Orlando furioso (1928)/Canto 46: differenze tra le versioni

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<poem>
{{gap|8em}}[1]
{{O|1}} Or, se mi mostra la mia carta il vero,
Or, se mi mostra la mia carta il vero,
non è lontano a discoprirsi il porto;
Non è lontano a discoprirsi il porto;
sì che nel lito i voti scioglier spero
a chiche nel marlito peri tantavoti viascioglier m’ha scorto;spero
ove,A ochi dinel nonmar tornarper coltanta legnovia intero,m’ha scorto;
Ove, o di non tornar col legno intero,
o d’errar sempre, ebbi già il viso smorto.
O d’errar sempre, ebbi già il viso smorto.
Ma mi par di veder, ma veggo certo,
veggoVeggo la terra, e veggo il lito aperto.
 
{{Ogap|28em}} [2]
Sento venir per allegrezza un tuono
cheChe fremer l’aria e rimbombar fa l’onde:
odoOdo di squille, odo di trombe un suono
cheChe l’alto popular grido confonde.
Or comincio a discernere chi sono
questiQuesti che empion del porto ambe le sponde.
Par che tutti s’allegrino ch’io sia
venutoVenuto a fin di così lunga via.
 
{{Ogap|38em}} [3]
Oh di che belle e sagge donne veggio,
ohOh di che cavallieri il lito adorno!
Oh di ch’amici, a chi in eterno deggio
perPer la letizia c’han del mio ritorno!
Mamma e Ginevra e l’altre da Correggio
veggoVeggo del molo in su l’estremo corno:
Veronica da Gambera è con loro,
grata a Febo e al santo aonio coro.
 
{{Ogap|48em}} [4]
Veggo un’altra Genevra, pur uscita
delDel medesmo sangue, e Iulia seco;
veggoVeggo Ippolita Sforza, e la notrita
Damigella rivulzia al sacro speco:
veggoVeggo te, Emilia Pia, te, Margherita,
ch’AngelaCh’Angela Borgia e Graziosa hai teco.
Con Ricciarda da Este ecco le belle
Bianca e Diana, e l’altre lor sorelle.
 
{{gap|8em}}[5]
{{O|5}} Ecco la bella, ma più saggia e onesta,
Ecco la bella, ma più saggia e onesta,
Barbara Turca, e la compagna è Laura:
nonNon vede il sol di più bontà di questa
coppiaCoppia da l’Indo all’estrema onda maura.
Ecco Genevra che la Malatesta
casaCasa col suo valor sì ingemma e inaura,
cheChe mai palagi imperiali o regi
nonNon ebbon più onorati e degni fregi.
 
{{gap|8em}}[6]
{{O|6}} S’a quella etade ella in Arimino era,
S’a quella etade ella in Arimino era,
quando superbo de la Gallia doma
Quando superbo de la Gallia doma
Cesar fu in dubbio, s’oltre alla riviera
doveaDovea passando inimicarsi Roma;
crederòCrederò che piegata ogni bandiera,
eE scarca di trofei la ricca soma,
toltoTolto avria leggi e patti a voglia d’essa,
forse mai la libertade oppressa.
 
{{Ogap|78em}} [7]
Del mio signor di Bozolo la moglie,
laLa madre, le sirocchie e le cugine,
eE le Torelle con le Bentivoglie,
eE le Visconte e le Palavigine;
eccoEcco qui a quante oggi ne sono, toglie,
eE a quante o greche o barbere o latine
neNe furon mai, di quai la fama s’oda,
diDi grazia e di beltà la prima loda,
 
{{Ogap|88em}} [8]
Iulia Gonzaga, che dovunque il piede
volgeVolge, e dovunque i sereni occhi gira,
nonNon pur ogn’altra di beltà le cede,
maMa, come scesa dal ciel dea, l’ammira.
La cognata è con lei, che di sua fede
nonNon mosse mai, perché l’avesse in ira
Fortuna che le fe’ lungo contrasto.
Ecco Anna d’Aragon, luce del Vasto;
 
{{gap|8em}}[9]
{{O|9}} Anna, bella, gentil, cortese e saggia,
Anna, bella, gentil, cortese e saggia,
di castità, di fede e d’amor tempio.
Di castità, di fede e d’amor tempio.
La sorella è con lei, ch’ove ne irraggia
l’altaL’alta beltà, ne pate ogn’altra scempio.
Ecco chi tolto ha da la scura spiaggia
diDi Stige, e fa con non più visto esempio,
malMal grado de le Parche e de la Morte,
splenderSplender nel ciel l’invitto suo consorte.
 
{{gap|8em}}[10]
<span style="font-size:80%">10</span> Le Ferrarese mie qui sono, e quelle
Le Ferrarese mie qui sono, e quelle
de la corte d’Urbino; e riconosco
De la corte d’Urbino; e riconosco
quelle di Mantua, e quante donne belle
haQuelle Lombardiadi Mantua, quantee ilquante paesedonne tosco.belle
Ha Lombardia, quante il paese tosco.
Il cavallier che tra lor viene, e ch’elle
onoranOnoran sì, s’io non ho l’occhio losco,
daDa la luce offuscato de’ bei volti,
èÈ ’l gran lume aretin, l’Unico Accolti.
 
{{gap|8em}}[11]
<span style="font-size:80%">11</span> Benedetto, il nipote, ecco là veggio,
Benedetto, il nipote, ecco là veggio,
c’ha purpureo il capel, purpureo il manto,
colC’ha cardinalpurpureo diil Mantuacapel, epurpureo colil Campeggiomanto,
Col cardinal di Mantua e col Campeggio,
gloria e splendor del consistorio santo:
Gloria e splendor del consistorio santo:
e ciascun d’essi noto (o ch’io vaneggio)
E ciascun d’essi noto (o ch’io vaneggio)
al viso e ai gesti rallegrarsi tanto
delAl mioviso ritorno,e cheai nongesti facilrallegrarsi parmitanto
ch’ioDel possamio mairitorno, diche tantonon obligofacil trarmi.parmi
Ch’io possa mai di tanto obligo trarmi.
 
<span style="font-size:80%">12</span> Con lor Lattanzio e Claudio Tolomei,
{{gap|8em}}[12]
e Paulo Pansa e ’l Dresino e Latino
Con lor Lattanzio e Claudio Tolomei,
E Paulo Pansa e ’l Dresino e Latino
Iuvenal parmi, e i Capilupi miei,
eE ’l Sasso e ’l Molza e Florian Montino;
eE quel che per guidarci ai rivi ascrei
mostraMostra piano e più breve altro camino,
Iulio Camillo; e par ch’anco io ci scerna,
Marco Antonio Flaminio, il Sanga, il Berna.
 
{{gap|8em}}[13]
<span style="font-size:80%">13</span> Ecco Alessandro, il mio signor, Farnese:
Ecco Alessandro, il mio signor, Farnese:
oh dotta compagnia che seco mena!
Oh dotta compagnia che seco mena!
Fedro, Capella, Porzio, il bolognese
Filippo, il Volterano, il Madalena,
Blosio, Pierio, il {{Ac|Marco Girolamo Vida|Vida}} cremonese,
d’altaD’alta facondia inessicabil vena,
eE Lascari e Mussuro e Navagero,
eE Andrea Marone e ’l monaco Severo.
 
{{gap|8em}}[14]
<span style="font-size:80%">14</span> Ecco altri duo Alessandri in quel drappello,
Ecco altri duo Alessandri in quel drappello,
dagli Orologi l’un, l’altro il Guarino.
Dagli Orologi l’un, l’altro il Guarino.
Ecco Mario d’Olvito, ecco il flagello
de’De’ principi, il divin Pietro Aretino.
Duo Ieronimi veggo, l’uno è quello
diDi Veritade, e l’altro il Cittadino.
Veggo il Mainardo, veggo il Leoniceno,
ilIl Pannizzato, e Celio e il Teocreno.
 
{{gap|8em}}[15]
<span style="font-size:80%">15</span> Là Bernardo Capel, là veggo Pietro
Là Bernardo Capel, là veggo Pietro
Bembo, che ’l puro e dolce idioma nostro,
levatoLevato fuor del volgare uso tetro,
qualeQuale esser dee, ci ha col suo esempio mostro.
Guasparro Obizi è quel che gli vien dietro,
ch’ammiraCh’ammira e osserva il sì ben speso inchiostro.
Io veggo il Fracastorio, il Bevazano,
{{AutoreCitato|Trifone Gabriel|Trifon Gabriele}}, e il Tasso più lontano.
 
{{gap|8em}}[16]
<span style="font-size:80%">16</span> Veggo Nicolò Tiepoli, e con esso
Veggo Nicolò Tiepoli, e con esso
Nicolò Amanio in me affissar le ciglia;
Anton Fulgoso ch’a vedermi appresso
alAl lito mostra gaudio e maraviglia.
Il mio Valerio è quel che là s’è messo
fuorFuor de le donne; e forse si consiglia
colCol Barignan c’ha seco, come, offeso
sempreSempre da lor, non ne sia sempre acceso.
 
{{gap|8em}}[17]
<span style="font-size:80%">17</span> Veggo sublimi e soprumani ingegni
Veggo sublimi e soprumani ingegni
di sangue e d’amor giunti, il Pico e il Pio.
Di sangue e d’amor giunti, il Pico e il Pio.
Colui che con lor viene, e da’ più degni
haHa tanto onor, mai più non conobbi io;
maMa, se me ne fur dati veri segni,
èÈ l’uom che di veder tanto desio,
Iacobo Sanazar, ch’alle Camene
lasciarLasciar fa i monti ed abitar l’arene.
 
{{gap|8em}}[18]
<span style="font-size:80%">18</span> Ecco il dotto, il fedele, il diligente
Ecco il dotto, il fedele, il diligente
secretario Pistofilo, ch’insieme
Secretario Pistofilo, ch’insieme
con gli Acciaiuoli e con l’Angiar mio sente
Con gli Acciaiuoli e con l’Angiar mio sente
piacer, che più del mar per me non teme.
Piacer, che più del mar per me non teme.
Annibal Malaguzzo, il mio parente,
veggoVeggo con l’Adoardo, che gran speme
miMi dà, ch’ancor del mio nativo nido
udirUdir farà da Calpe agli Indi il grido.
 
{{gap|8em}}[19]
<span style="font-size:80%">19</span> Fa Vittor Fausto, fa il Tancredi festa
Fa Vittor Fausto, fa il Tancredi festa
di rivedermi, e la fanno altri cento.
Di rivedermi, e la fanno altri cento.
Veggo le donne e gli uomini di questa
miaMia ritornata ognun parer contento.
Dunque, a finir la breve via che resta,
nonNon sia più indugio, or ch’ho propizio il vento;
eE torniamo a Melissa, e con che aita
salvòSalvò, diciamo, al buon Ruggier la vita.
 
{{gap|8em}}[20]
<span style="font-size:80%">20</span> Questa Melissa, come so che detto
Questa Melissa, come so che detto
v’ho molte volte, avea sommo desire
V’ho molte volte, avea sommo desire
che Bradamante con Ruggier di stretto
nodoChe s’avesseBradamante incon matrimonioRuggier adi unire;stretto
Nodo s’avesse in matrimonio a unire;
e d’ambi il bene e il male avea sì a petto,
E d’ambi il bene e il male avea sì a petto,
che d’ora in ora ne volea sentire.
Che d’ora in ora ne volea sentire.
Per questo spirti avea sempre per via,
cheChe, quando andava l’un, l’altro venìa.
 
