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gentildonne vanno, perché se è alcuna festa de le grandi, egli vuole che a buon’ora io me ne vada a udir la prima messa a la nostra parrocchia, con questa mutola e con la guardia di quel ribaldo del fante, e subito come è finita, ch’io me ne torni a casa. Il perché io mi son deliberata di cangiar anch’io il mio consueto vivere, e se egli quello di casa risparmia, di quello di fuori provedermi. Sallo Iddio, che mal volentieri a questo mi metto; ma il bisogno mi stringe, e la necessitá non ha legge. Io non passo ancora venti tre anni, e sono pur tenuta bella, e a me pare di poter comparir fra l’altre, se il mio buon specchio non m’inganna. Se io ora non mi prendo qualche piacere, quando il prenderò poi? Aspetterò che queste mie bellezze dal tempo o da qualche infermitá siano guaste, e che i miei biondi capelli diventino d’ariento, e le carni morbide ed alabastrine s’increspino, e poi non ritrovi alcuno che mi voglia? Grandissima dapocaggine sarebbe la mia, se io non facessi quello che molte fanno. E quante ce ne sono che, dai loro mariti ben trattate, hanno nondimeno qualche segreto amatore? Non piaccia adunque a Dio che io senza goder la mia giovanezza divenga vecchia. Io sono di carne e d’ossa come tutte l’altre. Se Angravalle voleva in questi digiuni tenermi, non deveva al principio avezzarmi a così frequenti cibi, e di sé farmi tanta copia se non vi si voleva mantenere. Non sa che cosa sia il male chi non ha provato il bene. Si che, mettami pur questo stitico quelle guardie che vuole ed usi quante arti egli sa, che io deliberata sono di trattarlo come merita e quello dargli che va cercando. E perché sommamente di Niceno si fida, io vorrei che egli quello fosse che ai miei bisogni soccorresse, e supplisse a quello in che il suo amico manca. Io, tra molti i quali ho veduto e considerato, ho fatta di lui elezione, parendomi vertuoso e giovine molto costumato e che non anderá divolgando i casi nostri, ma del mio onore quella cura averá che si conviene. Che in effetto io non vorrei giá venir a le mani di qualche sgherro che mi straziasse e mi facesse donna di volgo divenire, di modo che tutto il di fossi mostrata a dito. Ora di Niceno a me pare ch’io ogni bene aspettar possa. V’è solamente una difficultá,
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PARTE PRIMA
gentildonne vanno, perché se è alcuna festa de le grandi, egli
vuole che a buon’ora io me ne vada a udir la prima messa a
la nostra parrocchia, con questa mutola e con la guardia di quel
ribaldo del fante, e subito come è finita, ch’io me ne torni a
casa. Il perché io mi son deliberata di cangiar anch’io il mio
consueto vivere, e se egli quello di casa risparmia, di quello di
fuori provedermi. Sallo Iddio, che mal volentieri a questo mi
metto; ma il bisogno mi stringe, e la necessità non ha legge. Io
non passo ancora venti tre anni, e sono pur tenuta bella, e a
me pare di poter comparir fra l'altre, se il mio buon specchio
non m’inganna. Se io ora non mi prendo qualche piacere, quando
il prenderò poi? Aspetterò che queste mie bellezze dal tempo o
da qualche infermità siano guaste, e che i miei biondi capelli
diventino d’ariento, e le carni morbide ed alabastrine s’incre¬
spino, e poi non ritrovi alcuno che mi voglia? Grandissima
dapocaggine sarebbe la mia, se io non facessi quello che molte
fanno. E quante ce ne sono che, dai loro mariti ben trattate,
hanno nondimeno qualche segreto amatore? Non piaccia adun¬
que a Dio che io senza goder la mia giovanezza divenga vec¬
chia. Io sono di carne e d’ossa come tutte l’altre. Se Angra¬
valle voleva in questi digiuni tenermi, non deveva al principio
avezzarmi a cosi frequenti cibi, e di sé farmi tanta copia se non
vi si voleva mantenere. Non sa che cosa sia il male chi non
ha provato il bene. Si che, mettami pur questo stitico quelle
guardie che vuole ed usi quante arti egli sa, che io deliberata
sono di trattarlo come merita e quello dargli che va cercando.
E perché sommamente di Niceno si fida, io vorrei che egli
quello fosse che ai miei bisogni soccorresse, e supplisse a quello
in che il suo amico manca. Io, tra molti i quali ho veduto e con¬
siderato, ho fatta di lui elezione, parendomi vertuoso e giovine
molto costumato e che non anderà divolgando i casi nostri,
ma del mio onore quella cura averà che si conviene. Che in
effetto io non vorrei già venir a le mani di qualche sgherro
che mi straziasse e mi facesse donna di volgo divenire, di modo
che tutto il di fossi mostrata a dito. Ora di Niceno a me pare
ch'io ogni bene aspettar possa. V'è solamente una diffìcultà,