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OS AMICO ¡lori ci fossi stato nemmeno. Ma capii che conti¬ nuava, per conto suo, a pensare quel elle mi aveva detto. E pure egli mi piaceva quando faceva a quel modo ! Egli lo capiva e si lasciava ammirare, sor¬ ridendone: come di un’abilità clic io non avevo. - Ora, vattene. Devo lavorare Siul serio. Io lo salutai, ed uscii. Dopo due giorni, incontrandolo in strada, lo volevo fermare; ma egli tirò di lungo. Per due meSfi o più, fece di lutto perchè non ci parlassimo. Io stavo per adirarmi da vero e per inimicarmi, quando, una volta, mi rag¬ giunse e si mise, camminandomi al fianco, a parlarmi con un desiderio di ricscirmi grato che m’imbarazzò. Parlammo di musica e di pit¬ tura,, come ci era possibile. Egli mi dette sem¬ pre ragione e promise perfino che avrebbe ri¬ portato a certi suoi amici, ai quali io non ave¬ vo mai parlato, quel che avevo detto. Questa cosa mi colmò di gioia e forse anche d’orgoglio; ma orgoglio non ne avevo, e lo avversavo quan¬ do lo scoprivo negli altri. Lasciandomi,, per an¬ dare a casa, mi chiese: — Sei amico nuche a me come agli altri? Io l'