{{gap|8em}}[21]
<span style="font-size:80%">21</span> In preda del dolor tenace e forte
In preda del dolor tenace e forte
Ruggier tra le scure ombre vide posto,
ilIl qual di non gustar d’alcuna sorte
maiMai più vivanda fermo era e disposto,
eE col digiun si volea dar la morte:
maMa fu l’aiuto di Melissa tosto;
cheChe, del suo albergo uscita, la via tenne
oveOve in Leone ad incontrar si venne:
 
{{gap|8em}}[22]
<span style="font-size:80%">22</span> il qual mandato, l’uno a l’altro appresso,
Il qual mandato, l’uno a l’altro appresso,
sua gente avea per tutti i luoghi intorno;
Sua gente avea per tutti i luoghi intorno;
e poscia era in persona andato anch’esso
E poscia era in persona andato anch’esso
per trovare il guerrier dal liocorno.
Per trovare il guerrier dal liocorno.
La saggia incantatrice, la qual messo
frenoFreno e sella a uno spirto avea quel giorno,
eE l’avea sotto in forma di ronzino,
trovòTrovò questo figliuol di Costantino.
 
{{gap|8em}}[23]
<span style="font-size:80%">23</span> - Se de l’animo è tal la nobiltate,
— Se de l’animo è tal la nobiltate,
qual fuor, signor (diss’ella), il viso mostra;
Qual fuor, signor (diss’ella), il viso mostra;
se la cortesia dentro e la bontade
Se la cortesia dentro e la bontade
ben corrisponde alla presenza vostra,
Ben corrisponde alla presenza vostra,
qualche conforto, qualche aiuto date
Qualche conforto, qualche aiuto date
al miglior cavallier de l’età nostra;
Al miglior cavallier de l’età nostra;
che s’aiuto non ha tosto e conforto,
Che s’aiuto non ha tosto e conforto,
non è molto lontano a restar morto.
Non è molto lontano a restar morto.
 
<span style="font-size:80%">24</span> Il miglior cavallier, che spada a lato
{{gap|8em}}[24]
e scudo in braccio mai portassi o porti;
Il miglior cavallier, che spada a lato
il più bello e gentil ch’al mondo stato
maiE siascudo diin quantibraccio ne sonmai viviportassi o morti,porti;
Il più bello e gentil ch’al mondo stato
sol per un’alta cortesia c’ha usato,
staMai persia morir,di sequanti nonne hason chivivi ’lo conforti.morti,
Sol per un’alta cortesia c’ha usato,
Sta per morir, se non ha chi ’l conforti.
Per Dio, signor, venite, e fate prova
s’alloS’allo suo scampo alcun consiglio giova. -
 
{{gap|8em}}[25]
<span style="font-size:80%">25</span> Ne l’animo a Leon subito cade
Ne l’animo a Leon subito cade
che ’l cavallier di chi costei ragiona,
siaChe quel’l checavallier perdi trovarchi facostei le contraderagiona,
cercareSia intorno,quel eche cercaper eglitrovar infa persona;le contrade
Cercare ch’aintorno, leie dietro,cerca cheegli gliin persuadepersona;
pietosach’a opra,lei indietro, moltache frettagli sprona:persuade
Sì pietosa opra, in molta fretta sprona:
la qual lo trasse (e non fer gran camino)
La qual lo trasse (e non fer gran camino)
ove alla morte era Ruggier vicino.
Ove alla morte era Ruggier vicino.
 
<span style="font-size:80%">26</span> Lo ritrovar che senza cibo stato
{{gap|8em}}[26]
era tre giorni, e in modo lasso e vinto,
Lo ritrovar che senza cibo stato
ch’in piè a fatica si saria levato,
perEra ricadertre giorni, see benin nonmodo fosselasso spinto.e vinto,
Ch’in piè a fatica si saria levato,
Per ricader, se ben non fosse spinto.
Giacea disteso in terra tutto armato,
conCon l’elmo in testa, e de la spada cinto;
eE guancial de lo scudo s’avea fatto,
inIn che ’l bianco liocorno era ritratto.
 
{{gap|8em}}[27]
<span style="font-size:80%">27</span> Quivi pensando quanta ingiuria egli abbia
Quivi pensando quanta ingiuria egli abbia
fatto alla donna, e quanto ingrato e quanto
Fatto alla donna, e quanto ingrato e quanto
isconoscente le sia stato, arrabbia,
Isconoscente le sia stato, arrabbia,
non pur si duole; e se n’affligge tanto,
cheNon sipur mordesi leduole; man,e mordese len’affligge labbiatanto,
spargeChe si morde le guanceman, dimorde continuole pianto;labbia,
Sparge le guance di continuo pianto;
e per la fantasia che v’ha sì fissa,
E per la fantasia che v’ha sì fissa,
né Leon venir sente né Melissa;
Né Leon venir sente né Melissa;
 
<span style="font-size:80%">28</span> né per questo interrompe il suo lamento,
{{gap|8em}}[28]
né cessano i sospir, né il pianto cessa.
Né per questo interrompe il suo lamento,
Né cessano i sospir, né il pianto cessa.
Leon si ferma, e sta ad udire intento;
poiPoi smonta del cavallo, e se gli appressa.
Amore esser cagion di quel tormento
conosceConosce ben; ma la persona espressa
nonNon gli è, per cui sostien tanto martire;
ch’ancoCh’anco Ruggier non glie l’ha fatto udire.
 
{{gap|8em}}[29]
<span style="font-size:80%">29</span> Più inanzi, e poi più inanzi i passi muta,
Più inanzi, e poi più inanzi i passi muta,
tanto che se gli accosta a faccia a faccia;
Tanto che se gli accosta a faccia a faccia;
e con fraterno affetto lo saluta,
E con fraterno affetto lo saluta,
e se gli china a lato, e al collo abbraccia.
E se gli china a lato, e al collo abbraccia.
Io non so quanto ben questa venuta
diDi Leone improvisa a Ruggier piaccia;
cheChe teme che lo turbi e gli dia noia,
eE se gli voglia oppor, perché non muoia.
 
{{gap|8em}}[30]
<span style="font-size:80%">30</span> Leon con le più dolci e più soavi
Leon con le più dolci e più soavi
parole che sa dir, con quel più amore
Parole che puòsa mostrardir, gli dice: -con Nonquel tipiù graviamore
Che può mostrar, gli dice: — Non ti gravi
d’aprirmi la cagion del tuo dolore;
D’aprirmi la cagion del tuo dolore;
che pochi mali al mondo son sì pravi,
cheChe l’uomopochi trarmali nonal semondo neson possa fuorepravi,
seChe lal’uomo cagiontrar sinon sa;se ne debbepossa privofuore,
diSe speranzala essercagion mai,si finsa; che siadebbe vivo.privo
Di speranza esser mai, fin che sia vivo.
 
<span style="font-size:80%">31</span> Ben mi duol che celar t’abbi voluto
{{gap|8em}}[31]
da me, che sai s’io ti son vero amico,
Ben mi duol che celar t’abbi voluto
non sol dipoi ch’io ti son sì tenuto,
cheDa maime, che dalsai nodos’io tuoti nonson mivero districoamico,
Non sol dipoi ch’io ti son sì tenuto,
ma fin allora ch’avrei causa avuto
Che mai dal nodo tuo non mi districo,
d’esserti sempre capital nimico;
Ma fin allora ch’avrei causa avuto
e dèi sperar ch’io sia per darti aita
D’esserti sempre capital nimico;
con l’aver, con gli amici e con la vita.
E dèi sperar ch’io sia per darti aita
 
Con l’aver, con gli amici e con la vita.
<span style="font-size:80%">32</span> Di meco conferir non ti rincresca
il tuo dolore, e lasciami far prova,
{{gap|8em}}[32]
se forza, se lusinga, acciò tu n’esca,
Di meco conferir non ti rincresca
se gran tesor, s’arte, s’astuzia giova.
Il tuo dolore, e lasciami far prova,
Se forza, se lusinga, acciò tu n’esca,
Se gran tesor, s’arte, s’astuzia giova.
Poi, quando l’opra mia non ti riesca,
laLa morte sia ch’al fin te ne rimuova:
maMa non voler venir prima a quest’atto,
cheChe ciò che si può far, non abbi fatto. -
 
{{gap|8em}}[33]
<span style="font-size:80%">33</span> E seguitò con sì efficaci prieghi,
E eseguitò con parlarumano e sìefficaci benignoprieghi,
cheE noncon puòparlar far Ruggierumano chee non si pieghi;benigno,
cheChe non dipuò ferrofar haRuggier il corche non disi macigno,pieghi;
Che né di ferro ha il cor né di macigno,
e vede, quando la risposta nieghi,
cheE faràvede, discortesequando attola erisposta maligno.nieghi,
Che farà discortese atto e maligno.
Risponde; ma due volte o tre s’incocca
primaPrima il parlar, ch’uscir voglia di bocca.
 
{{gap|8em}}[34]
<span style="font-size:80%">34</span> - Signor mio (disse al fin), quando saprai
— Signor mio (disse al fin), quando saprai
colui ch’io son (che son per dirtel ora),
miColui rendoch’io certoson (che dison meper saraidirtel ora),
Mi rendo certo che di me sarai
non men contento, e forse più, ch’io muora.
Non men contento, e forse più, ch’io muora.
Sappi ch’io son colui che sì in odio hai:
ioIo son Ruggier ch’ebbi te in odio ancora;
eE che con intenzion di porti a morte,
giàGià son più giorni, usci’ di questa corte;
 
{{gap|8em}}[35]
<span style="font-size:80%">35</span> acciò per te non mi vedessi tolta
Acciò per te non mi vedessi tolta
Bradamante, sentendo esser d’Amone
laLa voluntade a tuo favor rivolta.
Ma perché ordina l’uomo, e Dio dispone,
venneVenne il bisogno ove mi fe’ la molta
tuaTua cortesia mutar d’opinione;
eE non pur l’odio ch’io t’avea, deposi,
maMa fe’ ch’esser tuo sempre io mi disposi.
 
{{gap|8em}}[36]
<span style="font-size:80%">36</span> Tu mi pregasti, non sapendo ch’io
Tu mi pregasti, non sapendo ch’io
fossi Ruggier, ch’io ti facessi avere
Fossi Ruggier, ch’io ti facessi avere
la donna; ch’altretanto saria il mio
La donna; ch’altretanto saria il mio
cor fuor del corpo, o l’anima volere.
Cor fuor del corpo, o l’anima volere.
Se sodisfar più tosto al tuo disio,
ch’alCh’al mio, ho voluto, t’ho fatto vedere.
Tua fatta è Bradamante; abbila in pace:
moltoMolto più che ’l mio bene, il tuo mi piace.
 
