Pagina:Svevo - La coscienza di Zeno, Milano 1930.djvu/508: differenze tra le versioni

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fare col rosso luminoso, ma pallido nel cielo. Guardai, accarrezzai quel colore fabbricato da me. La grande sorpresa la ebbi quando una volta aperti gli occhi, vidi quel rosso fiammeggiante invadere lutto il cielo e coprire anche il verde smeraldo che per lungo tempo non ritrovai più. Ma io, dunque, avevo scoperto il modo di tingere la natura! Naturalmente l’esperimento fu da me ripetuto più volte. Il bello si è che v’era anche del movimento in quella colorazione. Quando riaprivo gli occhi, il cielo non accettava subito il colore della mia retina. V’era anzi un istante di esitazione nel quale arrivavo ancora a rivedere il verde smeraldo che aveva figliato quel rosso da cui sarebbe stato distrutto. Questo sorgeva dal fondo, inaspettato e si dilatava come un incendio spaventoso.
fare col rosso luminoso, ma pallido nel cielo. Guardai, accarrezzai quel colore fabbricato da me. La grande sorpresa la ebbi quando una volta aperti gli occhi, vidi quel rosso fiammeggiante invadere lutto il cielo e coprire anche il verde smeraldo che per lungo tempo non ritrovai più. Ma io, dunque, avevo scoperto il modo di tingere la natura! Naturalmente l’esperimento fu da me ripetuto più volte. Il bello si è che v’era anche del movimento in quella colorazione. Quando riaprivo gli occhi, il cielo non accettava subito il colore della mia retina. V’era anzi un istante di esitazione nel quale arrivavo ancora a rivedere il verde smeraldo che aveva figliato quel rosso da cui sarebbe stato distrutto. Questo sorgeva dal fondo, inaspettato e si dilatava come un incendio spaventoso.


Quando fui sicuro dell’esattezza della mia osservazione, la portai al dottore nella speranza di ravvivare con essa le nostre noiose sedute. Il dottore mi saldò dicendomi che io avevo la retina più sensibile causa la nicotina. Quasi mi sarei lasciato scappar detto che in allora anche le immagini, che noi avevamo attribuite a riproduzioni di avvenimenti della mia gioventù, potevano invece esser derivate dall’effetto dello stesso veleno. Ma cosi gli avrei rivelato che non ero guarito ed egli avrebbe cercato d’indurmi a ricominciare la cura da capo.
Quando fui sicuro dell’esattezza della mia osservazione, la portai al dottore nella speranza di ravvivare con essa le nostre noiose sedute. Il dottore mi saldò dicendomi che io avevo la retina più sensibile causa la nicotina. Quasi mi sarei lasciato scappar detto che in allora anche le immagini, che noi avevamo attribuite a riproduzioni di avvenimenti della mia gioventù, potevano invece esser derivate dall’effetto dello stesso veleno. Ma così gli avrei rivelato che non ero guarito ed egli avrebbe cercato d’indurmi a ricominciare la cura da capo.


Eppure quel bestione non sempre mi credette tanto avvelenato. Ciò viene provato anche dalla rieducazione ch’egli tentò per guarirmi da quella ch’egli diceva la mia malattia del fumo. Ecco le sue parole: il fumo non mi faceva male e quando mi fossi convinto ch’era innocuo sarebbe stato veramente tale. Eppoi continuava:
Eppure quel bestione non sempre mi credette tanto avvelenato. Ciò viene provato anche dalla rieducazione ch’egli tentò per guarirmi da quella ch’egli diceva la mia malattia del fumo. Ecco le sue parole: il fumo non mi faceva male e quando mi fossi convinto ch’era innocuo sarebbe stato veramente tale. Eppoi continuava: