Orlando furioso (1928)/Canto 33: differenze tra le versioni

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Canto 33, ottava 125: "Cli augelli, che non han chiusa l’orecchia," -> Gli augelli... Così nell'edizione Mondadori di Piero Nardi 1953 e numerosi altri testi in rete
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<poem>
{{Ogap|18em}} [1]
Timagora, Parrasio, Polignoto,
Protogene, Timante, Apollodoro,
Apelle, più di tutti questi noto,
eE Zeusi, e gli altri ch’a quei tempi foro;
diDi quai la fama (mal grado di Cloto,
cheChe spinse i corpi e dipoi l’opre loro)
sempreSempre starà, fin che si legga e scriva,
mercéMercé degli scrittori, al mondo viva:
 
{{gap|8em}}[2]
{{O|2}} e quei che furo a’ nostri dì, o sono ora,
E quei che furo a’ nostri dì, o sono ora,
{{Ac|Leonardo da Vinci|Leonardo}}, Andrea Mantegna, Gian Bellino,
duoDuo Dossi, e quel ch’a par sculpe e colora,
{{§|Michel, più che mortale, angel divino|{{Ac|Michelangelo Buonarroti|Michel}}, più che mortale, angel divino}};
Bastiano, Rafael, Tizian, ch’onora
nonNon men Cador, che quei Venezia e Urbino;
eE gli altri di cui tal l’opra si vede,
qualQual de la prisca età si legge e crede:
 
{{gap|8em}}[3]
{{O|3}} questi che noi veggiàn pittori, e quelli
Questi che noi veggiàn pittori, e quelli
che già mille e mill’anni in pregio furo,
leChe cosegià chemille sone state,mill’anni coiin pennellipregio furo,
Le cose che son state, coi pennelli
fatt’hanno, altri su l’asse, altri sul muro.
Fatt’hanno, altri su l’asse, altri sul muro.
Non però udiste antiqui, né novelli
vedesteVedeste mai dipingere il futuro:
eE pur si sono istorie anco trovate,
cheChe son dipinte inanzi che sian state.
 
{{Ogap|48em}} [4]
Ma di saperlo far non si dia vanto
pittorePittore antico né pittor moderno;
eE ceda pur quest’arte al solo incanto,
delDel qual trieman gli spirti de lo ’nferno.
La sala ch’io dicea ne l’altro canto,
Merlin col libro, o fosse al lago Averno,
oO fosse sacro alle Nursine grotte,
feceFece far dai demonii in una notte.
 
{{gap|8em}}[5]
{{O|5}} Quest’arte, con che i nostri antiqui fenno
Quest’arte, con che i nostri antiqui fenno
mirande prove, a nostra etade è estinta.
Mirande prove, a nostra etade è estinta.
Ma ritornando ove aspettar mi denno
queiQuei che la sala hanno a veder dipinta,
dicoDico ch’a uno scudier fu fatto cenno,
ch’acceseCh’accese i torchi; onde la notte, vinta
dalDal gran splendor, si dileguò d’intorno;
più vi si vedria, se fosse giorno.
 
{{gap|8em}}[6]
{{O|6}} Quel signor disse lor: - Vo’ che sappiate,
Quel signor disse lor: — Vo’ che sappiate,
che de le guerre che son qui ritratte,
finChe alde le d’oggiguerre poche neche son state;qui ritratte,
eFin sonal prima dipinte,d’oggi chepoche sianne son fatte.state;
E son prima dipinte, che sian fatte.
Chi l’ha dipinte, ancor l’ha indovinate.
Quando vittoria avran, quando disfatte
inIn Italia saran le genti nostre,
potretePotrete qui veder come si mostre.
 
{{gap|8em}}[7]
{{O|7}} Le guerre ch’i Franceschi da far hanno
Le guerre ch’i Franceschi da far hanno
di là da l’Alpe, o bene o mal successe,
dalDi tempo suoda finl’Alpe, alo millesim’annobene o mal successe,
Dal tempo suo fin al millesim’anno,
Merlin profeta in questa sala messe;
ilIl qual mandato fu dal re britanno
alAl franco re ch’a Marcomir successe:
eE perché lo mandassi, e perché fatto
daDa Merlin fu il lavor, vi dirò a un tratto.
 
{{Ogap|88em}} [8]
Re Fieramonte, che passò primiero
conCon l’esercito franco in Gallia il Reno,
poiPoi che quella occupò, facea pensiero
diDi porre alla superba Italia il freno.
Faceal perciò, che più ’l romano Impero
vedeaVedea di giorno in giorno venir meno:
eE per tal causa col britanno Arturo
volseVolse far lega; ch’ambi a un tempo furo.
 
{{gap|8em}}[9]
{{O|9}} Artur, ch’impresa ancor senza consiglio
Artur, ch’impresa ancor senza consiglio
del profeta Merlin non fece mai,
diDel Merlin,profeta dico,Merlin delnon demoniofece figliomai,
cheDi delMerlin, futurodico, del antivedevademonio assaifiglio,
Che del futuro antivedeva assai,
per lui seppe, e saper fece il periglio
aPer Fieramontelui seppe, ae chesaper difece moltiil guaiperiglio
porràA sua genteFieramonte, s’entraa che nedi lamolti terraguai
Porrà sua gente, s’entra ne la terra
ch’Apenin parte, e il mare e l’Alpe serra.
Ch’Apenin parte, e il mare e l’Alpe serra.
 
<span style="font-size:80%">10</span> Merlin gli fe’ veder che quasi tutti
{{gap|8em}}[10]
gli altri che poi di Francia scettro avranno,
Merlin gli fe’ veder che quasi tutti
o di ferro gli eserciti distrutti,
oGli dialtri fameche opoi di pesteFrancia siscettro vedranno;avranno,
eO chedi breviferro allegrezzegli eeserciti lunghi luttidistrutti,
O di fame o di peste si vedranno;
poco guadagno ed infinito danno
E che brevi allegrezze e lunghi lutti,
riporteran d’Italia; che non lice
Poco guadagno ed infinito danno
che ’l Giglio in quel terreno abbia radice.
Riporteran d’Italia; che non lice
 
Che ’l Giglio in quel terreno abbia radice.
<span style="font-size:80%">11</span> Re Fieramonte gli prestò tal fede,
ch’altrove disegnò volger l’armata;
{{gap|8em}}[11]
e Merlin, che così la cosa vede,
Re Fieramonte gli prestò tal fede,
ch’abbia a venir, come se già sia stata,
Ch’altrove disegnò volger l’armata;
avere a’ prieghi di quel re si crede
laE salaMerlin, perche così la incantocosa istoriatavede,
Ch’abbia a venir, come se già sia stata,
ove dei Franchi ogni futuro gesto,
comeAvere giàa’ statoprieghi sia,di faquel manifesto.re si crede
La sala per incanto istoriata,
 
Ove dei Franchi ogni futuro gesto,
<span style="font-size:80%">12</span> Acciò chi poi succederà, comprenda
Come già stato sia, fa manifesto.
che, come ha d’acquistar vittoria e onore,
qualor d’Italia la difesa prenda
{{gap|8em}}[12]
incontra ogn’altro barbaro furore;
Acciò chi poi succederà, comprenda
così, s’avvien ch’a danneggiarla scenda,
perChe, porlecome ilha giogod’acquistar evittoria farsenee signoreonore,
Qualor d’Italia la difesa prenda
comprenda, dico, e rendasi ben certo
Incontra ogn’altro barbaro furore;
ch’oltre a quei monti avrà il sepulcro aperto. -
Così, s’avvien ch’a danneggiarla scenda,
 
Per porle il giogo e farsene signore,
<span style="font-size:80%">13</span> Così disse; e menò le donne dove
Comprenda, dico, e rendasi ben certo
incomincian l’istorie: e Singiberto
Ch’oltre a quei monti avrà il sepulcro aperto. —
fa lor veder, che per tesor si muove,
che gli ha Maurizio imperatore offerto.
{{gap|8em}}[13]
- Ecco che scende dal monte di Giove
Così disse; e menò le donne dove
nel pian da l’Ambra e dal Ticino aperto.
Incomincian l’istorie: e Singiberto
Fa lor veder, che per tesor si muove,
Che gli ha Maurizio imperatore offerto.
— Ecco che scende dal monte di Giove
Nel pian da l’Ambra e dal Ticino aperto.
Vedete Eutar, che non pur l’ha respinto,
maMa volto in fuga e fracassato e vinto.
 
{{gap|8em}}[14]
<span style="font-size:80%">14</span> Vedete Clodoveo, ch’a più di cento
Vedete Clodoveo, ch’a più di cento
mila persone fa passare il monte:
vedeteMila ilpersone ducafa passare diil Benevento,monte:
cheVedete conil numerduca dispar viendi loro a fronte.Benevento,
Che con numer dispar vien loro a fronte.
Ecco finge lasciar l’alloggiamento,
eE pon gli aguati: ecco, con morti ed onte,
alAl vin lombardo la gente francesca
correCorre, e riman come la lasca all’esca.
 