{{gap|8em}}[37]
<span style="font-size:80%">37</span> Piaccia a te ancora, se privo di lei
Piaccia a te ancora, se privo di lei
mi son, ch’insieme io sia di vita privo;
Mi son, ch’insieme io sia di vita privo;
che più tosto senz’anima potrei,
Che più tosto senz’anima potrei,
che senza Bradamante restar vivo.
Che senza Bradamante restar vivo.
Appresso, per averla tu non sei
maiMai legitimamente, fin ch’io vivo:
cheChe tra noi sposalizio è già contratto,
duo mariti ella può avere a un tratto. -
 
{{gap|8em}}[38]
<span style="font-size:80%">38</span> Riman Leon sì pien di maraviglia,
Riman Leon sì pien di maraviglia,
quando Ruggiero esser costui gli è noto,
cheQuando senzaRuggiero muoveresser boccacostui ogli batterè ciglianoto,
oChe mutarsenza piè,muover comebocca una statua,o èbatter immoto:ciglia
aO statuamutar piè, piùcome ch’aduna uomostatua, s’assimiglia,è immoto:
A statua, più ch’ad uomo, s’assimiglia,
che ne le chiese alcun metta per voto.
Che ne le chiese alcun metta per voto.
Ben sì gran cortesia questa gli pare,
cheChe non ha avuto e non avrà mai pare.
 
{{gap|8em}}[39]
<span style="font-size:80%">39</span> E conosciutol per Ruggier, non solo
E conosciutol per Ruggier, non solo
non scema il ben che gli voleva pria;
maNon scema l’accresce,il cheben nonche mengli delvoleva duolopria;
diMa Ruggiero eglil’accresce, che Ruggier,non men del patia.duolo
Di Ruggiero egli, che Ruggier, patia.
Per questo, e per mostrarsi che figliuolo
d’imperatorD’imperator meritamente sia,
nonNon vuol, se ben nel resto a Ruggier cede,
ch’inCh’in cortesia gli metta inanzi il piede.
 
{{gap|8em}}[40]
<span style="font-size:80%">40</span> E dice: - Se quel dì, Ruggier, ch’offeso
E dice: — Se quel dì, Ruggier, ch’offeso
fu il campo mio dal valor tuo stupendo,
Fu il campo mio dal valor tuo stupendo,
ancor ch’io t’avea in odio, avessi inteso
Ancor ch’io t’avea in odio, avessi inteso
che tu fossi Ruggier, come ora intendo;
Che tu fossi Ruggier, come ora intendo;
così la tua virtù m’avrebbe preso,
Così la tua virtù m’avrebbe preso,
come fece anco allor, non lo sapendo;
Come fece anco allor, non lo sapendo;
e così spinto dal cor l’odio, e tosto
E così spinto dal cor l’odio, e tosto
questo amor ch’io ti porto, v’avria posto.
Questo amor ch’io ti porto, v’avria posto.
 
<span style="font-size:80%">41</span> Che prima il nome di Ruggiero odiassi,
{{gap|8em}}[41]
ch’io sapessi che tu fosse Ruggiero,
Che prima il nome di Ruggiero odiassi,
non negherò: ma ch’or più inanzi passi
Ch’io sapessi che tu fosse Ruggiero,
l’odio ch’io t’ebbi, t’esca del pensiero.
Non negherò: ma ch’or più inanzi passi
L’odio ch’io t’ebbi, t’esca del pensiero.
E se, quando di carcere io ti trassi,
n’avesseN’avesse, come or n’ho, saputo il vero;
ilIl medesimo avrei fatto anco allora,
ch’aCh’a benefizio tuo son per far ora.
 
{{gap|8em}}[42]
<span style="font-size:80%">42</span> E s’allor volentier fatto l’avrei,
E s’allor volentier fatto l’avrei,
ch’io non t’era, come or sono, obligato;
Ch’io non t’era, come or sono, obligato;
quant’or più farlo debbo, che sarei,
Quant’or più farlo debbo, che sarei,
non lo facendo, il più d’ogn’altro ingrato;
poiNon chelo negandofacendo, il tuo voler,più tid’ogn’altro seiingrato;
privoPoi d’ogniche negando il tuo benevoler, e a me l’haiti dato.sei
Privo d’ogni tuo bene, e a me l’hai dato.
Ma te lo rendo, e più contento sono
renderloRenderlo a te, ch’aver io avuto il dono.
 
{{gap|8em}}[43]
<span style="font-size:80%">43</span> Molto più a te, ch’a me, costei conviensi,
Molto più a te, ch’a me, costei conviensi,
la qual, ben ch’io per li suoi merit’ami,
nonLa è peròqual, s’altri l’avrà,ben ch’io pensiper li suoi merit’ami,
Non è però, s’altri l’avrà, ch’io pensi,
come tu, al viver mio romper li stami.
Come tu, al viver mio romper li stami.
Non vo’ che la tua morte mi dispensi,
cheChe possi, sciolto ch’ella avrà i legami
cheChe son del matrimonio ora fra voi,
perPer legitima moglie averla io poi.
 
{{gap|8em}}[44]
<span style="font-size:80%">44</span> Non che di lei, ma restar privo voglio
Non che di lei, ma restar privo voglio
di ciò c’ho al mondo, e de la vita appresso,
Di ciò c’ho al mondo, e de la vita appresso,
prima che s’oda mai ch’abbia cordoglio
perPrima miache cagions’oda talmai cavallieroch’abbia oppresso.cordoglio
Per mia cagion tal cavalliero oppresso.
De la tua difidenza ben mi doglio;
cheChe tu che puoi, non men che di te stesso,
diDi me dispor, più tosto abbi voluto
morirMorir di duol, che da me avere aiuto. -
 
{{gap|8em}}[45]
<span style="font-size:80%">45</span> Queste parole ed altre suggiungendo,
Queste parole ed altre suggiungendo,
che tutte saria lungo riferire,
eChe sempretutte lesaria ragionlungo redarguendoriferire,
E sempre le ragion redarguendo,
ch’in contrario Ruggier gli potea dire;
Ch’in contrario Ruggier gli potea dire;
fe’ tanto, ch’al fin disse: - Io mi ti rendo,
Fe’ tanto, ch’al fin disse: — Io mi ti rendo,
e contento sarò di non morire.
E contento sarò di non morire.
Ma quando ti sciorrò l’obligo mai,
chéChé due volte la vita dato m’hai? -
 
{{gap|8em}}[46]
<span style="font-size:80%">46</span> Cibo soave e precioso vino
Cibo soave e precioso vino
Melissa ivi portar fece in un tratto;
eE confortò Ruggier, ch’era vicino,
nonNon s’aiutando, a rimaner disfatto.
Sentito in questo tempo avea Frontino
cavalliCavalli quivi, e v’era accorso ratto.
Leon pigliar da li scudieri suoi
loLo fe’ e sellare, ed a Ruggier dar poi;
 
{{gap|8em}}[47]
<span style="font-size:80%">47</span> il qual con gran fatica, ancor ch’aiuto
Il qual con gran fatica, ancor ch’aiuto
avesse da Leon, sopra vi salse:
cosìAvesse quelda vigorLeon, mancosopra eravi venuto,salse:
cheCosì pochiquel giornivigor inanzimanco inera modo valsevenuto,
cheChe vincerpochi tuttogiorni uninanzi campoin aveamodo potutovalse,
Che vincer tutto un campo avea potuto,
e far quel che fe’ poi con l’arme false.
E far quel che fe’ poi con l’arme false.
Quindi partiti, giunser, che più via
nonNon fer di mezza lega, a una badia:
 
{{gap|8em}}[48]
<span style="font-size:80%">48</span> ove posaro il resto di quel giorno,
Ove posaro il resto di quel giorno,
e l’altro appresso, e l’altro tutto intero,
E l’altro appresso, e l’altro tutto intero,
tanto che ’l cavallier dal liocorno
tornatoTanto fuche nel’l suocavallier vigordal primiero.liocorno
Tornato fu nel suo vigor primiero.
Poi con Melissa e con Leon ritorno
allaAlla città real fece Ruggiero,
eE vi trovò che la passata sera
l’imbasciariaL’imbasciaria de’ Bulgari giunt’era.
 
{{gap|8em}}[49]
<span style="font-size:80%">49</span> Che quella nazion, la qual s’avea
Che quella nazion, la qual s’avea
Ruggiero eletto re, quivi a chiamarlo
mandavaMandava questi suoi, che si credea
d’averloD’averlo in Francia appresso al magno Carlo:
perchéPerché giurargli fedeltà volea,
eE dar di sé dominio, e coronarlo.
Lo scudier di Ruggier, che si ritrova
conCon questa gente, ha di lui dato nuova.
 
{{gap|8em}}[50]
<span style="font-size:80%">50</span> De la battaglia ha detto, ch’in favore
De la battaglia ha detto, ch’in favore
de’ Bulgari a Belgrado egli avea fatta,
De’ Bulgari a Belgrado egli avea fatta,
ove Leon col padre imperatore
Ove Leon col padre imperatore
vinto, e sua gente avea morta e disfatta;
Vinto, e persua questogente l’aveanavea fattomorta signore,e disfatta;
E per questo l’avean fatto signore,
messo da parte ogni uomo di sua schiatta:
Messo da parte ogni uomo di sua schiatta:
e come a Novengrado era poi stato
presoE dacome Ungiardo,a eNovengrado aera Teodorapoi dato:stato
Preso da Ungiardo, e a Teodora dato:
 
<span style="font-size:80%">51</span> e che venuta era la nuova certa,
{{gap|8em}}[51]
che ’l suo guardian s’era trovato ucciso,
E che venuta era la nuova certa,
e lui fuggito, e la prigione aperta:
Che ’l suo guardian s’era trovato ucciso,
che poi ne fosse, non v’era altro avviso.
E lui fuggito, e la prigione aperta:
Che poi ne fosse, non v’era altro avviso.
Entrò Ruggier per via molto coperta
neNe la città, né fu veduto in viso.
La seguente mattina egli e ’l compagno
Leone appresentossi a Carlo Magno.
 
{{gap|8em}}[52]
<span style="font-size:80%">52</span> S’appresentò Ruggier con l’augel d’oro
S’appresentò Ruggier con l’augel d’oro
che nel campo vermiglio avea due teste,
eChe comenel disegnatocampo eravermiglio fraavea lorodue teste,
conE lecome medesmedisegnato insegneera efra sopravesteloro,
che,Con comele dianzimedesme neinsegne lae pugna foro,sopraveste
eranChe, tagliatecome ancor,dianzi foratene ela peste;pugna foro,
Eran tagliate ancor, forate e peste;
sì che tosto per quel fu conosciuto,
Sì che tosto per quel fu conosciuto,
ch’avea con Bradamante combattuto.
Ch’avea con Bradamante combattuto.
 
<span style="font-size:80%">53</span> Con ricche vesti e regalmente ornato
{{gap|8em}}[53]
Con ricche vesti e regalmente ornato
Leon senz’arme a par con lui venìa;
eE dinanzi e di dietro e d’ogni lato
aveaAvea onorata e degna compagnia.
A Carlo s’inchinò, che già levato
seSe gli era incontra; e avendo tuttavia
Ruggier per man, nel qual intente e fisse
ognunoOgnuno avea le luci, così disse:
 
{{gap|8em}}[54]
<span style="font-size:80%">54</span> - Questo è il buon cavalliero il qual difeso
— Questo è il buon cavalliero il qual difeso
s’è dal nascer del giorno al giorno estinto;
S’è dal nascer del giorno al giorno estinto;
e poi che Bradamante o morto o preso
oE fuorpoi nonche l’haBradamante deo lomorto steccatoo spinto,preso
O fuor non l’ha de lo steccato spinto,
magnanimo signor, se bene inteso
Magnanimo signor, se bene inteso
ha il vostro bando, è certo d’aver vinto,
Ha il vostro bando, è certo d’aver vinto,
e d’aver lei per moglie guadagnata;
E d’aver lei per moglie guadagnata;
e così viene, acciò che gli sia data.
E così viene, acciò che gli sia data.
 
