli studj del chiostro continui e pesanti. Io, tutto a vivere nell’intimo del cuore, dedito anima e corpo alla più intensa alla più macerante meditazione; ed essa errare spensierata per le vie, senza un sorriso all’esuberante giocondità del mattino, senza, un poetico sospiro al solenne e mistico silenzio della sera.
e di rigogliosa energia. A lei lo «corazzare per

campi e pendici, a ine gli studj del chiostro con¬
Berenice! — Io invoco il tuo nome, Berenice, è dalla stanca memoria si svegliano tuttavia mille ricordi tumultuosi del nostro passato! — Oh, la di lei immagine è ancor lì lì vivente innanzi di me, come a’ giorni sereni della sua gioia e’ della’ sua felicità! O beltà magnifica e fantastica ad una! O silfide, errante nei cari boschetti di Arnheim! O najade, tra rivi di argento! — Ed ora? ora tutto è mistero e terrore profondo, è una storia che sdegna di aprir le sue pagine. Un male, un fatal male l’avvinghiò nelle sue spire e — a guisa del vento del deserto — l’abbattè: quale spettacolo! durante il tempo stesso ch’io la stava osservando, lo ''spirito di trasformazione'' passava su di lei e la tramutava, compenetrando il suo spirito, le sue abitudini, il suo carattere — e, sottile sottile, terribile terribile, turbando persino la stessa sua identità! Ahimè! il distruttore invisibile veniva e se ne andava — a guisa di ladro; ma la vittima, la vera Berenice ch’era ella mai divenuta? In verità non la conosceva più omai, — io non la riconosceva più, almeno come Berenice.
tinui e pesanti. Io, tutto a vivere nell’intimo del

' cuore, dedito anima e corpo alla più intensa^ alla
Tra le numerose serie di mali venuti dietro a questo primo e fatale assalto, il quale operò una sì orribile rivoluzione nell’essere fisico-morale di mia cugina, è importante il rilevare come il più
più macerante meditazione; ed essa ^ errare spen¬
sierata per le vie, senza un sorriso alltesube-
rante giocondità del mattino, senza,un poetieo so¬
spiro al solenne e mistico silenzio della sera. «
Berenice ! — Io invoco il tuo nome, Berenice, è
dalla stanca memoria si svegliano tuttavia mille
ricordi tumultuosi del nostro passato! — Oh, la
di lei immagine è ancor lì lì vivente innanzi di
me, come a’giorni sereni della sua gioia e' della
' sua felicità ! 0 beltà magnifica e fantastica ad una!
0 silfide, errante nei cari boschetti di Arnheim!
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è mistero e terrore profondo', è una storia che
sdegna di aprir le sue pagine. Ihr male,/un fatai
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ventò del deserto — l’abbattè: quale spettacolo!
durante il tempo stesso ch’ io la stava-osservando,
lo spirito di tmsforfnazione passava su di lei e la
tramutava, compenetrando il suo spirito, le sue
abitudini, il. suo'carattere — e, sottile sottile, ter¬
ribile terribile, turbando persino la stessa sua iden¬
tità! Ahimè! il distruttore invisibile veniva e se ne
andava — a guisa di ladro; ma la vittima, la vera
Berenice ch’era ella mai divenuta? In verità non
la conosceva più ornai, — io non la riconosceva
più, almeno'come Berenice. - .
Tra le numerose serie di mali venuti/dietro a
traeste prirrio e fatale assalto, il quale operò una
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mia cugina, è importante^ il rilevare come il più
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