{{gap|8em}}[15]
<span style="font-size:80%">15</span> Ecco in Italia Childiberto quanta
Ecco in Italia Childiberto quanta
gente di Francia e capitani invia;
Gente di Francia e capitani invia;
né più che Clodoveo, si gloria e vanta
Né più che Clodoveo, si gloria e vanta
ch’abbia spogliata o vinta Lombardia;
Ch’abbia spogliata o vinta Lombardia;
che la spada del ciel scende con tanta
strageChe de’la suoi,spada chedel n’èciel pienascende ognicon via,tanta
mortiStrage dide’ caldosuoi, eche din’è profluviopiena d’alvo;ogni via,
sì cheMorti di diecicaldo une non nedi tornaprofluvio salvo.d’alvo;
Sì che di dieci un non ne torna salvo.
 
<span style="font-size:80%">16</span> Mostra Pipino, e mostra Carlo appresso,
{{gap|8em}}[16]
come in Italia un dopo l’altro scenda,
Mostra Pipino, e mostra Carlo appresso,
e v’abbia questo e quel lieto successo,
Come in Italia un dopo l’altro scenda,
che venuto non v’è perché l’offenda;
maE l’uno,v’abbia acciòquesto ile pastorquel Stefanolieto oppressosuccesso,
Che venuto non v’è perché l’offenda;
l’altro Adriano, e poi Leon difenda:
Ma l’uno, acciò il pastor Stefano oppresso,
l’un doma Aistulfo, e l’altro vince e prende
ilL’altro successoreAdriano, e alpoi papaLeon il suo onor rende.difenda:
L’un doma Aistulfo, e l’altro vince e prende
 
Il successore, e al papa il suo onor rende.
<span style="font-size:80%">17</span> Lor mostra appresso un giovene Pipino,
che con sua gente par che tutto cuopra
{{gap|8em}}[17]
da le Fornaci al lito pelestino;
Lor mostra appresso un giovene Pipino,
e faccia con gran spesa e con lung’opra
ilChe pontecon asua Malamocco,gente epar che vicinotutto cuopra
giungaDa ale Rialto,Fornaci eal vilito combatta sopra.pelestino;
E faccia con gran spesa e con lung’opra
Il ponte a Malamocco, e che vicino
Giunga a Rialto, e vi combatta sopra.
Poi fuggir sembra, e che i suoi lasci sotto
l’acqueL’acque; che ’l ponte il vento e ’l mar gli han rotto.
 
{{gap|8em}}[18]
<span style="font-size:80%">18</span> - Ecco Luigi Borgognon, che scende
— Ecco Luigi Borgognon, che scende
là dove par che resti vinto e preso,
e chedove giurarpar gliche facciaresti chivinto loe prendepreso,
cheE piùche dagiurar l’armegli suefaccia nonchi saràlo offeso.prende,
Che più da l’arme sue non sarà offeso.
Ecco che ’l giuramento vilipende;
eccoEcco di nuovo cade al laccio teso;
eccoEcco vi lascia gli occhi, e come talpe
loLo riportano i suoi di qua da l’Alpe.
 
{{gap|8em}}[19]
<span style="font-size:80%">19</span> Vedete un Ugo d’Arli far gran fatti,
Vedete un Ugo d’Arli far gran fatti,
e che d’Italia caccia i Berengari;
E che d’Italia caccia i Berengari;
e due o tre volte gli ha rotti e disfatti,
E due o tre volte gli ha rotti e disfatti,
or dagli Unni rimessi, or dai Bavari.
Or dagli Unni rimessi, or dai Bavari.
Poi da più forza è stretto di far patti
conCon l’inimico, e non sta in vita guari;
guari dopo lui vi sta l’erede,
eE ’l regno intero a Berengario cede.
 
{{gap|8em}}[20]
<span style="font-size:80%">20</span> Vedete un altro Carlo, che a’ conforti
Vedete un altro Carlo, che a’ conforti
del buon Pastor fuoco in Italia ha messo;
eDel inbuon duePastor fierefuoco battagliein Italia ha duo re morti,messo;
E in due fiere battaglie ha duo re morti,
Manfredi prima, e Coradino appresso.
Poi la sua gente, che con mille torti
sembraSembra tenere il nuovo regno oppresso,
diDi qua e di là per le città divisa,
vedeteVedete a un suon di vespro tutta uccisa. -
 
{{gap|8em}}[21]
<span style="font-size:80%">21</span> Lor mostra poi (ma vi parea intervallo
Lor mostra poi (ma vi parea intervallo
di molti e molti, non ch’anni, ma lustri)
Di molti e molti, non ch’anni, ma lustri)
scender dai monti un capitano Gallo,
Scender dai monti un capitano Gallo,
e romper guerra ai gran Visconti illustri;
E romper guerra ai gran Visconti illustri;
e con gente francesca a piè e a cavallo
E con gente francesca a piè e a cavallo
par ch’Alessandria intorno cinga e lustri;
Par ch’Alessandria intorno cinga e lustri;
e che ’l duca il presidio dentro posto,
eE fuorche abbia’l l’aguatoduca unil po’presidio discosto;dentro posto,
E fuor abbia l’aguato un po’ discosto;
 
<span style="font-size:80%">22</span> e la gente di Francia malaccorta,
{{gap|8em}}[22]
tratta con arte ove la rete è tesa,
E la gente di Francia malaccorta,
col conte Armeniaco, la cui scorta
Tratta con arte ove la rete è tesa,
l’avea condotta all’infelice impresa,
giacciaCol perconte tuttaArmeniaco, la campagnacui morta,scorta
L’avea condotta all’infelice impresa,
parte sia tratta in Alessandria presa:
Giaccia per tutta la campagna morta,
e di sangue non men che d’acqua grosso,
Parte sia tratta in Alessandria presa:
il Tanaro si vede il Po far rosso.
E di sangue non men che d’acqua grosso,
 
Il Tanaro si vede il Po far rosso.
<span style="font-size:80%">23</span> Un, detto de la Marca, e tre Angioini
mostra l’un dopo l’altro, e dice: - Questi
{{gap|8em}}[23]
a Bruci, a Dauni, a Marsi, a Salentini
Un, detto de la Marca, e tre Angioini
vedete come son spesso molesti.
Mostra l’un dopo l’altro, e dice: — Questi
A Bruci, a Dauni, a Marsi, a Salentini
Vedete come son spesso molesti.
Ma né de’ Franchi val né de’ Latini
aiutoAiuto sì, ch’alcun di lor vi resti:
eccoEcco li caccia fuor del regno, quante
volteVolte vi vanno, Alfonso e poi Ferrante.
 
{{gap|8em}}[24]
<span style="font-size:80%">24</span> Vedete Carlo ottavo, che discende
Vedete Carlo ottavo, che discende
da l’Alpe, e seco ha il fior di tutta Francia,
cheDa passal’Alpe, ile Liriseco eha il tuttofior ’ldi regnotutta prendeFrancia,
Che passa il Liri e tutto ’l regno prende
senza mai stringer spada o abbassar lancia,
Senza mai stringer spada o abbassar lancia,
fuor che lo scoglio ch’a Tifeo si stende
suFuor leche braccia,lo sulscoglio pettoch’a eTifeo susi la pancia;stende
Su le braccia, sul petto e su la pancia;
che del buon sangue d’Avalo al contrasto
Che del buon sangue d’Avalo al contrasto
la virtù trova d’Inico del Vasto. -
La virtù trova d’Inico del Vasto. —
 
<span style="font-size:80%">25</span> Il signor de la rocca, che venìa
{{gap|8em}}[25]
quest’istoria additando a Bradamante,
Il signor de la rocca, che venìa
mostrato che l’ebbe Ischia, disse: - Pria
Quest’istoria additando a Bradamante,
ch’a vedere altro più vi meni avante,
Mostrato che l’ebbe Ischia, disse: — Pria
io vi dirò quel ch’a me dir solia
ilCh’a bisavolovedere mio,altro quand’iopiù eravi infantemeni avante,
eIo vi dirò quel chech’a similmenteme midir diceasolia
Il bisavolo mio, quand’io era infante,
che da suo padre udito anch’esso avea;
E quel che similmente mi dicea
 
Che da suo padre udito anch’esso avea;
<span style="font-size:80%">26</span> e ’l padre suo da un altro, o padre o fosse
avolo, e l’un da l’altro sin a quello
{{gap|8em}}[26]
ch’a udirlo da quel proprio ritrovosse,
E ’l padre suo da un altro, o padre o fosse
che l’imagini fe’ senza pennello,
cheAvolo, quie vedetel’un bianche,da azzurrel’altro esin a rosse:quello
Ch’a udirlo da quel proprio ritrovosse,
udì che, quando al re mostrò il castello
Che l’imagini fe’ senza pennello,
ch’or mostro a voi su quest’altiero scoglio,
gliChe dissequi quelvedete ch’abianche, voiazzurre riferire voglio.rosse:
Udì che, quando al re mostrò il castello
 
Ch’or mostro a voi su quest’altiero scoglio,
<span style="font-size:80%">27</span> Udì che gli dicea ch’in in questo loco
diGli queldisse buonquel cavallierch’a chevoi loriferir difendevoglio.
con tanto ardir, che par disprezzi il fuoco
{{gap|8em}}[27]
che d’ogn’intorno e sino al Faro incende,
Udì che gli dicea ch’in in questo loco
nascer debbe in quei tempi o dopo poco
Di quel buon cavallier che lo difende
Con tanto ardir, che par disprezzi il fuoco
Che d’ogn’intorno e sino al Faro incende,
Nascer debbe in quei tempi o dopo poco
(e ben gli disse l’anno e le calende)
unUn cavalliero, a cui sarà secondo
ogn’altroOgn’altro che sin qui sia stato al mondo.
 