<span style="font-size:80%">55</span> Oltre che di ragion, per lo tenore
{{gap|8em}}[55]
del bando, non v’ha altr’uom da far disegno:
Oltre che di ragion, per lo tenore
se s’ha da meritarla per valore,
Del bando, non v’ha altr’uom da far disegno:
qual cavallier più di costui n’è degno?
Se s’ha da meritarla per valore,
s’aver la dee chi più le porta amore,
Qual cavallier più di costui n’è degno?
non è chi ’l passi o ch’arrivi al suo segno.
S’aver la dee chi più le porta amore,
Non è chi ’l passi o ch’arrivi al suo segno.
Ed è qui presto contra a chi s’oppone,
perPer difender con l’arme sua ragione. -
 
{{gap|8em}}[56]
<span style="font-size:80%">56</span> Carlo e tutta la corte stupefatta,
Carlo e tutta la corte stupefatta,
questo udendo, restò; ch’avea creduto
Questo udendo, restò; ch’avea creduto
che Leon la battaglia avesse fatta,
Che Leon la battaglia avesse fatta,
non questo cavallier non conosciuto.
Non questo cavallier non conosciuto.
Marfisa, che con gli altri quivi tratta
s’eraS’era ad udire, e ch’a pena potuto
aveaAvea tacer fin che Leon finisse
ilIl suo parlar, si fece inanzi e disse:
 
{{gap|8em}}[57]
<span style="font-size:80%">57</span> - Poi che non c’è Ruggier, che la contesa
— Poi che non c’è Ruggier, che la contesa
de la moglier fra sé e costui discioglia;
De la moglier fra sé e costui discioglia;
acciò per mancamento di difesa
Acciò per mancamento di difesa
così senza rumor non se gli toglia,
ioCosì chesenza glirumor sonnon sorella,se questagli impresatoglia,
Io che gli son sorella, questa impresa
piglio contra a ciascun, sia chi si voglia,
chePiglio dicacontra avera ragioneciascun, insia Bradamantechi si voglia,
Che dica aver ragione in Bradamante,
o di merto a Ruggiero andare inante. -
O di merto a Ruggiero andare inante. —
 
<span style="font-size:80%">58</span> E con tant’ira e tanto sdegno espresse
{{gap|8em}}[58]
questo parlar, che molti ebber sospetto,
E con tant’ira e tanto sdegno espresse
che senza attender Carlo che le desse
Questo parlar, che molti ebber sospetto,
campo, ella avesse a far quivi l’effetto.
Che senza attender Carlo che le desse
Campo, ella avesse a far quivi l’effetto.
Or non parve a Leon che più dovesse
Ruggier celarsi, e gli cavò l’elmetto;
eE rivolto a Marfisa: - Ecco lui pronto
aA rendervi di sé (disse) buon conto. -
 
{{gap|8em}}[59]
<span style="font-size:80%">59</span> Quale il canuto Egeo rimase, quando
Quale il canuto Egeo rimase, quando
si fu alla mensa scelerata accorto,
Si fu alla mensa scelerata accorto,
che quello era il suo figlio, al quale, instando
Che quello era il suo figlio, al quale, instando
l’iniqua moglie, avea il veneno porto;
L’iniqua moglie, avea il veneno porto;
e poco più che fosse ito indugiando
E poco più che fosse ito indugiando
di conoscer la spada, l’avria morto:
Di conoscer la spada, l’avria morto:
tal fu Marfisa, quando il cavalliero
Tal fu Marfisa, quando il cavalliero
ch’odiato avea, conobbe esser Ruggiero.
Ch’odiato avea, conobbe esser Ruggiero.
 
<span style="font-size:80%">60</span> E corse senza indugio ad abbracciarlo,
{{gap|8em}}[60]
né dispiccar se gli sapea dal collo.
E corse senza indugio ad abbracciarlo,
Né dispiccar se gli sapea dal collo.
Rinaldo, Orlando, e di lor prima Carlo
diDi qua e di là con grand’amor baciollo.
Né Dudon né Olivier d’accarezzarlo,
’l re Sobrin si può veder satollo.
Dei paladini e dei baron nessuno
diDi far festa a Ruggier restò digiuno.
 
{{gap|8em}}[61]
<span style="font-size:80%">61</span> Leone, il qual sapea molto ben dire,
Leone, il qual sapea molto ben dire,
finiti che si fur gli abbracciamenti,
cominciòFiniti inanziche asi Carlofur agli riferireabbracciamenti,
udendoCominciò tuttiinanzi queia ch’eranCarlo presentia riferire,
Udendo tutti quei ch’eran presenti,
come la gagliardia, come l’ardire
Come la gagliardia, come l’ardire
(ancor che con gran danno di sue genti)
diDi Ruggier, ch’a Belgrado avea veduto,
piùPiù d’ogni offesa avea di sé potuto;
 
{{gap|8em}}[62]
<span style="font-size:80%">62</span> sì ch’essendo di poi preso e condutto
Sì ch’essendo di poi preso e condutto
a colei ch’ogni strazio n’avria fatto,
A colei ch’ogni strazio n’avria fatto,
di prigione egli, mal grado di tutto
ilDi parentadoprigione suoegli, l’avevamal tratto;grado di tutto
Il parentado suo, l’aveva tratto;
e come il buon Ruggier, per render frutto
eE mercedecome ail Leonbuon delRuggier, suoper riscatto,render frutto
fe’E l’altamercede cortesiaa cheLeon sempredel asuo quanteriscatto,
Fe’ l’alta cortesia che sempre a quante
ne furo o saran mai, passarà inante.
Ne furo o saran mai, passarà inante.
 
<span style="font-size:80%">63</span> E seguendo narrò di punto in punto
{{gap|8em}}[63]
ciò che per lui fatto Ruggiero avea;
E seguendo narrò di punto in punto
e come poi da gran dolor compunto,
cheCiò diche lasciarper lalui mogliefatto gliRuggiero premea,avea;
E come poi da gran dolor compunto,
s’era disposto di morire; e giunto
Che di lasciar la moglie gli premea,
v’era vicin, se non si soccorrea.
S’era disposto di morire; e giunto
V’era vicin, se non si soccorrea.
E con sì dolci affetti il tutto espresse,
cheChe quivi occhio non fu ch’asciutto stesse.
 
{{gap|8em}}[64]
<span style="font-size:80%">64</span> Rivolse poi con sì efficaci preghi
Rivolse poi con sì efficaci preghi
le sue parole all’ostinato Amone,
Le sue parole all’ostinato Amone,
che non sol che lo muova, che lo pieghi,
Che non sol che lo facciamuova, mutarche lo d’opinione;pieghi,
Che lo faccia mutar d’opinione;
ma fa ch’egli in persona andar non nieghi
Ma fa ch’egli in persona andar non nieghi
a supplicar Ruggier che gli perdone,
A supplicar Ruggier che gli perdone,
e per padre e per suocero l’accette;
E per padre e per suocero l’accette;
e così Bradamante gli promette.
E così Bradamante gli promette.
 
<span style="font-size:80%">65</span> A cui là dove, de la vita in forse,
{{gap|8em}}[65]
piangea i suoi casi in camera segreta,
A cui là dove, de la vita in forse,
con lieti gridi in molta fretta corse
perPiangea piùi d’unsuoi messocasi lain novellacamera lieta:segreta,
ondeCon illieti sanguegridi ch’alin cor,molta quandofretta lo morsecorse
primaPer ilpiù dolor,d’un fumesso trattola da lanovella pieta,lieta:
aOnde questoil annunziosangue ilch’al lasciòcor, soloquando inlo guisa,morse
che quasiPrima il gaudiodolor, hafu latratto donzellada la uccisa.pieta,
A questo annunzio il lasciò solo in guisa,
 
Che quasi il gaudio ha la donzella uccisa.
<span style="font-size:80%">66</span> Ella riman d’ogni vigor sì vota,
che di tenersi in piè non ha balìa;
{{gap|8em}}[66]
ben che di quella forza ch’esser nota
Ella riman d’ogni vigor sì vota,
vi debbe, e di quel grande animo sia.
Che di tenersi in piè non ha balìa;
Ben che di quella forza ch’esser nota
Vi debbe, e di quel grande animo sia.
Non più di lei, chi a ceppo, a laccio, a ruota
siaSia condannato o ad altra morte ria,
eE che già agli occhi abbia la benda negra,
gridarGridar sentendo grazia, si rallegra.
 
{{gap|8em}}[67]
<span style="font-size:80%">67</span> Si rallegra Mongrana e Chiaramonte,
Si rallegra Mongrana e Chiaramonte,
di nuovo nodo i dui raggiunti rami:
Di nuovo nodo i dui raggiunti rami:
altretanto si duol Gano col conte
Altretanto si duol Gano col conte
Anselmo, e con Falcon Gini e Ginami;
maMa pur coprendo sotto un’altra fronte
vanVan lor pensieri invidiosi e grami;
eE occasione attendon di vendetta,
comeCome la volpe al varco il lepre aspetta.
 
{{gap|8em}}[68]
<span style="font-size:80%">68</span> Oltre che già Rinaldo e Orlando ucciso
Oltre che già Rinaldo e Orlando ucciso
molti in più volte avean di quei malvagi;
Molti in più volte avean di quei malvagi;
ben che l’ingiurie fur con saggio avviso
dalBen reche acchetate,l’ingiurie edfur icon communsaggio disagi;avviso
aveaDal dire nuovoacchetate, lored levatoi ilcommun risodisagi;
Avea di nuovo lor levato il riso
l’ucciso Pinabello e Bertolagi:
L’ucciso Pinabello e Bertolagi:
ma pur la fellonia tenean coperta,
dissimulandoMa averpur la cosafellonia certa.tenean coperta,
Dissimulando aver la cosa certa.
 
<span style="font-size:80%">69</span> Gli imbasciatori bulgari che in corte
{{gap|8em}}[69]
di Carlo eran venuti, come ho detto,
Gli imbasciatori bulgari che in corte
con speme di trovare il guerrier forte
delDi liocorno,Carlo aleran regnovenuti, lorocome eletto;ho detto,
Con speme di trovare il guerrier forte
sentendol quivi, chiamar buona sorte
laDel lorliocorno, cheal datoregno avealoro alla speme effettoeletto;
Sentendol quivi, chiamar buona sorte
e riverenti ai piè se gli gittaro,
eLa lor, che tornassidato inavea Bulgheriaalla ilspeme pregaroeffetto;
E riverenti ai piè se gli gittaro,
 
E che tornassi in Bulgheria il pregaro;
<span style="font-size:80%">70</span> ove in Adrianopoli servato
gli era lo scettro e la real corona:
{{gap|8em}}[70]
ma venga egli a difendersi lo stato;
Ove in Adrianopoli servato
ch’a danni lor di nuovo si ragiona
cheGli piùera numerlo discettro gentee apparecchiatola real corona:
haMa Costantino,venga eegli tornaa ancodifendersi inlo persona:stato;
edCh’a essi,danni selor ’ldi suonuovo resi ponno aver seco,ragiona
Che più numer di gente apparecchiato
speran di torre a lui l’imperio greco.
Ha Costantino, e torna anco in persona:
 
Ed essi, se ’l suo re ponno aver seco,
<span style="font-size:80%">71</span> Ruggiero accettò il regno, e non contese
aiSperan preghidi loro,torre ea inlui Bulgherial’imperio promessegreco.
di ritrovarsi dopo il terzo mese,
{{gap|8em}}[71]
quando Fortuna altro di lui non fêsse.
Ruggiero accettò il regno, e non contese
Ai preghi loro, e in Bulgheria promesse
Di ritrovarsi dopo il terzo mese,
Quando Fortuna altro di lui non fêsse.
Leone Augusto che la cosa intese,
disseDisse a Ruggier, ch’alla sua fede stesse,
cheChe, poi ch’egli de’ Bulgari ha il domìno,
laLa pace è tra lor fatta e Costantino:
 
{{gap|8em}}[72]
<span style="font-size:80%">72</span> né da partir di Francia s’avrà in fretta,
Né da partir di Francia s’avrà in fretta,
per esser capitan de le sue squadre;
Per esser capitan de le sue squadre;
che d’ogni terra ch’abbiano suggetta,
Che d’ogni terra ch’abbiano suggetta,
far la rinunzia gli farà dal padre.
Far la rinunzia gli farà dal padre.
Non è virtù che di Ruggier sia detta,
ch’aCh’a muover sì l’ambiziosa madre
diDi Bradamante, e far che ’l genero ami,
vagliaVaglia, come ora udir, che re si chiami.
 
