Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/47: differenze tra le versioni

testo
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
attribuisse all’''Iresione''<ref>''Iresione''. V. {{AutoreCitato|Plutarco|Plutarco}} nella vita di Teseo.</ref> attica le mele e le pere ch’essa non può produrre. Fino a tal punto dunque può dirsi che tu parli dirittamente, o {{AutoreCitato|Eratostene|Eratostene}}; ma non così allorchè, togliendo al poeta quella tanta varietà di dottrina, mantieni che l’arte poetica consista in non so quale racconto di favole a modo che fanno le vecchierelle, e che a lei sia conceduta licenza d’inventare tutto ciò che le pare acconcio a produrre diletto. Dunque non gioverà nè eziandio agli uditori dei poeti, se questi saranno pratici di molti luoghi, o della milizia, agricoltura e rettorica, le quali, com’è naturale, s’imparano a forza di udire<ref>V’erano presso i Greci certe scuole pubbliche, nelle quali alcuni professori particolarmente consacrati a questa maniera d’insegnamento, attendevano a spiegare le opere dei poeti, ed a farne sentire le bellezze od il merito. Gli scolari di tutte le età che intervenivano a questa specie di corsi si chiamavano ''uditori'' (ἀκροάται): e questa maniera d’istruirsi e di studiare i buoni autori chiamavasi ἀκρόασις che i Latini traducono ''auditio'', e noi potremmo volgere in ''ascoltamento''.</ref>? Il fatto si è che {{AutoreCitato|Omero|Omero}} attribuisce tutte coteste cose ad Ulisse, cui egli fra tutti gli eroi adorna di ogni virtù, dicendo:
colui che attribuisse all’''Iresione''<ref>''Iresione''. V. {{AutoreCitato|Plutarco|Plutarco}} nella vita di Teseo.</ref> attica le mele e le pere ch’essa non può produrre. Fino a tal punto dunque può dirsi che tu parli dirittamente, o {{AutoreCitato|Eratostene|Eratostene}}; ma non così allorchè, togliendo al poeta quella tanta varietà di dottrina, mantieni che l’arte poetica consista in non so quale racconto di favole a modo che fanno le vecchierelle, e che a lei sia conceduta licenza d’inventare tutto ciò che le pare acconcio a produrre diletto. Dunque non gioverà nè eziandio agli uditori dei poeti, se questi saranno pratici di molti luoghi, o della milizia, agricoltura e rettorica, le quali, com’è naturale, s’imparano a forza di udire<ref>V’erano presso i Greci certe scuole pubbliche, nelle quali alcuni professori particolarmente consacrati a questa maniera d’insegnamento, attendevano a spiegare le opere dei poeti, ed a farne sentire le bellezze od il merito. Gli scolari di tutte le età che intervenivano a questa specie di corsi si chiamavano ''uditori'' (ἀκροάται): e questa maniera d’istruirsi e di studiare i buoni autori chiamavasi ἀκρόασις che i Latini traducono ''auditio'', e noi potremmo volgere in ''ascoltamento''.</ref>? Il fatto si è che {{AutoreCitato|Omero|Omero}} attribuisce tutte coteste cose ad Ulisse, cui egli fra tutti gli eroi adorna di ogni virtù, dicendo:
<poem>
<poem>
''Che città vide molte, e delle genti''
''Che città vide molte, e delle genti''