Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/52: differenze tra le versioni

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trovarono, considerando come l’indole naturale dell’uomo è desiderosa di cognizioni, e come di queste suol essere cominciamento l’amor delle favole. Di qui dunque i fanciulli s’avvezzano primamente a prestare udienza ed a conversare. E n’è cagione l’essere le favole quasi un nuovo linguaggio, che non dice le cose che loro stanno dinanzi, ma tutt’altre e diverse: ciò poi che è nuovo ed ignoto diletta, e fa l’uomo avido di sapere: e quando vi s’aggiungono anche il maraviglioso e i portenti, diviene più intenso il piacere, ch’è un fascino onde siamo invogliati all’imparare. Da principio pertanto è necessario valersi di cotal esca; affinchè, cresciuta l’età, si possano guidare i giovani alla cognizione delle cose reali, quando l’intelligenza è già invigorita e non ha più bisogno di allettamenti. Ogni idiota poi, ogni uomo privo di educazione è in qualche modo fanciullo; e però ama le favole: e le amano anche quelli che sono mezzanamente istrutti; perocchè non essendo gran fatto valenti nel raziocinio prevale tuttavia appo loro l’abitudine della fanciullezza. Come poi il portentoso può essere non solamente piacevole, ma sì anche terribile, così serve all’uno ed all’altro fine pei fanciulli non meno che per gli uomini in età. Perocchè ai fanciulli poniamo innanzi le favole piacevoli affinchè servano loro di eccitamento al bene, e le terribili per rimoverli dal male, come sono le favole della Lamia, della Gorgone, di Efialte, e di Mormolice<ref>Lamia significa un mostro colla testa di donna, del quale dicevasi che divorava i fanciulli. - La Gorgone era una donna anguicrinita, che uccideva col solo aspetto convertendo in pietra chiunque la riguardava. - Efialte è il nome di uno di que’ giganti, i quali tentarono di cacciar Giove dal trono: e questo nome vale quanto l’Incubo dei Latini. - I Mormolici finalmente erano i mani, le larve, gli spettri con cui si spaventavano i fanciulli.</ref>. Questo medesimo accade
trovarono, considerando come l’indole naturale dell’uomo è desiderosa di cognizioni, e come di queste suol essere cominciamento l’amor delle favole. Di qui dunque i fanciulli s’avvezzano primamente a prestare udienza ed a conversare. E n’è cagione l’essere le favole quasi un nuovo linguaggio, che non dice le cose che loro stanno dinanzi, ma tutt’altre e diverse: ciò poi che è nuovo ed ignoto diletta, e fa l’uomo avido di sapere: e quando vi s’aggiungono anche il maraviglioso e i portenti, diviene più intenso il piacere, ch’è un fascino onde siamo invogliati all’imparare. Da principio pertanto è necessario valersi di cotal esca; affinchè, cresciuta l’età, si possano guidare i giovani alla cognizione delle cose reali, quando l’intelligenza è già invigorita e non ha più bisogno di allettamenti. Ogni idiota poi, ogni uomo privo di educazione è in qualche modo fanciullo; e però ama le favole: e le amano anche quelli che sono mezzanamente istrutti; perocchè non essendo gran fatto valenti nel raziocinio prevale tuttavia appo loro l’abitudine della fanciullezza. Come poi il portentoso può essere non solamente piacevole, ma sì anche terribile, così serve all’uno ed all’altro fine pei fanciulli non meno che per gli uomini in età. Perocchè ai fanciulli poniamo innanzi le favole piacevoli affinchè servano loro di eccitamento al bene, e le terribili per rimoverli dal male, come sono le favole della Lamia, della Gorgone, di Efialte, e di Mormolice<ref name="p52">Lamia significa un mostro colla testa di donna, del quale dicevasi che divorava i fanciulli. La Gorgone era una donna</ref>. Questo medesimo accade