Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/149: differenze tra le versioni

{{Sc|For.}} L’ingannarsi infatti non è altro se non un’aberrazione dell'anima che tende alla verità,{{Annotazione a lato|D}} per effetto d’una traviazione del giudizio.

{{Sc|For.}} L’altra poi la dicono inintelligenza, ma che sia malizia, se è da sola<ref>κακίαν δέ αύτό έν ψυχή μόνον γιγνόμενον ούκ έθέλουσιν όμολλογείν. Non si capisce come quel μόνον abbia dato tanta noia agli interpreti: benissimo l’{{Sc|Heindorf}}: “quando in animo hoc solum exstat„, cioè l’ignoranza sola.</ref> nell'anima, non vogliono ammetterlo.

{{Annotazione a lato|E}} {{Sc|Teet.}} Bisogna proprio che io ti consenta, ciò di che appunto dubitavo testè mentre tu parlavi, che due sono le specie dei mali dell’anima, e che la viltà, la sfrenatezza l’ingiustizia sono da considerarsi tutte in noi come morbo, e che il caso dell’inintelligenza in ogni sua diversa manifestazione<ref>La κακία dunque si divide in πονηρία e ᾰγνοια più inintelligenza che ignoranza: ignoranza di ciò che<includeonly> si dovrebbe sapere), e come la prima si manifesta in viltà, sfrenatezza ecc. cosi anche la seconda ha altre sottospecie.</includeonly></ref> è da ritenersi una deformità.