Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/161: differenze tra le versioni

{{RigaIntestazione|150|''Il sofista.''|}}

non vediate in ciò più acutamente e noi più debolmente.

{{annotazione a lato|233}}{{Sc|Teet.}} Cosa vuoi dire? e a che proposito? Perocchè non capisco ciò che ora mi domandi.

{{Sc|For.}} 〈Ti domando〉 se è possibile che un uomo sappia tutto.

{{Sc|Teet.}} Una razza ben fortunata, o forestiero, sarebbe allora la nostra.

{{Sc|For.}} E come potrebbe dunque, contro chi sappia, uno che sia ignorante disputare senza dir cose insensate?

{{Sc|Teet.}} In nessun modo.

{{Sc|For.}} E che cosa allora potrebbe esser mai questo miracolo della potenza sofistica?

{{Sc|Teet.}} Miracolo di che?

{{annotazione a lato|B}}{{Sc|For.}} In che modo riescano a predispor nei giovani l’opinione che son loro su tutto i più sapienti di tutti. Perocchè è chiaro che se nè disputassero rettamente, nè paressero a costoro 〈ciò fare〉, o pur parendo non guadagnassero punto per il loro discutere maggior opinione di esperti in cosa alcuna<ref>La stessa osservazione in {{TestoAssente|''Theaet.''}} p. 179 A.</ref>, come dicevi tu, dovrebbero aspettare un bel pezzo che altri volesse dar loro denari per farsi loro scolaro di codeste cose.

{{Sc|Teet.}} Un bel pezzo davvero.

{{Sc|For.}} Ma ora invece vogliono?

{{Sc|Teet.}} E come!

{{annotazione a lato|C}}{{Sc|For.}} Perchè, credo, essi hanno l’apparenza di intendersi appunto di ciò su cui disputano.

{{Sc|Teet.}} E come no?

{{ruleLeft|5em}}