{{gap|8em}}[28]
<span style="font-size:80%">28</span> Non fu Nireo sì bel, non sì eccellente
Non fu Nireo di forze Achillebel, e non sì ardito Ulisse,eccellente
nonDi forze veloce LadaAchille, e non prudentesì ardito Ulisse,
Non sì veloce Lada, non prudente
Nestor, che tanto seppe e tanto visse,
nonNon tanto liberal, tanto clemente,
l’anticaL’antica fama Cesare descrisse;
cheChe verso l’uom ch’in Ischia nascer deve,
nonNon abbia ogni lor vanto a restar lieve.
 
{{gap|8em}}[29]
<span style="font-size:80%">29</span> E se si gloriò l’antiqua Creta,
E se si gloriò l’antiqua Creta,
quando il nipote in lei nacque di Celo,
seQuando Tebeil fecenipote Ercolein elei Bacconacque lietadi Celo,
seSe siTebe vantòfece deiErcole duoe gemelliBacco Delo;lieta,
Se questasi isolavantò avràdei daduo starsigemelli cheta,Delo;
che nonquesta s’esaltiisola eavrà nonda sistarsi levi in cielocheta,
Che non s’esalti e non si levi in cielo,
quando nascerà in lei quel gran marchese
Quando nascerà in lei quel gran marchese
ch’avrà sì d’ogni grazia il ciel cortese.
Ch’avrà sì d’ogni grazia il ciel cortese.
 
<span style="font-size:80%">30</span> Merlin gli disse, e replicògli spesso,
{{gap|8em}}[30]
ch’era serbato a nascere all’etade
Merlin gli disse, e replicògli spesso,
che più il romano Imperio saria oppresso,
Ch’era serbato a nascere all’etade
acciò per lui tornasse in libertade.
Che più il romano Imperio saria oppresso,
Acciò per lui tornasse in libertade.
Ma perché alcuno de’ suoi gesti appresso
viVi mostrerò, predirli non accade. -
Così disse; e tornò all’istoria dove
diDi Carlo si vedean l’inclite prove.
 
{{gap|8em}}[31]
<span style="font-size:80%">31</span> - Ecco (dicea) sì pente Ludovico
— Ecco (dicea) sì pente Ludovico
d’aver fatto in ltalia venir Carlo;
D’aver fatto in ltalia venir Carlo;
che sol per travagliar l’emulo antico
Che sol per travagliar l’emulo antico
chiamato ve l’avea, non per cacciarlo;
Chiamato ve l’avea, non per cacciarlo;
e se gli scuopre al ritornar nimico
conE Venezianise ingli lega,scuopre eal vuolritornar pigliarlo.nimico
Con Veneziani in lega, e vuol pigliarlo.
Ecco la lancia il re animoso abbassa,
apreApre la strada e, lor mal grado, passa.
 
{{gap|8em}}[32]
<span style="font-size:80%">32</span> Ma la sua gente ch’a difesa resta
Ma la sua gente ch’a difesa resta
del nuovo regno, ha ben contraria sorte;
Del nuovo regno, ha ben contraria sorte;
che Ferrante, con l’opra che gli presta
Che Ferrante, con l’opra che gli presta
il signor mantuan, torna sì forte,
ch’inIl pochisignor mesimantuan, nontorna ne lascia testaforte,
oCh’in inpochi terra o in mar, chemesi non siane messalascia a morte:testa,
poiO perin unterra uomo in mar, che glinon èsia conmessa fraudea estinto,morte:
nonPoi parper cheun sentauom che ilgli gaudioè d’avercon vinto.fraude -estinto,
Non par che senta il gaudio d’aver vinto. —
 
<span style="font-size:80%">33</span> Così dicendo, mostragli il marchese
{{gap|8em}}[33]
Alfonso di Pescara, e dice: - Dopo
Così dicendo, mostragli il marchese
che costui comparito in mille imprese
Alfonso di Pescara, e dice: — Dopo
sarà più risplendente che piropo,
Che costui comparito in mille imprese
ecco qui ne l’insidie che gli ha tese
Sarà più risplendente che piropo,
con un trattato doppio il rio Etiopo,
Ecco qui ne l’insidie che gli ha tese
come scannato di saetta cade
Con un trattato doppio il rio Etiopo,
il miglior cavallier di quella etade.
Come scannato di saetta cade
 
Il miglior cavallier di quella etade.
<span style="font-size:80%">34</span> Poi mostra ove il duodecimo Luigi
passa con scorta italiana i monti,
{{gap|8em}}[34]
e svelto il Moro, pon la Fiordaligi
Poi mostra ove il duodecimo Luigi
nel fecondo terren già de’ Visconti.
Passa con scorta italiana i monti,
E svelto il Moro, pon la Fiordaligi
Nel fecondo terren già de’ Visconti.
Indi manda sua gente pei vestigi
diDi Carlo, a far sul Garigliano i ponti;
laLa quale appresso andar rotta e dispersa
siSi vede, e morta e nel fiume summersa.
 
{{gap|8em}}[35]
<span style="font-size:80%">35</span> Vedete in Puglia non minor macello
Vedete in Puglia non minor macello
de l’esercito franco in fuga volto;
eDe Consalvol’esercito Ferrantefranco ispanoin èfuga quellovolto;
E Consalvo Ferrante ispano è quello
che due volte alla trappola l’ha colto.
Che due volte alla trappola l’ha colto.
E come qui turbato, così bello
mostraMostra Fortuna al re Luigi il volto
nelNel ricco pian che, fin dove Adria stride,
traTra l’Apenino e l’Alpe il Po divide. -
 
{{gap|8em}}[36]
<span style="font-size:80%">36</span> Così dicendo, se stesso riprende
Così dicendo, se stesso riprende
che quel ch’avea a dir prima abbia lasciato;
Che quel ch’avea a dir prima abbia lasciato;
e torna a dietro, e mostra uno che vende
ilE casteltorna chea ’ldietro, signore suomostra gliuno aveache dato;vende
Il castel che ’l signor suo gli avea dato;
mostra il perfido Svizzero che prende
Mostra il perfido Svizzero che prende
colui ch’a sua difesa l’ha assoldato:
Colui ch’a sua difesa l’ha assoldato:
le quai due cose, senza abbassar lancia,
hanLe datoquai ladue vittoriacose, alsenza reabbassar di Francia.lancia,
Han dato la vittoria al re di Francia.
 
<span style="font-size:80%">37</span> Poi mostra Cesar Borgia col favore
{{gap|8em}}[37]
di questo re farsi in Italia grande;
Poi mostra Cesar Borgia col favore
ch’ogni baron di Roma, ogni signore
Di questo re farsi in Italia grande;
suggietto a lei, par ch’in esilio mande.
Ch’ogni baron di Roma, ogni signore
Suggietto a lei, par ch’in esilio mande.
Poi mostra il re che di Bologna fuore
levaLeva la Sega, e vi fa entrar le Giande;
poiPoi come volge i Genovesi in fuga
fattiFatti ribelli, e la città suggiuga.
 
{{gap|8em}}[38]
<span style="font-size:80%">38</span> - Vedete (dice poi) di gente morta
— Vedete (dice poi) di gente morta
coperta in Giaradada la campagna.
Coperta in Giaradada la campagna.
Par ch’apra ogni cittade al re la porta,
eE che Venezia a pena vi rimagna.
Vedete come al papa non comporta
cheChe, passati i confini di Romagna,
Modana al duca di Ferrara toglia,
qui si fermi, e ’l resto tor gli voglia:
 
{{gap|8em}}[39]
<span style="font-size:80%">39</span> e fa, all’incontro, a lui Bologna torre;
E fa, all’incontro, a lui Bologna torre;
che v’entra la Bentivola famiglia.
Che v’entra la Bentivola famiglia.
Vedete il campo de’ Francesi porre
aA sacco Brescia, poi che la ripiglia;
eE quasi a un tempo Felsina soccorre,
eE ’l campo ecclesiastico sgombiglia:
eE l’uno e l’altro poi nei luoghi bassi
parPar si riduca del lito de Chiassi.
 
{{gap|8em}}[40]
<span style="font-size:80%">40</span> Di qua la Francia, e di là il campo ingrossa
Di qua la Francia, e di là il campo ingrossa
la gente ispana; e la battaglia è grande.
La gente ispana; e la battaglia è grande.
Cader si vede e far la terra rossa
laLa gente d’arme in amendua le bande.
Piena di sangue uman pare ogni fossa:
Marte sta in dubbio u’ la vittoria mande.
Per virtù d’un Alfonso al fin si vede
cheChe resta il Franco, e che l’Ispano cede,
 
{{gap|8em}}[41]
<span style="font-size:80%">41</span> e che Ravenna saccheggiata resta.
E che Ravenna saccheggiata resta.
Si morde il papa per dolor le labbia,
eE fa da’ monti, a guisa di tempesta,
scendereScendere in fretta una tedesca rabbia,
ch’ogniCh’ogni Francese, senza mai far testa,
diDi qua da l’Alpe par che cacciat’abbia,
eE che posto un rampollo abbia del Moro
nelNel giardino onde svelse i Gigli d’oro.
 