{{gap|8em}}[73]
<span style="font-size:80%">73</span> Fansi le nozze splendide e reali,
Fansi le nozze splendide e reali,
convenienti a chi cura ne piglia:
Convenienti a chi cura ne piglia:
Carlo ne piglia cura, e le fa quali
farebbeFarebbe, maritando una sua figlia.
I merti de la donna erano tali,
oltreOltre a quelli di tutta sua famiglia,
ch’aCh’a quel signor non parria uscir del segno,
seSe spendesse per lei mezzo il suo regno.
 
{{gap|8em}}[74]
<span style="font-size:80%">74</span> Libera corte fa bandire intorno,
Libera corte fa bandire intorno,
ove sicuro ognun possa venire;
eOve camposicuro francoognun sinpossa al nono giornovenire;
concedeE acampo chifranco contesesin haal danono partire.giorno
Concede a chi contese ha da partire.
Fe’ alla campagna l’apparato adorno
diDi rami intesti e di bei fiori ordire,
d’oroD’oro e di seta poi, tanto giocondo,
cheChe ’l più bel luogo mai non fu nel mondo.
 
{{gap|8em}}[75]
<span style="font-size:80%">75</span> Dentro a Parigi non sariano state
Dentro a Parigi non sariano state
l’innumerabil genti peregrine,
L’innumerabil genti peregrine,
povare e ricche e d’ogni qualitate,
Povare e ricche e d’ogni qualitate,
che v’eran, greche, barbare e latine.
Che v’eran, greche, barbare e latine.
Tanti signori, e imbascierie mandate
diDi tutto ’l mondo, non aveano fine:
eranoErano in padiglion, tende e frascati
conCon gran commodità tutti alloggiati.
 
{{gap|8em}}[76]
<span style="font-size:80%">76</span> Con eccellente e singulare ornato
Con eccellente e singulare ornato
la notte inanzi avea Melissa maga
La notte inanzi avea Melissa maga
il maritale albergo apparecchiato,
Il maritale albergo apparecchiato,
di ch’era stata già gran tempo vaga.
Di ch’era stata già gran tempo vaga.
Già molto tempo inanzi desiato
questaQuesta copula avea quella presaga:
deDe l’avvenir presaga, sapea quanta
bontadeBontade uscir dovea da la lor pianta.
 
{{gap|8em}}[77]
<span style="font-size:80%">77</span> Posto avea il genial letto fecondo
Posto avea il genial letto fecondo
in mezzo un padiglione amplo e capace,
In mezzo un padiglione amplo e capace,
il più ricco, il più ornato, il più giocondo
cheIl giàpiù mairicco, fosseil opiù perornato, guerrail opiù per pace,giocondo
oChe primagià omai dopo,fosse tesoo inper tuttoguerra ’lo mondo;per pace,
eO toltoprima ellao l’aveadopo, dalteso litoin trace:tutto ’l mondo;
E tolto ella l’avea dal lito trace:
l’avea di sopra a Costantin levato,
L’avea di sopra a Costantin levato,
ch’a diporto sul mar s’era attendato.
Ch’a diporto sul mar s’era attendato.
 
<span style="font-size:80%">78</span> Melissa di consenso di Leone,
{{gap|8em}}[78]
o più tosto per dargli maraviglia,
Melissa di consenso di Leone,
e mostrargli de l’arte paragone,
ch’alO granpiù vermotosto infernalper mettedargli la brigliamaraviglia,
E mostrargli de l’arte paragone,
e che di lui, come a lei par, dispone,
Ch’al gran vermo infernal mette la briglia,
e de la a Dio nimica empia famiglia;
fe’E dache Costantinopolidi lui, come a Parigilei par, dispone,
E de la a Dio nimica empia famiglia;
portare il padiglion dai messi stigi.
Fe’ da Costantinopoli a Parigi
 
Portare il padiglion dai messi stigi.
<span style="font-size:80%">79</span> Di sopra a Costantin ch’avea l’impero
di Grecia, lo levò da mezzo giorno,
{{gap|8em}}[79]
con le corde e col fusto, e con l’intero
Di sopra a guernimentoCostantin ch’avea dentro e d’intorno:l’impero
Di Grecia, lo levò da mezzo giorno,
lo fe’ portar per l’aria, e di Ruggiero
Con le corde e col fusto, e con l’intero
quivi lo fece alloggiamento adorno.
Guernimento ch’avea dentro e d’intorno:
Lo fe’ portar per l’aria, e di Ruggiero
Quivi lo fece alloggiamento adorno.
Poi, finite le nozze, anco tornollo
miraculosamenteMiraculosamente onde levollo.
 
{{gap|8em}}[80]
<span style="font-size:80%">80</span> Eran degli anni appresso che duo milia
Eran degli anni appresso che duo milia
che fu quel ricco padiglion trapunto.
Che fu quel ricco padiglion trapunto.
Una donzella de la terra d’Ilia,
ch’aveaCh’avea il furor profetico congiunto,
conCon studio di gran tempo e con vigilia
loLo fece di sua man di tutto punto.
Cassandra fu nomata, ed al fratello
inclitoInclito Ettòr fece un bel don di quello.
 
{{gap|8em}}[81]
<span style="font-size:80%">81</span> Il più cortese cavallier che mai
Il più cortese cavallier che mai
dovea del ceppo uscir del suo germano
Dovea del ceppo uscir del suo germano
(ben che sapea, da la radice assai
cheChe quel per molti rami era lontano)
ritrattoRitratto avea nei bei ricami gai
d’oroD’oro e di varia seta, di sua mano.
L’ebbe, mentre che visse, Ettorre in pregio
perPer chi lo fece, e pel lavoro egregio.
 
{{gap|8em}}[82]
<span style="font-size:80%">82</span> Ma poi ch’a tradimento ebbe la morte,
Ma poi ch’a tradimento ebbe la morte,
e fu ’l popul troian da’ Greci afflitto;
E fu ’l popul troian da’ Greci afflitto;
che Sinon falso aperse lor le porte,
eChe peggioSinon seguitò,falso cheaperse nonlor èle scritto;porte,
E peggio seguitò, che non è scritto;
Menelao ebbe il padiglione in sorte,
colCol quale a capitar venne in Egitto,
oveOve al re Proteo lo lasciò, se volse
laLa moglie aver, che quel tiran gli tolse.
 
{{gap|8em}}[83]
<span style="font-size:80%">83</span> Elena nominata era colei
Elena nominata era colei
per cui lo padiglione a Proteo diede;
chePer poicui successelo inpadiglione mana de’Proteo Tolomei,diede;
tantoChe chepoi Cleopatrasuccesse nein fuman erede.de’ Tolomei,
Tanto che Cleopatra ne fu erede.
Da le genti d’Agrippa tolto a lei
nelNel mar Leucadio fu con altre prede:
inIn man d’Augusto e di Tiberio venne,
eE in Roma sin a Costantin si tenne;
 
{{gap|8em}}[84]
<span style="font-size:80%">84</span> quel Costantin di cui doler si debbe
Quel Costantin di cui doler si debbe
la bella Italia, fin che gir il cielo.
La bella Italia, fin che gir il cielo.
Costantin, poi che ’l Tevero gl’increbbe,
portòPortò in Bisanzio il prezioso velo:
daDa un altro Costantin Melissa l’ebbe.
Oro le corde, avorio era lo stelo;
tuttoTutto trapunto con figure belle,
piùPiù che mai con pennel facesse Apelle.
 
{{gap|8em}}[85]
<span style="font-size:80%">85</span> Quivi le Grazie in abito giocondo
Quivi le Grazie in abito giocondo
una regina aiutavano al parto:
Una regina aiutavano al parto:
sì bello infante n’apparia, che ’l mondo
Sì bello infante n’apparia, che ’l mondo
non ebbe un tal dal secol primo al quarto.
Non ebbe un tal dal secol primo al quarto.
Vedeasi Iove, e Mercurio facondo,
Venere e Marte, che l’avevano sparto
aA man piene e spargean d’eterei fiori,
diDi dolce ambrosia e di celesti odori.
 
{{gap|8em}}[86]
<span style="font-size:80%">86</span> Ippolito diceva una scrittura
Ippolito diceva una scrittura
sopra le fasce in lettere minute.
Sopra le fasce in lettere minute.
In età poi più ferma l’Aventura
l’aveaL’avea per mano, e inanzi era Virtute.
Mostrava nove genti la pittura
conCon veste e chiome lunghe, che venute
aA domandar la parte di Corvino
eranoErano al padre il tenero bambino.
 
{{gap|8em}}[87]
<span style="font-size:80%">87</span> Da Ercole partirsi riverente
Da Ercole partirsi riverente
si vede, e da la madre Leonora;
eSi venir sul Danubiovede, ovee da la gentemadre Leonora;
correE avenir vederlosul Danubio, e come unove Diola l’adora.gente
Corre a vederlo, e come un Dio l’adora.
Vedesi il re degli Ungari prudente,
cheChe ’l maturo sapere ammira e onora
inIn non matura età tenera e molle,
eE sopra tutti i suoi baron l’estolle.
 
{{gap|8em}}[88]
<span style="font-size:80%">88</span> V’è che negli infantili e teneri anni
V’è che negli infantili e teneri anni
lo scettro di Strigonia in man gli pone:
Lo scettro di Strigonia in man gli pone:
sempre il fanciullo se gli vede a’ panni,
Sempre il fanciullo se gli vede a’ panni,
sia nel palagio, sia nel padiglione:
oSia contranel Turchipalagio, osia contranel gli Alemannipadiglione:
O contra Turchi, o contra gli Alemanni
quel re possente faccia espedizione,
Quel re possente faccia espedizione,
Ippolito gli è appresso, e fiso attende
a’A’ magnanimi gesti, e virtù apprende.
 
{{gap|8em}}[89]
<span style="font-size:80%">89</span> Quivi si vede, come il fior dispensi
Quivi si vede, come il fior dispensi
de’ suoi primi anni in disciplina ed arte.
De’ suoi primi anni in disciplina ed arte.
Fusco gli è appresso, che gli occulti sensi
chiariChiari gli espone de l’antiche carte.
- Questo schivar, questo seguir conviensi,
seSe immortal brami e glorioso farte, -
parPar che gli dica: così avea ben finti
iI gesti lor chi già gli avea dipinti.
 
