Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/38: differenze tra le versioni

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''E in qual parte il sole alza, e in qual declina''
''E in qual parte il sole alza, e in qual declina''
''Noto non è''<ref>{{TestoCitato|Odissea|Odiss.}}, lib. {{Sc|x}}, 190.</ref>.</poem>
''Noto non è''<ref>{{TestoCitato|Odissea|Odiss.}}, lib. {{Sc|x}}, 190.</ref>.</poem>
<ref follow="p37">di {{AutoreCitato|Anassimene di Mileto|Anassimene}} suo discepolo. Questi filosofi assegnavano alla terra la forma di un’alta montagna della quale noi occupiamo la sommità, e le radici si sprofondano all’infinito. In tale ipotesi gli astri, non potendo passare al di sotto della terra ne illuminerebbero le diverse parti aggirandosi intorno ad essa parallelamente alla base. Senofane viveva 540 anni avanti l’E. V. Cosmas Indicopleuste fece rivivere queste assurdità sei secoli dopo Gesù Cristo nella sua Topografia Cristiana, lib. {{Sc|ii}}, pag. 141-143. Pare ch’egli abbia attinta questa opinione dall’India d’onde l’aveva tratta anche Senofane; ed essa è anche al presente il sistema dei Siamesi. (G.)</ref>