{{gap|8em}}[42]
<span style="font-size:80%">42</span> Ecco torna il Francese: eccolo rotto
Ecco torna il Francese: eccolo rotto
da l’infedele Elvezio ch’in suo aiuto
Da l’infedele Elvezio ch’in suo aiuto
con troppo rischio ha il giovine condotto,
Con troppo rischio ha il giovine condotto,
del quale il padre avea preso e venduto.
Del quale il padre avea preso e venduto.
Vedete poi l’esercito, che sotto
laLa ruota di Fortuna era caduto,
creatoCreato il novo re, che si prepara
deDe l’onta vendicar ch’ebbe a Novara:
 
{{gap|8em}}[43]
<span style="font-size:80%">43</span> e con migliore auspizio ecco ritorna.
E con migliore auspizio ecco ritorna.
Vedete il re Francesco inanzi a tutti,
cheChe così rompe a’ Svizzeri le corna,
cheChe poco resta a non gli aver distrutti:
che ’l titolo mai più non gli adorna,
ch’usurpatoCh’usurpato s’avran quei villan brutti,
cheChe domator de’ principi, e difesa
siSi nomeran de la cristiana Chiesa.
 
{{gap|8em}}[44]
<span style="font-size:80%">44</span> Ecco, mal grado de la lega, prende
Ecco, mal grado de la lega, prende
Milano, e accorda il giovene Sforzesco.
Ecco Borbon che la città difende
pelPel re di Francia dal furor tedesco.
Eccovi poi, che mentre altrove attende
adAd altre magne imprese il re Francesco,
sa quanta superbia e crudeltade
usinoUsino i suoi, gli è tolta la cittade.
 
{{gap|8em}}[45]
<span style="font-size:80%">45</span> Ecco un altro Francesco ch’assimiglia
Ecco un altro Francesco ch’assimiglia
di virtù all’avo, e non di nome solo;
che,Di fattovirtù uscirneall’avo, ie Galli,non di sinome ripigliasolo;
colChe, favorfatto deuscirne lai ChiesaGalli, ilsi patrio suolo.ripiglia
Col favor de la Chiesa il patrio suolo.
Francia anco torna, ma ritien la briglia,
scorre Italia, come suole, a volo;
cheChe ’l bon duca di Mantua sul Ticino
leLe chiude il passo, e le taglia il camino.
 
{{gap|8em}}[46]
<span style="font-size:80%">46</span> Federico, ch’ancor non ha la guancia
Federico, ch’ancor non ha la guancia
de’ primi fiori sparsa, si fa degno
De’ primi fiori sparsa, si fa degno
di gloria eterna, ch’abbia con la lancia,
maDi piùgloria coneterna, diligenzach’abbia econ conla ingegnolancia,
Ma più con diligenza e con ingegno,
Pavia difesa dal furor di Francia,
eE del Leon del mar rotto il disegno.
Vedete duo marchesi, ambi terrore
diDi nostre genti, ambi d’Italia onore;
 
{{gap|8em}}[47]
<span style="font-size:80%">47</span> ambi d’un sangue, ambi in un nido nati.
Ambi d’un sangue, ambi in un nido nati.
Di quel marchese Alfonso il primo è figlio,
ilIl qual tratto dal Negro negli aguati,
vedesteVedeste il terren far di sé vermiglio.
Vedete quante volte son cacciati
d’ItaliaD’Italia i Franchi pel costui consiglio.
L’altro di sì benigno e lieto aspetto
ilIl Vasto signoreggia, e Alfonso è detto.
 
{{gap|8em}}[48]
<span style="font-size:80%">48</span> - Questo è il buon cavallier, di cui dicea,
— Questo è il buon cavallier, di cui dicea,
quando l’isola d’Ischia vi mostrai,
Quando l’isola d’Ischia vi mostrai,
che già profetizzando detto avea
Che già profetizzando detto avea
Merlino a Fieramonte cose assai:
cheChe diferire a nascere dovea
nelNel tempo che d’aiuto più che mai
l’afflittaL’afflitta Italia, la Chiesa e l’Impero
contraContra ai barbari insulti avria mistiero.
 
{{gap|8em}}[49]
<span style="font-size:80%">49</span> Costui dietro al cugin suo di Pescara
Costui dietro al cugin suo di Pescara
con l’auspicio di Prosper Colonnese,
Con l’auspicio di Prosper Colonnese,
vedete come la Bicocca cara
Vedete come la Bicocca cara
fa parere all’Elvezio e più al Francese.
Fa parere all’Elvezio e più al Francese.
Ecco di nuovo Francia si prepara
diDi ristaurar le mal successe imprese:
scendeScende il re con un campo in Lombardia,
unUn altro per pigliar Napoli invia.
 
{{gap|8em}}[50]
<span style="font-size:80%">50</span> Ma quella che di noi fa come il vento
Ma quella che di noi fa come il vento
d’arida polve, che l’aggira in volta,
laD’arida levapolve, finche al cielo, el’aggira in un momentovolta,
aLa terraleva lafin ricacciaal cielo, ondee in l’haun tolta;momento
faA ch’intornoterra ala Paviaricaccia, credeonde dil’ha centotolta;
Fa ch’intorno a Pavia crede di cento
mila persone aver fatto raccolta
Mila persone aver fatto raccolta
il re, che mira a quel che di man gli esce,
nonIl sere, lache gentemira suaa siquel scemache odi cresce.man gli esce,
Non se la gente sua si scema o cresce.
 
<span style="font-size:80%">51</span> Così per colpa de’ ministri avari,
{{gap|8em}}[51]
e per bontà del re che se ne fida,
Così per colpa de’ ministri avari,
sotto l’insegne si raccoglion rari,
quandoE laper nottebontà ildel campore all’armeche gridase ne fida,
Sotto l’insegne si raccoglion rari,
che si vede assalir dentro ai ripari
Quando la notte il campo all’arme grida,
dal sagace Spagnuol, che con la guida
diChe duosi delvede sangueassalir d’Avalodentro ardiriaai ripari
farsiDal nelsagace cieloSpagnuol, eche necon lola ’nferno via.guida
Di duo del sangue d’Avalo ardiria
 
Farsi nel cielo e ne lo ’nferno via.
<span style="font-size:80%">52</span> Vedete il meglio de la nobiltade
di tutta Francia alla campagna estinto.
{{gap|8em}}[52]
Vedete il meglio de la nobiltade
Di tutta Francia alla campagna estinto.
Vedete quante lance e quante spade
hanHan d’ogn’intorno il re animoso cinto;
vedeteVedete che ’l destrier sotto gli cade:
per questo si rende o chiama vinto,
benBen ch’a lui solo attenda, a lui sol corra
loLo stuol nimico, e non è chi ’l soccorra.
 
{{gap|8em}}[53]
<span style="font-size:80%">53</span> Il re gagliardo si difende a piede,
Il re gagliardo si difende a piede,
e tutto de l’ostil sangue si bagna:
maE virtùtutto alde finel’ostil asangue troppasi forza cede.bagna:
Ma virtù al fine a troppa forza cede.
Ecco il re preso, ed eccolo in Ispagna:
edEd a quel di Pescara dar si vede,
edEd a chi mai da lui non si scompagna,
aA quel del Vasto, le prime corone
delDel campo rotto e del gran re prigione.
 
{{gap|8em}}[54]
<span style="font-size:80%">54</span> Rotto a Pavia l’un campo, l’altro ch’era,
Rotto a Pavia l’un campo, l’altro ch’era,
per dar travaglio a Napoli, in camino,
restarPer sidar vede,travaglio comea Napoli, sein la ceracamino,
gliRestar mancasi ovede, l’ogliocome, restase illa lumicino.cera
Gli manca o l’oglio, resta il lumicino.
Ecco che ’l re ne la prigione ibera
lasciaLascia i figliuoli, e torna al suo domìno:
eccoEcco fa a un tempo egli in Italia guerra;
eccoEcco altri la fa a lui ne la sua terra.
 
{{gap|8em}}[55]
<span style="font-size:80%">55</span> Vedete gli omicidi e le rapine
Vedete gli omicidi e le rapine
in ogni parte far Roma dolente;
eIn conogni incendiparte efar stupriRoma le divinedolente;
eE lecon profaneincendi cosee irestupri le ugualmente.divine
E le profane cose ire ugualmente.
Il campo de la lega le ruine
miraMira d’appresso, e ’l pianto e ’l grido sente;
eE dove ir dovria inanzi, torna indietro,
eE prender lascia il successor di Pietro.
 
{{gap|8em}}[56]
<span style="font-size:80%">56</span> Manda Lotrecco il re con nuove squadre,
Manda Lotrecco il re con nuove squadre,
non più per fare in Lombardia l’impresa,
maNon più per levar de le manifare empiein eLombardia ladrel’impresa,
ilMa capoper elevar l’altrede membrale demani laempie e Chiesa;ladre
cheIl tardacapo sì,e chel’altre trovamembra alde Santola PadreChiesa;
nonChe essertarda piùsì, lache libertàtrova contesa.al Santo Padre
Non esser più la libertà contesa.
Assedia la cittade ove sepolta
èÈ la sirena, e tutto il regno volta.
 
{{gap|8em}}[57]
<span style="font-size:80%">57</span> Ecco l’armata imperial si scioglie
Ecco l’armata imperial si scioglie
per dar soccorso alla città assediata;
Per dar soccorso alla città assediata;
ed ecco il Doria che la via le toglie,
eEd l’haecco nelil marDoria sommersa,che arsala evia spezzata.le toglie,
E l’ha nel mar sommersa, arsa e spezzata.
Ecco Fortuna come cangia voglie,
sinSin qui a’ Francesi sì propizia stata;
cheChe di febbre gli uccide, e non di lancia,
che di mille un non ne torna in Francia. -
 
{{gap|8em}}[58]
<span style="font-size:80%">58</span> La sala queste ed altre istorie molte,
La sala queste ed altre istorie molte,
che tutte saria lungo riferire,
Che tutte saria lungo riferire,
in vari e bei colori avea raccolte;
ch’eraIn benvari tale chebei lecolori poteaavea capire.raccolte;
Ch’era ben tal che le potea capire.
Tornano a rivederle due e tre volte,
par che se ne sappiano partire;
eE rilegon più volte quel ch’in oro
siSi vedea scritto sotto il bel lavoro.
 
{{gap|8em}}[59]
<span style="font-size:80%">59</span> Le belle donne e gli altri quivi stati
Le belle donne e gli altri quivi stati
mirando e ragionando insieme un pezzo,
furMirando dale signoreragionando ainsieme riposarun menatipezzo,
Fur dal signore a riposar menati,
ch’onorar gli osti suoi molt’era avezzo.
Ch’onorar gli osti suoi molt’era avezzo.
Già sendo tutti gli altri addormentati,
Bradamante a corcar si va da sezzo,
eE si volta or su questo or su quel fianco,
può dormir sul destro né sul manco.
 
{{gap|8em}}[60]
<span style="font-size:80%">60</span> Pur chiude alquanto appresso all’alba i lumi,
Pur chiude alquanto appresso all’alba i lumi,
e di veder le pare il suo Ruggiero,
ilE qualdi veder le dica:pare - Perchéil tisuo consumiRuggiero,
dandoIl credenzaqual ale queldica: che nonPerché èti vero?consumi,
Dando credenza a quel che non è vero?
Tu vedrai prima all’erta andare i fiumi,
ch’adCh’ad altri mai, ch’a te, volga il pensiero.
S’io non amassi te, né il cor potrei
le pupille amar degli occhi miei. -
 
{{gap|8em}}[61]
<span style="font-size:80%">61</span> E par che le suggiunga: - Io son venuto
E par che le suggiunga: — Io son venuto
per battezzarmi e far quanto ho promesso;
ePer s’iobattezzarmi sone statofar tardi,quanto m’haho tenutopromesso;
E s’io son stato tardi, m’ha tenuto
altra ferita, che d’amore, oppresso. -
Altra ferita, che d’amore, oppresso. —
Fuggesi in questo il sonno, né veduto
èÈ più Ruggier che se ne va con esso.
Rinuova allora i pianti la donzella,
eE ne la mente sua così favella:
 
{{gap|8em}}[62]
<span style="font-size:80%">62</span> - Fu quel che piacque, un falso sogno; e questo
Fu quel che mi tormentapiacque, ahiun lassa!falso è unsogno; veggiare vero.questo
Che mi tormenta, ahi lassa! è un veggiar vero.
Il ben fu sogno a dileguarsi presto,
maMa non è sogno il martire aspro e fiero.
Perch’or non ode e vede il senso desto
quelQuel ch’udire e veder parve al pensiero?
A che condizione, occhi miei, sete,
cheChe chiusi il ben, e aperti il mal vedete?
 
{{gap|8em}}[63]
<span style="font-size:80%">63</span> Il dolce sonno mi promise pace,
Il dolce sonno mi promise pace,
ma l’amaro veggiar mi torna in guerra:
ilMa dolcel’amaro sonnoveggiar èmi bentorna statoin fallace,guerra:
Il dolce sonno è ben stato fallace,
ma l’amaro veggiare, ohimè! non erra.
Ma l’amaro veggiare, ohimè! non erra.
Se ’l vero annoia, e il falso sì mi piace,
nonNon oda o vegga mai più vero in terra:
seSe ’l dormir mi dà gaudio, e il veggiar guai,
possaPossa io dormir senza destarmi mai.
 
{{gap|8em}}[64]
<span style="font-size:80%">64</span> O felice animai ch’un sonno forte
O felice animai ch’un sonno forte
sei mesi tien senza mai gli occhi aprire!
Sei mesi tien senza mai gli occhi aprire!
Che s’assimigli tal sonno alla morte,
talTal veggiare alla vita, io non vo’ dire;
ch’aCh’a tutt’altre contraria la mia sorte
senteSente morte a veggiar, vita a dormire:
maMa s’a tal sonno morte s’assimiglia,
dehDeh, Morte, or ora chiudimi le ciglia! -
 
{{gap|8em}}[65]
<span style="font-size:80%">65</span> De l’orizzonte il sol fatte avea rosse
De l’orizzonte il sol fatte avea rosse
l’estreme parti, e dileguato intorno
s’eranL’estreme le nubiparti, e non parea chedileguato fosseintorno
S’eran le nubi, e non parea che fosse
simile all’altro il cominciato giorno;
Simile all’altro il cominciato giorno;
quando svegliata Bradamante armosse
Quando svegliata Bradamante armosse
per fare a tempo al suo camin ritorno,
Per fare a tempo al suo camin ritorno,
rendute avendo grazie a quel signore
Rendute avendo grazie a quel signore
del buono albergo e de l’avuto onore.
Del buono albergo e de l’avuto onore.
 
<span style="font-size:80%">66</span> E trovò che la donna messaggera,
{{gap|8em}}[66]
con damigelle sue, con suoi scudieri
E trovò che la donna messaggera,
uscita de la rocca, venut’era
Con damigelle sue, con suoi scudieri
là dove l’attendean quei tre guerrieri;
Uscita de la rocca, venut’era
quei che con l’asta d’oro essa la sera
fatto aveadove riversarl’attendean giùquei deitre destrieri,guerrieri;
eQuei che patitocon aveanl’asta cond’oro essa granla disagiosera
Fatto avea riversar giù dei destrieri,
la notte l’acqua e il vento e il ciel malvagio.
E che patito avean con gran disagio
 
La notte l’acqua e il vento e il ciel malvagio.
<span style="font-size:80%">67</span> Arroge a tanto mal, ch’a corpo voto
ed essi e i lor cavalli eran rimasi,
{{gap|8em}}[67]
battendo i denti e calpestando il loto:
Arroge a tanto mal, ch’a corpo voto
ma quasi lor più incresce, e senza quasi
incresceEd essi e premei più,lor checavalli faràeran notorimasi,
Battendo i denti e calpestando il loto:
la messaggera, appresso agli altri casi,
allaMa suaquasi donna,lor chepiù incresce, lae primasenza lanciaquasi
Incresce e preme più, che farà noto
gli abbia abbattuti, c’han trovata in Francia.
La messaggera, appresso agli altri casi,
 
Alla sua donna, che la prima lancia
<span style="font-size:80%">68</span> E presti o di morire, o di vendetta
Gli abbia abbattuti, c’han trovata in Francia.
subito far del ricevuto oltraggio,
acciò la messaggera, che fu detta
{{gap|8em}}[68]
E presti o di morire, o di vendetta
Subito far del ricevuto oltraggio,
Acciò la messaggera, che fu detta
Ullania, che nomata più non aggio,
laLa mala opinion ch’avea concetta
forseForse di lor, si tolga del coraggio,
laLa figliuola d’Amon sfidano a giostra,
tostoTosto che fuor del ponte ella si mostra;
 
{{gap|8em}}[69]
<span style="font-size:80%">69</span> non pensando però che sia donzella,
Non pensando però che nessun gesto disia donzella avea.,
Che nessun gesto di donzella avea.
Bradamante ricusa, come quella
ch’inCh’in fretta gìa, né soggiornar volea.
Pur tanto e tanto fur molesti, ch’ella,
cheChe negar senza biasmo non potea,
abbassòAbbassò l’asta, ed a tre colpi in terra
liLi mandò tutti; e qui finì la guerra:
 
{{gap|8em}}[70]
<span style="font-size:80%">70</span> che senza più voltarsi mostrò loro
Che senza più voltarsi mostrò loro
lontan le spalle, e dileguossi tosto.
Lontan le spalle, e dileguossi tosto.
Quei che, per guadagnar lo scudo d’oro,
diDi paese venian tanto discosto,
poiPoi che senza parlar ritti si foro,
cheChe ben l’avean con ogni ardir deposto,
stupefattiStupefatti parean di maraviglia,
verso Ullania ardian d’alzar le ciglia;
 
{{gap|8em}}[71]
<span style="font-size:80%">71</span> che con lei molte volte per camino
Che con lei molte volte per camino
dato s’avean troppo orgogliosi vanti:
Dato s’avean troppo orgogliosi vanti:
che non è cavallier né paladino
Che non è cavallier né paladino
ch’al minor di lor tre durasse avanti.
Ch’al minor di lor tre durasse avanti.
La donna, perché ancor più a capo chino
vadanoVadano, e più non sian così arroganti,
faFa lor saper che fu femina quella,
nonNon paladin, che li levò di sella.
 
{{gap|8em}}[72]
<span style="font-size:80%">72</span> - Or che dovete (diceva ella), quando
— Or che dovete (diceva ella), quando
così v’abbia una femina abbattuti,
Così v’abbia una femina abbattuti,
pensar che sia Rinaldo o che sia Orlando,
Pensar che sia Rinaldo o che sia Orlando,
non senza causa in tant’onore avuti?
Non senza causa in tant’onore avuti?
S’un d’essi avrà lo scudo, io vi domando
seSe migliori di quel che siate suti
contraContra una donna, contra lor sarete?
Non credo io già, né voi forse il credete.
 
{{gap|8em}}[73]
<span style="font-size:80%">73</span> Questo vi può bastar; né vi bisogna
Questo vi può bastar; né vi bisogna
del valor vostro aver più chiara prova:
eDel quelvalor divostro voiaver chepiù temerariochiara aggognaprova:
farE diquel di invoi Franciache esperienzatemerario nuova,aggogna
Far di sé in Francia esperienza nuova,
cerca giungere il danno alla vergogna
Cerca giungere il danno alla vergogna
in che ieri ed oggi s’è trovato e trova;
seIn forseche egliieri noned stimaoggi utiles’è trovato e onore,trova;
qualorSe perforse manegli dinon taistima guerrierutile sie muore. -onore,
Qualor per man di tai guerrier si muore. —
 
<span style="font-size:80%">74</span> Poi che ben certi i cavallieri fece
{{gap|8em}}[74]
Poi che ben certi i cavallieri fece
Ullania, che quell’era una donzella,
laLa qual fatto avea nera più che pece
laLa fama lor, ch’esser solea sì bella;
eE dove una bastava, più di diece
personePersone il detto confermar di quella;
essiEssi fur per voltar l’arme in se stessi,
daDa tal dolor, da tanta rabbia oppressi.
 
{{gap|8em}}[75]
<span style="font-size:80%">75</span> E da lo sdegno e da la furia spinti,
E da lo sdegno e da la furia spinti,
l’arme si spoglian, quante n’hanno indosso;
L’arme si spoglian, quante n’hanno indosso;
né si lascian la spada onde eran cinti,
e delsi castellascian la gittanospada nelonde fosso:eran cinti,
eE giuran,del poicastel chela gligittano hanel una donna vinti,fosso:
eE fattogiuran, sulpoi terrenche batteregli ilha dossouna donna vinti,
E fatto sul terren battere il dosso,
che, per purgar sì grave error, staranno
senzaChe, maiper vestirpurgar l’arme interograve unerror, anno;staranno
Senza mai vestir l’arme intero un anno;
 
<span style="font-size:80%">76</span> e che n’andranno a piè pur tuttavia,
{{gap|8em}}[76]
o sia la strada piana, o scenda e saglia;
E che n’andranno a piè pur tuttavia,
né, poi che l’anno anco finito sia,
saranO persia cavalcarela strada piana, o vestirscenda maglia,e saglia;
Né, poi che l’anno anco finito sia,
s’altr’arme, altro destrier da lor non fia
guadagnatoSaran per forzacavalcare dio battaglia.vestir maglia,
S’altr’arme, altro destrier da lor non fia
Guadagnato per forza di battaglia.
Così senz’arme, per punir lor fallo,
essiEssi a piè se n’andar, gli altri a cavallo.
 
{{gap|8em}}[77]
<span style="font-size:80%">77</span> Bradamante la sera ad un castello
Bradamante la sera ad un castello
ch’alla via di Parigi si ritrova,
di CarloCh’alla evia di RinaldoParigi suosi fratelloritrova,
Di Carlo e di Rinaldo suo fratello,
ch’avean rotto Agramante, udì la nuova.
Ch’avean rotto Agramante, udì la nuova.
Quivi ebbe buona mensa e buono ostello:
maMa questo ed ogn’altro agio poco giova;
cheChe poco mangia e poco dorme, e poco,
nonNon che posar, ma ritrovar può loco.
 
{{gap|8em}}[78]
<span style="font-size:80%">78</span> Non però di costei voglio dir tanto,
Non però di costei voglio dir tanto,
ch’io non ritorni a quei duo cavallieri
Ch’io non ritorni a quei duo cavallieri
che d’accordo legato aveano a canto
laChe solitariad’accordo fontelegato iaveano duoa destrieri.canto
La solitaria fonte i duo destrieri.
La pugna lor, di che vo’ dirvi alquanto,
nonNon è per acquistar terre né imperi,
maMa perché Durindana il più gagliardo
abbiaAbbia ad avere, e a cavalcar Baiardo.
 
{{gap|8em}}[79]
<span style="font-size:80%">79</span> Senza che tromba o segno altro accennasse
Senza che tromba o segno altro accennasse
quando a muover s’avean, senza maestro
Quando a muover s’avean, senza maestro
che lo schermo e ’l ferir lor ricordasse,
eChe lorlo pungesseschermo ile cor’l d’animosoferir lor estroricordasse,
E lor pungesse il cor d’animoso estro,
l’uno e l’altro d’accordo il ferro trasse,
L’uno e l’altro d’accordo il ferro trasse,
e si venne a trovare agile e destro.
E si venne a trovare agile e destro.
I spessi e gravi colpi a farsi udire
incominciaroIncominciaro, ed a scaldarsi l’ire.
 
{{gap|8em}}[80]
<span style="font-size:80%">80</span> Due spade altre non so per prova elette
Due spade altre non so per prova elette
ad esser ferme e solide e ben dure,
ch’aAd treesser colpiferme die queisolide sie fosserben rettedure,
ch’eranoCh’a fuortre colpi di tuttequei si lefosser misure:rette,
maCh’erano quelle furfuor di tempretutte le perfette,misure:
perMa tantequelle esperienzefur di tempresicureperfette,
Per tante esperienze sì sicure,
che ben poteano insieme riscontrarsi
Che ben poteano insieme riscontrarsi
con mille colpi e più, senza spezzarsi.
Con mille colpi e più, senza spezzarsi.
 
<span style="font-size:80%">81</span> Or qua Rinaldo, or là mutando il passo,
{{gap|8em}}[81]
con gran destrezza e molta industria ed arte
Or qua Rinaldo, or là mutando il passo,
fuggia di Durindana il gran fracasso,
Con gran destrezza e molta industria ed arte
che sa ben come spezza il ferro e parte.
Fuggia di Durindana il gran fracasso,
Che sa ben come spezza il ferro e parte.
Ferìa maggior percosse il re Gradasso;
maMa quasi tutte al vento erano sparte:
seSe coglieva talor, coglieva in loco
oveOve potea gravare e nuocer poco.
 
{{gap|8em}}[82]
<span style="font-size:80%">82</span> L’altro con più ragion sua spada inchina,
L’altro con più ragion sua spada inchina,
e fa spesso al pagan stordir le braccia;
eE quandofa aispesso fianchial epagan quandostordir ovele confinabraccia;
laE corazzaquando conai l’elmo,fianchi glie laquando caccia:ove confina
La corazza con l’elmo, gli la caccia:
ma trova l’armatura adamantina,
Ma trova l’armatura adamantina,
sì ch’una maglia non ne rompe o straccia.
Sì ch’una maglia non ne rompe o straccia.
Se dura e forte la ritrova tanto,
avvienAvvien perch’ella è fatta per incanto.
 
{{gap|8em}}[83]
<span style="font-size:80%">83</span> Senza prender riposo erano stati
Senza prender riposo erano stati
gran pezzo tanto alla battaglia fisi,
Gran pezzo tanto alla battaglia fisi,
che volti gli occhi in nessun mai de’ lati
Che volti gli occhi in nessun mai de’ lati
aveano, fuor che nei turbati visi;
Aveano, fuor che nei turbati visi;
quando da un’altra zuffa distornati,
eQuando da tantoun’altra furorzuffa furon divisi.distornati,
E da tanto furor furon divisi.
Ambi voltaro a un gran strepito il ciglio,
eE videro Baiardo in gran periglio.
 
{{gap|8em}}[84]
<span style="font-size:80%">84</span> Vider Baiardo a zuffa con un mostro
Vider Baiardo a zuffa con un mostro
ch’era più di lui grande, ed era augello:
aveaCh’era più lungo di trelui grande, bracciaed ilera rostro;augello:
l’altreAvea fattezzepiù avealungo di vipistrellotre braccia il rostro;
L’altre fattezze avea di vipistrello;
avea la piuma negra come inchiostro;
aveaAvea l’artigliola grande,piuma acutonegra ecome felloinchiostro;
Avea l’artiglio grande, acuto e fello;
occhi di fuoco, e sguardo avea crudele;
l’aleOcchi aveadi grandifuoco, chee pareansguardo dueavea vele.crudele;
L’ale avea grandi, che parean due vele.
 
<span style="font-size:80%">85</span> Forse era vero augel, ma non so dove
{{gap|8em}}[85]
o quando un altro ne sia stato tale.
Forse era vero augel, ma non so dove
O quando un altro ne sia stato tale.
Non ho veduto mai, né letto altrove,
fuorFuor ch’in Turpin, d’un sì fatto animale:
questoQuesto rispetto a credere mi muove,
cheChe l’augel fosse un diavolo infernale
cheChe Malagigi in quella forma trasse,
acciòAcciò che la battaglia disturbasse.
 
{{gap|8em}}[86]
<span style="font-size:80%">86</span> Rinaldo il credette anco, e gran parole
Rinaldo il credette anco, e gran parole
e sconce poi con Malagigi n’ebbe.
E sconce poi con Malagigi n’ebbe.
Egli già confessar non glielo vuole;
eE perché tor di colpa si vorrebbe,
giuraGiura pel lume che dà lume al sole,
cheChe di questo imputato esser non debbe.
Fosse augello o demonio, il mostro scese
sopraSopra Baiardo, e con l’artiglio il prese.
 
{{gap|8em}}[87]
<span style="font-size:80%">87</span> Le redine il destrier, ch’era possente,
Le redine il destrier, ch’era possente,
subito rompe, e con sdegno e con ira
contraSubito l’augellorompe, ie calcicon adoprasdegno e ’lcon dente;ira
Contra l’augello i calci adopra e ’l dente;
ma quel veloce in aria si ritira:
indiMa ritorna,quel eveloce conin l’ugnaaria pungentesi ritira:
loIndi va battendoritorna, e d’ogn’intornocon l’ugna aggira.pungente
Lo va battendo, e d’ogn’intorno aggira.
Baiardo offeso, e che non ha ragione
diDi schermo alcun, ratto a fuggir si pone.
 
{{gap|8em}}[88]
<span style="font-size:80%">88</span> Fugge Baiardo alla vicina selva,
Fugge Baiardo alla vicina selva,
e va cercando le più spesse fronde.
E va cercando le più spesse fronde.
Segue di sopra la pennuta belva
conCon gli occhi fisi ove la via seconde;
maMa pure il buon destrier tanto s’inselva,
ch’alCh’al fin sotto una grotta si nasconde.
Poi che l’alato ne perde la traccia,
ritornaRitorna in cielo, e cerca nuova caccia.
 
{{gap|8em}}[89]
<span style="font-size:80%">89</span> Rinaldo e ’l re Gradasso, che partire
Rinaldo e ’l re Gradasso, che partire
veggono la cagion de la lor pugna,
Veggono la cagion de la lor pugna,
restan d’accordo quella differire
Restan d’accordo quella differire
fin che Baiardo salvino da l’ugna
Fin che per la scura selvaBaiardo ilsalvino fada fuggire;l’ugna
conChe patto,per chela qualscura d’essiselva loil raggiugna,fa fuggire;
aCon quellapatto, fonteche qual d’essi lo restituiscaraggiugna,
oveA laquella litefonte lorlo poi si finisca.restituisca,
Ove la lite lor poi si finisca.
 
<span style="font-size:80%">90</span> Seguendo, si partir da la fontana,
{{gap|8em}}[90]
l’erbe novellamente in terra peste.
Seguendo, si partir da la fontana,
L’erbe novellamente in terra peste.
Molto da lor Baiardo s’allontana,
ch’ebbonCh’ebbon le piante in seguir lui mal preste.
Gradasso, che non lungi avea l’alfana,
sopraSopra vi salse, e per quelle foreste
moltoMolto lontano il paladin lasciosse,
tristoTristo e peggio contento che mai fosse.
 
{{gap|8em}}[91]
<span style="font-size:80%">91</span> Rinaldo perdé l’orme in pochi passi
Rinaldo perdé l’orme in pochi passi
del suo destrier, che fe’ strano viaggio;
Del suo destrier, che fe’ strano viaggio;
ch’andò rivi cercando, arbori e sassi,
ilCh’andò piùrivi spinoso luogocercando, ilarbori piùe selvaggiosassi,
acciòIl chepiù daspinoso quellaluogo, ugnail sipiù celassiselvaggio,
cheAcciò cadendoche dalda cielquella gliugna faceasi oltraggio.celassi,
Che cadendo dal ciel gli facea oltraggio.
Rinaldo, dopo la fatica vana,
ritornòRitornò ad aspettarlo alla fontana,
 
{{gap|8em}}[92]
<span style="font-size:80%">92</span> se da Gradasso vi fosse condutto,
Se da Gradasso vi fosse condutto,
sì come tra lor dianzi si convenne.
Sì come tra lor dianzi si convenne.
Ma poi che far si vide poco frutto,
dolenteDolente e a piedi in campo se ne venne.
Or torniamo a quell’altro, al quale in tutto
diversoDiverso da Rinaldo il caso avvenne.
Non per ragion, ma per suo gran destino
sentìSentì anitrire il buon destrier vicino;
 
{{gap|8em}}[93]
<span style="font-size:80%">93</span> e lo trovò ne la spelonca cava,
E lo trovò ne la spelonca cava,
da l’avuta paura anco sì oppresso,
Da l’avuta paura anco sì oppresso,
ch’uscire allo scoperto non osava:
Ch’uscire allo scoperto non osava:
perciò l’ha in suo potere il pagan messo.
Perciò l’ha in suo potere il pagan messo.
Ben de la convenzion si raccordava,
ch’allaCh’alla fonte tornar dovea con esso;
maMa non è più disposto d’osservarla,
eE così in mente sua tacito parla:
 
{{gap|8em}}[94]
<span style="font-size:80%">94</span> - Abbial chi aver lo vuol con lite e guerra:
Abbial chi aver lo io d’averlovuol con pacelite piùe disio.guerra:
Io d’averlo con pace più disio.
Da l’uno all’altro capo de la terra
giàGià venni, e sol per far Baiardo mio.
Or ch’io l’ho in mano, ben vaneggia ed erra
chiChi crede che depor lo volesse io.
Se Rinaldo lo vuol, non disconviene,
comeCome io già in Francia, or s’egli in India viene.
 
{{gap|8em}}[95]
<span style="font-size:80%">95</span> Non men sicura a lui fia Sericana,
Non men sicura a lui fia Sericana,
che già due volte Francia a me sia stata. -
Che già due volte Francia a me sia stata. —
Così dicendo, per la via più piana
neNe venne in Arli, e vi trovò l’armata;
eE quindi con Baiardo e Durindana
siSi partì sopra una galea spalmata.
Ma questo a un’altra volta; ch’or Gradasso,
Rinaldo e tutta Francia a dietro lasso.
 
{{gap|8em}}[96]
<span style="font-size:80%">96</span> Voglio Astolfo seguir, ch’a sella e a morso,
Voglio Astolfo seguir, ch’a sella e a morso,
a uso facea andar di palafreno
A uso facea andar di palafreno
l’ippogrifo per l’aria a sì gran corso,
L’ippogrifo per l’aria a sì gran corso,
che l’aquila e il falcon vola assai meno.
Che l’aquila e il falcon vola assai meno.
Poi che de’ Galli ebbe il paese scorso
daDa un mare a l’altro e da Pirene al Reno,
tornòTornò verso ponente alla montagna
cheChe separa la Francia da la Spagna.
 
{{gap|8em}}[97]
<span style="font-size:80%">97</span> Passò in Navarra, ed indi in Aragona,
Passò in Navarra, ed indi in Aragona,
lasciando a chi ’l vedea gran maraviglia.
Lasciando a chi ’l vedea gran maraviglia.
Restò lungi a sinistra Taracona,
Biscaglia a destra, ed arrivò in Castiglia.
Vide Gallizia e ’l regno d’Ulisbona,
poiPoi volse il corso a Cordova e Siviglia;
lasciò presso al mar né fra campagna
cittàCittà, che non vedesse tutta Spagna.
 
{{gap|8em}}[98]
<span style="font-size:80%">98</span> Vide le Gade e la meta che pose
Vide le Gade e la meta che pose
ai primi naviganti Ercole invitto.
Ai primi naviganti Ercole invitto.
Per l’Africa vagar poi si dispose
dalDal mar d’Atlante ai termini d’Egitto.
Vide le Baleariche famose,
eE vide Eviza appresso al camin dritto.
Poi volse il freno, e tornò verso Arzilla
sopraSopra ’l mar che da Spagna dipartilla.
 
{{gap|8em}}[99]
<span style="font-size:80%">99</span> Vide Marocco, Feza, Orano, Ippona,
Vide Marocco, Feza, Orano, Ippona,
Algier, Buzea, tutte città superbe,
c’hannoC’hanno d’altre città tutte corona,
coronaCorona d’oro, e non di fronde o d’erbe.
Verso Biserta e Tunigi poi sprona:
videVide Capisse e l’isola d’Alzerbe
eE Tripoli e Bernicche e Tolomitta,
sinSin dove il Nilo in Asia si tragitta.
 