{{gap|8em}}[90]
<span style="font-size:80%">90</span> Poi cardinale appar, ma giovinetto,
Poi cardinale appar, ma giovinetto,
sedere in Vaticano a consistoro,
Sedere in Vaticano a consistoro,
e con facondia aprir l’alto intelletto,
E con facondia aprir l’alto intelletto,
e far di sé stupir tutto quel coro.
-E Qualfar fiadi dunque costuistupir d’etàtutto perfetto?quel coro.
— Qual fia dunque costui d’età perfetto?
(parean con maraviglia dir tra loro).
Oh se di Pietro mai gli tocca il manto,
cheChe fortunata età! che secol santo! -
 
{{gap|8em}}[91]
<span style="font-size:80%">91</span> In altra parte i liberali spassi
In altra parte i liberali spassi
erano e i giuochi del giovene illustre.
Erano e i giuochi del giovene illustre.
Or gli orsi affronta sugli alpini sassi,
oraOra i cingiali in valle ima e palustre:
orOr s’un gianetto par che ’l vento passi,
seguendoSeguendo o caprio o cerva multilustre,
cheChe giunta par che bipartita cada
inIn parti uguali a un sol colpo di spada.
 
{{gap|8em}}[92]
<span style="font-size:80%">92</span> Di filosofi altrove e di poeti
Di filosofi altrove e di poeti
si vede in mezzo un’onorata squadra.
Si vede in mezzo un’onorata squadra.
Quel gli dipinge il corso de’ pianeti,
questiQuesti la terra, quello il ciel gli squadra:
questiQuesti meste elegie, quel versi lieti,
quelQuel canta eroici, o qualche oda leggiadra.
Musici ascolta, e vari suoni altrove;
senza somma grazia un passo muove.
 
{{gap|8em}}[93]
<span style="font-size:80%">93</span> In questa prima parte era dipinta
In questa prima parte era dipinta
del sublime garzon la puerizia.
Del sublime garzon la puerizia.
Cassandra l’altra avea tutta distinta
diDi gesti di prudenza, di iustizia,
diDi valor, di modestia, e de la quinta
cheChe tien con lor strettissima amicizia,
dicoDico de la virtù che dona e spende;
deDe le qual tutte illuminato splende.
 
{{gap|8em}}[94]
<span style="font-size:80%">94</span> In questa parte il giovene si vede
In questa parte il giovene si vede
col duca sfortunato degl’Insubri,
Col duca sfortunato degl’Insubri,
ch’ora in pace a consiglio con lui siede,
Ch’ora in pace a consiglio con lui siede,
or armato con lui spiega i colubri;
eOr semprearmato parcon d’unalui medesmaspiega fede,i colubri;
oE ne’sempre felicipar tempid’una omedesma nei lugubri:fede,
neO lane’ fugafelici lotempi segue,o lonei confortalugubri:
Ne la fuga lo segue, lo conforta
ne l’afflizion, gli è nel periglio scorta.
Ne l’afflizion, gli è nel periglio scorta.
 
<span style="font-size:80%">95</span> Si vede altrove a gran pensieri intento
{{gap|8em}}[95]
per salute d’Alfonso e di Ferrara;
Si vede altrove a gran pensieri intento
che va cercando per strano argumento,
Per salute d’Alfonso e di Ferrara;
e trova, e fa veder per cosa chiara
Che va cercando per strano argumento,
al giustissimo frate il tradimento
cheE glitrova, usae lafa famigliaveder suaper piùcosa cara:chiara
Al giustissimo frate il tradimento
e per questo si fa del nome erede,
cheChe Romagli ausa Ciceronla liberafamiglia diede.sua più cara:
E per questo si fa del nome erede,
 
Che Roma a Ciceron libera diede.
<span style="font-size:80%">96</span> Vedesi altrove in arme relucente,
ch’ad aiutar la Chiesa in fretta corre;
{{gap|8em}}[96]
e con tumultuaria e poca gente
Vedesi altrove in arme relucente,
a un esercito istrutto si va opporre;
Ch’ad aiutar la Chiesa in fretta corre;
e solo il ritrovarsi egli presente
E con tumultuaria e poca gente
tanto agli Ecclesiastici soccorre,
A un esercito istrutto si va opporre;
che ’l fuoco estingue pria ch’arder comince:
E solo il ritrovarsi egli presente
sì che può dir, che viene e vede e vince.
Tanto agli Ecclesiastici soccorre,
 
Che ’l fuoco estingue pria ch’arder comince:
<span style="font-size:80%">97</span> Vedesi altrove da la patria riva
Sì che può dir, che viene e vede e vince.
pugnar incontra la più forte armata,
che contra Turchi o contra gente argiva
{{gap|8em}}[97]
da’ Veneziani mai fosse mandata:
Vedesi altrove da la patria riva
la rompe e vince, ed al fratel captiva
Pugnar incontra la più forte armata,
con la gran preda l’ha tutta donata;
Che percontra Turchi vedio altrocontra serbarsigente lui,argiva
Da’ Veneziani mai fosse mandata:
che l’onor sol, che non può dare altrui.
La rompe e vince, ed al fratel captiva
 
Con la gran preda l’ha tutta donata;
<span style="font-size:80%">98</span> Le donne e i cavallier mirano fisi,
Né per sé vedi altro serbarsi lui,
senza trarne costrutto, le figure;
perchéChe nonl’onor hanno appressosol, che glinon può dare avvisialtrui.
che tutte quelle sien cose future.
{{gap|8em}}[98]
Le donne e i cavallier mirano fisi,
Senza trarne costrutto, le figure;
Perché non hanno appresso che gli avvisi
Che tutte quelle sien cose future.
Prendon piacere a riguardare i visi
belliBelli e ben fatti, e legger le scritture.
Sol Bradamante da Melissa istrutta
godeGode tra sé; che sa l’istoria tutta.
 
{{gap|8em}}[99]
<span style="font-size:80%">99</span> Ruggiero, ancor ch’a par di Bradamante
Ruggiero, ancor ch’a par di Bradamante
non ne sia dotto, pur gli torna a mente
cheNon frane isia nipotidotto, suoipur gli soleatorna Atlantea mente
Che fra i nipoti suoi gli solea Atlante
commendar questo Ippolito sovente.
Commendar questo Ippolito sovente.
Chi potria in versi a pieno dir le tante
cortesieCortesie che fa Carlo ad ogni gente?
Di vari giochi è sempre festa grande,
eE la mensa ognor piena di vivande.
 
{{gap|8em}}[100]
<span style="font-size:80%">100</span> Vedesi quivi chi è buon cavalliero;
Vedesi quivi chi è buon cavalliero;
che vi son mille lance il giorno rotte:
fansiChe battaglievi ason piedimille elance ail destriero,giorno rotte:
Fansi battaglie a piedi e a destriero,
altre accoppiate, altre confuse in frotte.
Altre accoppiate, altre confuse in frotte.
Più degli altri valor mostra Ruggiero,
cheChe vince sempre, e giostra il dì e la notte;
eE così in danza, in lotta ed in ogni opra
sempreSempre con molto onor resta di sopra.
 
{{gap|8em}}[101]
<span style="font-size:80%">101</span> L’ultimo dì, ne l’ora che ’l solenne
L’ultimo dì, ne l’ora che ’l solenne
convito era a gran festa incominciato;
cheConvito Carloera a mangran sinistrafesta Ruggier tenne,incominciato;
Che Carlo a man sinistra Ruggier tenne,
e Bradamante avea dal destro lato;
E Bradamante avea dal destro lato;
di verso la campagna in fretta venne
Di verso la campagna in fretta venne
contra le mense un cavalliero armato,
Contra le mense un cavalliero armato,
tutto coperto egli e ’l destrier di nero,
diTutto grancoperto persona,egli e di’l sembiantedestrier altiero.di nero,
Di gran persona, e di sembiante altiero.
 
<span style="font-size:80%">102</span> Quest’era il re d’Algier, che per lo scorno
{{gap|8em}}[102]
che gli fe’ sopra il ponte la donzella,
Quest’era il re d’Algier, che per lo scorno
giurato avea di non porsi arme intorno,
Che stringergli spada,fe’ sopra montareil inponte sellala donzella,
finGiurato cheavea di non fosseporsi unarme annointorno, un mese e un giorno
stato, comestringer eremitaspada, entro unamontare cella.in sella,
Fin che non fosse un anno, un mese e un giorno
Stato, come eremita, entro una cella.
Così a quel tempo solean per se stessi
punirsiPunirsi i cavallier di tali eccessi.
 
{{gap|8em}}[103]
<span style="font-size:80%">103</span> Se ben di Carlo in questo mezzo intese
Se ben di Carlo in questo mezzo intese
e del re suo signore ogni successo;
perE nondel disdirsi,re nonsuo piùsignore l’armeogni prese,successo;
che sePer non pertenessedisdirsi, ilnon fattopiù adl’arme esso.prese,
Che se non pertenesse il fatto ad esso.
Ma poi che tutto l’anno e tutto ’l mese
vedeVede finito, e tutto ’l giorno appresso
conCon nuove arme e cavallo e spada e lancia
allaAlla corte or ne vien quivi in Francia.
 
{{gap|8em}}[104]
<span style="font-size:80%">104</span> Senza smontar, senza chinar la testa,
Senza esmontar, senza segno alcunchinar dila riverenzatesta,
mostraE Carlosenza sprezzarsegno conalcun ladi sua gestariverenza,
Mostra Carlo sprezzar con la sua gesta,
e de tanti signor l’alta presenza.
E de tanti signor l’alta presenza.
Maraviglioso e attonito ognun resta,
cheChe si pigli costui tanta licenza.
Lasciano i cibi e lascian le parole
perPer ascoltar ciò che ’l guerrier dir vuole.
 
{{gap|8em}}[105]
<span style="font-size:80%">105</span> Poi che fu a Carlo ed a Ruggiero a fronte,
Poi che fu a Carlo ed a Ruggiero a fronte,
con alta voce ed orgoglioso grido:
Con alta voce ed orgoglioso grido:
- Son (disse) il re di Sarza, Rodomonte,
— Son (disse) il re di Sarza, Rodomonte,
che te, Ruggiero, alla battaglia sfido;
Che te, Ruggiero, alla battaglia sfido;
e qui ti vo’, prima che ’l sol tramonte,
E qui ti vo’, prima che ’l sol tramonte,
provar ch’al tuo signor sei stato infido;
eProvar chech’al nontuo merti, chesignor sei traditore,stato infido;
E che non merti, che sei traditore,
fra questi cavallieri alcun onore.
Fra questi cavallieri alcun onore.
 
<span style="font-size:80%">106</span> Ben che tua fellonia si vegga aperta,
{{gap|8em}}[106]
perché essendo cristian non pòi negarla;
Ben che tua fellonia si vegga aperta,
pur per farla apparere anco più certa,
Perché essendo cristian non pòi negarla;
in questo campo vengoti a provarla:
ePur seper personafarla haiapparere quianco chepiù faccia offertacerta,
In questo campo vengoti a provarla:
di combatter per te, voglio accettarla.
E se persona hai qui che faccia offerta
Di combatter per te, voglio accettarla.
Se non basta una, e quattro e sei n’accetto;
eE a tutte manterrò quel ch’io t’ho detto. -
 
{{gap|8em}}[107]
<span style="font-size:80%">107</span> Ruggiero a quel parlar ritto levosse,
Ruggiero a quel parlar ritto levosse,
e con licenza rispose di Carlo,
E con licenza rispose di Carlo,
che mentiva egli, e qualunqu’altro fosse,
Che mentiva egli, e qualunqu’altro fosse,
che traditor volesse nominarlo;
Che traditor volesse nominarlo;
che sempre col suo re così portosse,
Che sempre col suo re così portosse,
che giustamente alcun non può biasmarlo;
Che giustamente alcun non può biasmarlo;
e ch’era apparecchiato sostenere
E ch’era apparecchiato sostenere
che verso lui fe’ sempre il suo dovere:
Che verso lui fe’ sempre il suo dovere:
 
<span style="font-size:80%">108</span> e ch’a difender la sua causa era atto,
{{gap|8em}}[108]
senza torre in aiuto suo veruno;
E ch’a difender la sua causa era atto,
e che sperava di mostrargli in fatto,
Senza torre in aiuto suo veruno;
ch’assai n’avrebbe e forse troppo d’uno.
E che sperava di mostrargli in fatto,
Ch’assai n’avrebbe e forse troppo d’uno.
Quivi Rinaldo, quivi Orlando tratto,
quiviQuivi il marchese, e ’l figlio bianco e ’l bruno,
Dudon, Marfisa, contra il pagan fiero
s’eranS’eran per la difesa di Ruggiero;
 
{{gap|8em}}[109]
<span style="font-size:80%">109</span> mostrando ch’essendo egli nuovo sposo,
Mostrando ch’essendo egli nuovo sposo,
non dovea conturbar le proprie nozze.
Non dovea conturbar le proprie nozze.
Ruggier rispose lor: - State in riposo;
cheRuggier perrispose melor: fôran questeState scusein sozze. -riposo;
Che per me fôran queste scuse sozze. —
L’arme che tolse al Tartaro famoso,
venneroVennero, e fur tutte le lunghe mozze.
Gli sproni il conte Orlando a Ruggier strinse,
eE Carlo al fianco la spada gli cinse.
 
{{gap|8em}}[110]
<span style="font-size:80%">110</span> Bradamante e Marfisa la corazza
Bradamante e Marfisa la corazza
posta gli aveano, e tutto l’altro arnese.
Posta gli aveano, e tutto l’altro arnese.
Tenne Astolfo il destrier di buona razza,
tenneTenne la staffa il figlio del Danese.
Feron d’intorno far subito piazza
Rinaldo, Namo ed Olivier marchese:
cacciaroCacciaro in fretta ognun de lo steccato
aA tal bisogni sempre apparecchiato.
 
{{gap|8em}}[111]
<span style="font-size:80%">111</span> Donne e donzelle con pallida faccia
Donne e donzelle con pallida faccia
timide a guisa di columbe stanno,
Timide a guisa di columbe stanno,
che da’ granosi paschi ai nidi caccia
Che da’ granosi paschi ai nidi caccia
rabbia de’ venti che fremendo vanno
Rabbia de’ venti che fremendo vanno
con tuoni e lampi, e ’l nero aer minaccia
grandineCon tuoni e pioggialampi, e a’’l campinero strage eaer danno:minaccia
Grandine e pioggia, e a’ campi strage e danno:
timide stanno per Ruggier; che male
Timide stanno per Ruggier; che male
a quel fiero pagan lor parea uguale.
A quel fiero pagan lor parea uguale.
 
<span style="font-size:80%">112</span> Così a tutta la plebe e alla più parte
{{gap|8em}}[112]
dei cavallieri e dei baron parea;
Così a tutta la plebe chee dialla memoria ancor lor non sipiù parte
quelDei ch’incavallieri Parigie ildei paganbaron fatto aveaparea;
che,Che solo,di amemoria ferroancor elor anon fuoco una gransi parte
Quel ch’in Parigi il pagan fatto avea;
n’avea distrutta, e ancor vi rimanea,
eChe, rimarràsolo, a ferro e pera moltifuoco giorniuna ilgran segno:parte
N’avea distrutta, e ancor vi rimanea,
né maggior danno altronde ebbe quel regno.
E rimarrà per molti giorni il segno:
 
Né maggior danno altronde ebbe quel regno.
<span style="font-size:80%">113</span> Tremava, più ch’a tutti gli altri, il core
a Bradamante; non ch’ella credesse
{{gap|8em}}[113]
che ’l Saracin di forza, e del valore
Tremava, più ch’a tutti gli altri, il core
che vien dal cor, più di Ruggier potesse;
A Bradamante; non ch’ella credesse
né che ragion, che spesso dà l’onore
aChe chi’l l’haSaracin secodi forza, Rodomontee del avesse:valore
purChe starevien elladal noncor, puòpiù senzadi sospettoRuggier potesse;
che di temereragion, amando,che haspesso degno effetto.l’onore
A chi l’ha seco, Rodomonte avesse:
 
Pur stare ella non può senza sospetto;
<span style="font-size:80%">114</span> Oh quanto volentier sopra sé tolta
Che di temere, amando, ha degno effetto.
l’impresa avria di quella pugna incerta,
ancor che rimaner di vita sciolta
{{gap|8em}}[114]
per quella fosse stata più che certa!
Oh quanto volentier sopra sé tolta
L’impresa avria di quella pugna incerta,
Ancor che rimaner di vita sciolta
Per quella fosse stata più che certa!
Avria eletto a morir più d’una volta,
seSe può più d’una morte esser sofferta,
piùPiù tosto che patir che ’l suo consorte
siSi ponesse a pericol de la morte.
 
{{gap|8em}}[115]
<span style="font-size:80%">115</span> Ma non sa ritrovar priego che vaglia,
Ma non sa ritrovar priego che vaglia,
perché Ruggiero a lei l’impresa lassi.
Perché Ruggiero a lei l’impresa lassi.
A riguardare adunque la battaglia
conCon mesto viso e cor trepido stassi.
Quinci Ruggier, quindi il pagan si scaglia,
eE vengonsi a trovar coi ferri bassi.
Le lance all’incontrar parver di gielo;
iI tronchi, augelli a salir verso il cielo.
 
{{gap|8em}}[116]
<span style="font-size:80%">116</span> La lancia del pagan, che venne a corre
La lancia del pagan, che venne a corre
lo scudo a mezzo, fe’ debole effetto:
Lo scudo a mezzo, fe’ debole effetto:
tanto l’acciar, che pel famoso Ettorre
Tanto l’acciar, che pel famoso Ettorre
temprato avea Vulcano, era perfetto.
Temprato avea Vulcano, era perfetto.
Ruggier la lancia parimente a porre
gliGli andò allo scudo, e gliele passò netto;
tuttoTutto che fosse appresso un palmo grosso,
dentroDentro e di fuor d’acciaro, e in mezzo d’osso.
 
{{gap|8em}}[117]
<span style="font-size:80%">117</span> E se non che la lancia non sostenne
E se non che la lancia non sostenne
il grave scontro, e mancò al primo assalto,
eIl rottagrave in scheggescontro, e in tronchimancò averal leprimo penneassalto,
E rotta in schegge e in tronchi aver le penne
parve per l’aria, tanto volò in alto;
Parve per l’aria, tanto volò in alto;
l’osbergo aprìa (si furiosa venne),
seL’osbergo fosseaprìa stato(si adamantinofuriosa smaltovenne),
eSe finìafosse lastato battaglia;adamantino ma si roppe:smalto,
E finìa la battaglia; ma si roppe:
posero in terra ambi i destrier le groppe.
Posero in terra ambi i destrier le groppe.
 
<span style="font-size:80%">118</span> Con briglia e sproni i cavallieri instando,
{{gap|8em}}[118]
risalir feron subito i destrieri;
Con briglia e sproni i cavallieri instando,
e donde gittar l’aste, preso il brando,
Risalir feron subito i destrieri;
si tornato a ferir crudeli e fieri:
diE quadonde digittar l’aste, conpreso maestriail girandobrando,
gliSi animositornato cavallia attiferir crudeli e leggieri,fieri:
Di qua di là con maestria girando
con le pungenti spade incominciaro
Gli animosi cavalli atti e leggieri,
a tentar dove il ferro era più raro.
Con le pungenti spade incominciaro
 
A tentar dove il ferro era più raro.
<span style="font-size:80%">119</span> Non si trovò lo scoglio del serpente,
che fu sì duro, al petto Rodomonte,
{{gap|8em}}[119]
né di Nembrotte la spada tagliente,
Non si trovò lo scoglio del serpente,
né ’l solito elmo ebbe quel dì alla fronte;
cheChe l’usatefu armesì duro, quandoal fupetto perdenteRodomonte,
contra ladi donnaNembrotte di Dordonala alspada pontetagliente,
Né ’l solito elmo ebbe quel dì alla fronte;
lasciato avea sospese ai sacri marmi,
comeChe dil’usate sopraarme, averviquando dettofu parmi.perdente
Contra la donna di Dordona al ponte,
 
Lasciato avea sospese ai sacri marmi,
<span style="font-size:80%">120</span> Egli avea un’altra assai buona armatura,
nonCome comedi erasopra laavervi primadetto già perfetta:parmi.
ma né questa né quella né più dura
{{gap|8em}}[120]
a Balisarda si sarebbe retta;
Egli avea un’altra assai buona armatura,
a cui non osta incanto né fattura,
Non come era la prima già perfetta:
né finezza d’acciar né tempra eletta.
Ma né questa né quella né più dura
A Balisarda si sarebbe retta;
A cui non osta incanto né fattura,
Né finezza d’acciar né tempra eletta.
Ruggier di qua di là sì ben lavora,
ch’alCh’al pagan l’arme in più d’un loco fora.
 
{{gap|8em}}[121]
<span style="font-size:80%">121</span> Quando si vide in tante parti rosse
Quando si vide in tante parti rosse
il pagan l’arme, e non poter schivare
cheIl lapagan piùl’arme, partee dinon quellepoter percosseschivare
nonChe glila andassepiù laparte carnedi aquelle ritrovare;percosse
aNon maggiorgli rabbia,andasse ala piùcarne furor sia mosse,ritrovare;
A maggior rabbia, a più furor si mosse,
ch’a mezzo il verno il tempestoso mare:
Ch’a mezzo il verno il tempestoso mare:
getta lo scudo, e a tutto suo potere
suGetta l’elmolo discudo, Ruggieroe a duetutto mansuo fere.potere
Su l’elmo di Ruggiero a due man fere.
 
<span style="font-size:80%">122</span> Con quella estrema forza che percuote
{{gap|8em}}[122]
la machina ch’in Po sta su due navi,
Con quella estrema forza che percuote
e levata con uomini e con ruote
caderLa simachina lasciach’in suPo lesta su aguzzedue travi;navi,
fereE illevata pagancon Ruggier,uomini quantoe piùcon puote,ruote
conCader ambesi manlascia soprasu ognile pesoaguzze gravi:travi;
Fere il pagan Ruggier, quanto più puote,
giova l’elmo incantato; che senza esso,
luiCon colambe cavalloman avriasopra inogni unpeso colpo fesso.gravi:
Giova l’elmo incantato; che senza esso,
 
Lui col cavallo avria in un colpo fesso.
<span style="font-size:80%">123</span> Ruggiero andò due volte a capo chino,
e per cadere e braccia e gambe aperse.
{{gap|8em}}[123]
Ruggiero andò due volte a capo chino,
E per cadere e braccia e gambe aperse.
Raddoppia il fiero colpo il Saracino,
cheChe quel non abbia tempo a riaverse:
poiPoi vien col terzo ancor; ma il brando fino
lungo martellar più non sofferse;
cheChe volò in pezzi, ed al crudel pagano
disarmataDisarmata lasciò di sé la mano.
 
{{gap|8em}}[124]
<span style="font-size:80%">124</span> Rodomonte per questo non s’arresta,
Rodomonte per questo non s’arresta,
ma s’aventa a Ruggier che nulla sente;
inMa tals’aventa modoa intronataRuggier aveache lanulla testa,sente;
inIn tal modo offuscataintronata avea la mente.testa,
In tal modo offuscata avea la mente.
Ma ben dal sonno il Saracin lo desta:
gliGli cinge il collo col braccio possente;
eE con tal nodo e tanta forza afferra,
cheChe de l’arcion lo svelle, e caccia in terra.
 
{{gap|8em}}[125]
<span style="font-size:80%">125</span> Non fu in terra sì tosto, che risorse,
Non fu in terra sì tosto, che risorse,
via più che d’ira, di vergogna pieno;
peròVia più che ad’ira, Bradamantedi glivergogna occhi torse,pieno;
ePerò turbarche videa ilBradamante belgli visoocchi sereno.torse,
E turbar vide il bel viso sereno.
Ella al cader di lui rimase in forse,
eE fu la vita sua per venir meno.
Ruggiero ad emendar presto quell’onta,
stringeStringe la spada, e col pagan s’affronta.
 
{{gap|8em}}[126]
<span style="font-size:80%">126</span> Quel gli urta il destrier contra, ma Ruggiero
Quel gli urta il destrier contra, ma Ruggiero
lo cansa accortamente, e si ritira,
Lo cansa accortamente, e si ritira,
e nel passare, al fren piglia il destriero
conE lanel man mancapassare, eal fren intornopiglia loil raggira;destriero
e conCon la destraman manca, e intantointorno allo cavallieroraggira;
E con la destra intanto al cavalliero
ferire il fianco o il ventre o il petto mira;
Ferire il fianco o il ventre o il petto mira;
e di due punte fe’ sentirgli angoscia,
E di due punte fe’ sentirgli angoscia,
l’una nel fianco, e l’altra ne la coscia.
L’una nel fianco, e l’altra ne la coscia.
 
<span style="font-size:80%">127</span> Rodomonte, ch’in mano ancor tenea
{{gap|8em}}[127]
il pome e l’elsa de la spada rotta,
Rodomonte, ch’in mano ancor tenea
Il pome e l’elsa de la spada rotta,
Ruggier su l’elmo in guisa percotea,
cheChe lo potea stordire all’altra botta.
Ma Ruggier ch’a ragion vincer dovea,
gliGli prese il braccio, e tirò tanto allotta,
aggiungendoAggiungendo alla destra l’altra mano,
cheChe fuor di sella al fin trasse il pagano.
 
{{gap|8em}}[128]
<span style="font-size:80%">128</span> Sua forza o sua destrezza vuol che cada
Sua forza o sua destrezza vuol che cada
il pagan sì, ch’a Ruggier resti al paro:
voIl dirpagan chesì, caddech’a inRuggier piè;resti cheal per la spadaparo:
Vo dir che cadde in piè; che per la spada
Ruggiero averne il meglio giudicaro.
Ruggier cerca il pagan tenere a bada
lungiLungi da sé, né di accostarsi ha caro:
perPer lui non fa lasciar venirsi adosso
unUn corpo così grande e così grosso.
 
{{gap|8em}}[129]
<span style="font-size:80%">129</span> E insanguinargli pur tuttavia il fianco
E insanguinargli pur tuttavia il fianco
vede e la coscia e l’altre sue ferite.
Vede e la coscia e l’altre sue ferite.
Spera che venga a poco a poco manco,
che al fin gli abbia a dar vinta la lite.
L’elsa e ’l pome avea in mano il pagan anco,
eE con tutte le forze insieme unite
daDa sé scagliolli, e sì Ruggier percosse,
cheChe stordito ne fu più che mai fosse.
 
{{gap|8em}}[130]
<span style="font-size:80%">130</span> Ne la guancia de l’elmo, e ne la spalla
Ne la guancia de l’elmo, e ne la spalla
fu Ruggier colto, e sì quel colpo sente,
cheFu tuttoRuggier ne vacillacolto, e nesì quel colpo traballasente,
Che tutto ne vacilla e ne traballa,
e ritto se sostien difficilmente.
E ritto se sostien difficilmente.
Il pagan vuole entrar, ma il piè gli falla,
cheChe per la coscia offesa era impotente:
eE ’l volersi affrettar più del potere,
conCon un ginocchio in terra il fa cadere.
 
{{gap|8em}}[131]
<span style="font-size:80%">131</span> Ruggier non perde il tempo, e di grande urto
Ruggier non perde il tempo, e di grande urto
lo percuote nel petto e ne la faccia;
eLo soprapercuote glinel martella,petto e tienne la curto,faccia;
cheE consopra lagli manomartella, ine terratien anco lo caccia.curto,
Che con la mano in terra anco lo caccia.
Ma tanto fa il pagan che gli è risurto;
siSi stringe con Ruggier sì, che l’abbraccia:
l’unoL’uno e l’altro s’aggira, e scuote e preme,
arteArte aggiungendo alle sue forze estreme.
 
{{gap|8em}}[132]
<span style="font-size:80%">132</span> Di forza a Rodomonte una gran parte
Di forza a Rodomonte una gran parte
la coscia e ’l fianco aperto aveano tolto.
La coscia e ’l fianco aperto aveano tolto.
Ruggiero avea destrezza, avea grande arte,
eraEra alla lotta esercitato molto:
senteSente il vantaggio suo, né se ne parte;
eE donde il sangue uscir vede più sciolto,
eE dove più ferito il pagan vede,
puonPuon braccia e petto, e l’uno e l’altro piede.
 
{{gap|8em}}[133]
<span style="font-size:80%">133</span> Rodomonte pien d’ira e di dispetto
Rodomonte pien d’ira e di dispetto
Ruggier nel collo e ne le spalle prende:
orOr lo tira, or lo spinge, or sopra il petto
sollevatoSollevato da terra lo sospende,
quinciQuinci e quindi lo ruota, e lo tien stretto,
eE per farlo cader molto contende.
Ruggier sta in sé raccolto, e mette in opra
sennoSenno e valor, per rimaner di sopra.
 
{{gap|8em}}[134]
<span style="font-size:80%">134</span> Tanto le prese andò mutando il franco
Tanto le prese andò mutando il franco
e buon Ruggier, che Rodomonte cinse:
calcogliE ilbuon pettoRuggier, sulche sinistroRodomonte fianco,cinse:
Calcogli il petto sul sinistro fianco,
e con tutta sua forza ivi lo strinse.
E con tutta sua forza ivi lo strinse.
La gamba destra a un tempo inanzi al manco
ginocchioGinocchio e all’altro attraversogli e spinse;
eE da la terra in alto sollevollo,
eE con la testa in giù steso tornollo.
 
{{gap|8em}}[135]
<span style="font-size:80%">135</span> Del capo e de le schene Rodomonte
Del capo e de le schene Rodomonte
la terra impresse; e tal fu la percossa,
cheLa daterra leimpresse; piaghee sue,tal comefu dala fontepercossa,
lungiChe andòda ille sanguepiaghe asue, farcome lada terra rossa.fonte,
Lungi andò il sangue a far la terra rossa.
Ruggier, c’ha la Fortuna per la fronte,
perchéPerché levarsi il Saracin non possa,
l’unaL’una man col pugnal gli ha sopra gli occhi,
l’altraL’altra alla gola, al ventre gli ha i ginocchi.
 
{{gap|8em}}[136]
<span style="font-size:80%">136</span> Come talvolta, ove si cava l’oro
Come talvolta, ove si cava l’oro
là tra’ Pannoni o ne le mine ibere,
Là tra’ Pannoni o ne le mine ibere,
se improvisa ruina su coloro
Se improvisa ruina su coloro
che vi condusse empia avarizia, fere,
Che vi condusse empia avarizia, fere,
ne restano sì oppressi, che può il loro
spirtoNe arestano penasì oppressi, ondeche uscire,può aditoil avere:loro
cosìSpirto fua ilpena, Saracinonde nonuscire, menoadito oppressoavere:
Così fu il Saracin non meno oppresso
dal vincitor, tosto ch’in terra messo.
Dal vincitor, tosto ch’in terra messo.
 
<span style="font-size:80%">137</span> Alla vista de l’elmo gli appresenta
{{gap|8em}}[137]
la punta del pugnal ch’avea già tratto;
Alla vista de l’elmo gli appresenta
e che si renda, minacciando, tenta,
eLa dipunta lasciarlodel vivopugnal glich’avea fagià patto.tratto;
E che si renda, minacciando, tenta,
E di lasciarlo vivo gli fa patto.
Ma quel, che di morir manco paventa,
cheChe di mostrar viltade a un minimo atto,
siSi torce e scuote, e per por lui di sotto
metteMette ogni suo vigor, né gli fa motto.
 
{{gap|8em}}[138]
<span style="font-size:80%">138</span> Come mastin sotto il feroce alano
Come mastin sotto il feroce alano
che fissi i denti ne la gola gli abbia,
Che fissi i denti ne la gola gli abbia,
molto s’affanna e si dibatte invano
conMolto occhi ardentis’affanna e consi spumosedibatte labbia,invano
eCon nonocchi puòardenti uscire ale predatorcon dispumose manolabbia,
cheE vincenon dipuò vigor,uscire nonal giàpredator di rabbia:mano,
cosìChe fallavince aldi paganovigor, ogninon pensierogià di rabbia:
d’uscirCosì di sottofalla al vincitorpagano ogni Ruggiero.pensiero
D’uscir di sotto al vincitor Ruggiero.
 
<span style="font-size:80%">139</span> Pur si torce e dibatte sì, che viene
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ad espedirsi col braccio migliore;
Pur si torce e dibatte sì, che viene
e con la destra man che ’l pugnal tiene,
Ad espedirsi col braccio migliore;
che trasse anch’egli in quel contrasto fuore,
E con la destra man che ’l pugnal tiene,
tenta ferir Ruggier sotto le rene:
Che trasse anch’egli in quel contrasto fuore,
ma il giovene s’accorse de l’errore
inTenta cheferir poteaRuggier cader,sotto perle differirerene:
Ma il giovene s’accorse de l’errore
di far quel empio Saracin morire.
In che potea cader, per differire
 
Di far quel empio Saracin morire.
<span style="font-size:80%">140</span> E due e tre volte ne l’orribil fronte,
alzando, più ch’alzar si possa, il braccio,
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il ferro del pugnale a Rodomonte
E due e tre volte ne l’orribil fronte,
tutto nascose, e si levò d’impaccio.
Alzando, più ch’alzar si possa, il braccio,
Il ferro del pugnale a Rodomonte
Tutto nascose, e si levò d’impaccio.
Alle squalide ripe d’Acheronte,
scioltaSciolta dal corpo più freddo che giaccio,
bestemmiandoBestemmiando fuggì l’alma sdegnosa,
cheChe fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa.
</poem>