{{gap|8em}}[100]
<span style="font-size:80%">100</span> Tra la marina e la silvosa schena
Tra la marina e la silvosa schena
del fiero Atlante vide ogni contrada.
Del fiero Atlante vide ogni contrada.
Poi diè le spalle ai monti di Carena,
eE sopra i Cirenei prese la strada;
eE traversando i campi de l’arena,
venneVenne a’ confin di Nubia in Albaiada.
Rimase dietro il cimiter di Batto
eE l’gran tempio d’Amon, ch’oggi è disfatto.
 
{{gap|8em}}[101]
<span style="font-size:80%">101</span> Indi giunse ad un’altra Tremisenne,
Indi giunse ad un’altra Tremisenne,
che di Maumetto pur segue lo stilo.
Che di Maumetto pur segue lo stilo.
Poi volse agli altri Etiopi le penne,
cheChe contra questi son di là dal Nilo.
Alla città di Nubia il camin tenne
traTra Dobada e Coalle in aria a filo.
Questi cristiani son, quei saracini;
eE stan con l’arme in man sempre a’ confini.
 
{{gap|8em}}[102]
<span style="font-size:80%">102</span> Senapo imperator de la Etiopia,
Senapo imperator de la Etiopia,
ch’in loco tien di scettro in man la croce,
diCh’in gente,loco tien di cittadiscettro ein d’oroman hala copiacroce,
quindiDi fingente, di dovecittadi ile mar Rossod’oro ha foce;copia
Quindi fin là dove il mar Rosso ha foce;
e serva quasi nostra fede propia,
cheE puòserva salvarloquasi danostra l’esiliofede atroce.propia,
Che può salvarlo da l’esilio atroce.
Gli è, s’io non piglio errore, in questo loco
oveOve al battesmo loro usano un fuoco.
 
{{gap|8em}}[103]
<span style="font-size:80%">103</span> Dismontò il duca Astolfo alla gran corte
Dismontò il duca Astolfo alla gran corte
dentro di Nubia, e visitò il Senapo.
Dentro di Nubia, e visitò il Senapo.
Il castello è più ricco assai che forte,
oveOve dimora d’Etiopia il capo.
Le catene dei ponti e de le porte,
gangheriGangheri e chiavistei da piedi a capo,
eE finalmente tutto quel lavoro
cheChe noi di ferro usiamo, ivi usan d’oro.
 
{{gap|8em}}[104]
<span style="font-size:80%">104</span> Ancor che del finissimo metallo
Ancor che del finissimo metallo
vi sia tale abondanza, è pur in pregio.
Vi sia tale abondanza, è pur in pregio.
Colonnate di limpido cristallo
sonSon le gran logge del palazzo regio.
Fan rosso, bianco, verde, azzurro e giallo
sottoSotto i bei palchi un relucente fregio,
divisiDivisi tra proporzionati spazi,
rubinRubin, smeraldi, zafiri e topazi.
 
{{gap|8em}}[105]
<span style="font-size:80%">105</span> In mura, in tetti, in pavimenti sparte
In mura, in tetti, in pavimenti sparte
eran le perle, eran le ricche gemme.
Eran le perle, eran le ricche gemme.
Quivi il balsamo nasce; e poca parte
n’ebbeN’ebbe appo questi mai Ierusalemme.
Il muschio ch’a noi vien, quindi si parte;
quindiQuindi vien l’ambra, e cerca altre maremme:
vengonVengon le cose in somma da quel canto,
cheChe nei paesi nostri vaglion tanto.
 
{{gap|8em}}[106]
<span style="font-size:80%">106</span> Si dice che ’l soldan, re de l’Egitto,
Si dice che ’l soldan, re de l’Egitto,
a quel re dà tributo e sta suggetto,
perch’èA inquel poterre di luitributo dale caminsta drittosuggetto,
levarePerch’è ilin Nilo,poter edi darglilui altrodal ricetto,camin dritto
eLevare peril questoNilo, e lasciardargli subitoaltro afflittoricetto,
E per questo lasciar subito afflitto
di fame il Cairo e tutto quel distretto.
Di fame il Cairo e tutto quel distretto.
Senapo detto è dai sudditi suoi;
gliGli diciàn Presto o Preteianni noi.
 
{{gap|8em}}[107]
<span style="font-size:80%">107</span> Di quanti re mai d’Etiopia foro,
Di quanti re mai d’Etiopia foro,
il più ricco fu questi e il più possente;
maIl conpiù tuttaricco suafu possaquesti e suoil tesoro,più possente;
Ma con tutta sua possa e suo tesoro,
gli occhi perduti avea miseramente.
Gli occhi perduti avea miseramente.
E questo era il minor d’ogni martoro:
moltoMolto era più noioso e più spiacente,
cheChe, quantunque ricchissimo si chiame,
cruciatoCruciato era da perpetua fame.
 
{{gap|8em}}[108]
<span style="font-size:80%">108</span> Se per mangiare o ber quello infelice
Se per mangiare o ber quello infelice
venìa cacciato dal bisogno grande,
Venìa cacciato dal bisogno grande,
tosto apparia l’infernal schiera ultrice,
Tosto apparia l’infernal schiera ultrice,
le mostruose arpie brutte e nefande,
Le mostruose arpie brutte e nefande,
che col griffo e con l’ugna predatrice
spargeanoChe icol vasi,griffo e rapiancon lel’ugna vivande;predatrice
Spargeano i vasi, e rapian le vivande;
e quel che non capia lor ventre ingordo,
E quel che non capia lor ventre ingordo,
vi rimanea contaminato e lordo.
Vi rimanea contaminato e lordo.
 
<span style="font-size:80%">109</span> E questo, perch’essendo d’anni acerbo,
{{gap|8em}}[109]
e vistosi levato in tanto onore,
E questo, perch’essendo d’anni acerbo,
che, oltre alle ricchezze, di più nerbo
eraE divistosi tuttilevato gliin altritanto e di più core;onore,
Che, oltre alle ricchezze, di più nerbo
divenne, come Lucifer, superbo,
eEra pensòdi muovertutti guerragli altri e aldi suopiù Fattore.core;
Divenne, come Lucifer, superbo,
E pensò muover guerra al suo Fattore.
Con la sua gente la via prese al dritto
alAl monte onde esce il gran fiume d’Egitto.
 
{{gap|8em}}[110]
<span style="font-size:80%">110</span> Inteso avea che su quel monte alpestre,
Inteso avea che su quel monte alpestre,
ch’oltre alle nubi e presso al ciel si leva,
Ch’oltre alle nubi e presso al ciel si leva,
era quel paradiso che terrestre
Era quel paradiso che terrestre
si dice, ove abitò già Adamo ed Eva.
Si dice, ove abitò già Adamo ed Eva.
Con camelli, elefanti, e con pedestre
esercitoEsercito, orgoglioso si moveva
conCon gran desir, se v’abitava gente,
diDi farla alle sue leggi ubbidiente.
 
{{gap|8em}}[111]
<span style="font-size:80%">111</span> Dio gli ripresse il temerario ardire,
Dio gli ripresse il temerario ardire,
e mandò l’angel suo tra quelle frotte,
E mandò l’angel suo tra quelle frotte,
che centomila ne fece morire,
eChe condannòcentomila luine difece perpetua notte.morire,
E condannò lui di perpetua notte.
Alla sua mensa poi fece venire
l’orrendoL’orrendo mostro da l’infernal grotte,
cheChe gli rapisce e contamina i cibi,
lascia che ne gusti o ne delibi.
 
{{gap|8em}}[112]
<span style="font-size:80%">112</span> Ed in desperazion continua il messe
Ed in desperazion continua il messe
uno che già gli avea profetizzato
Uno che le sue mensegià nongli sarianoavea oppresseprofetizzato
daChe lale rapinasue emense danon l’odoresariano ingrato,oppresse
Da la rapina e da l’odore ingrato,
quando venir per l’aria si vedesse
Quando venir per l’aria si vedesse
un cavallier sopra un cavallo alato.
Un cavallier sopra un cavallo alato.
Perché dunque impossibil parea questo,
privoPrivo d’ogni speranza vivea mesto.
 
{{gap|8em}}[113]
<span style="font-size:80%">113</span> Or che con gran stupor vede la gente
Or che con gran stupor vede la gente
sopra ogni muro e sopra ogn’alta torre
Sopra ogni muro e sopra ogn’alta torre
entrare il cavalliero, immantinente
Entrare il cavalliero, immantinente
è chi a narrarlo al re di Nubia corre,
È chi a cuinarrarlo laal profeziare ritornadi aNubia mente;corre,
A cui la profezia ritorna a mente;
ed obliando per letizia torre
Ed obliando per letizia torre
la fedel verga, con le mani inante
La fedel verga, con le mani inante
vien brancolando al cavallier volante.
Vien brancolando al cavallier volante.
 
<span style="font-size:80%">114</span> Astolfo ne la piazza del castello
{{gap|8em}}[114]
con spaziose ruote in terra scese.
Astolfo ne la piazza del castello
Con spaziose ruote in terra scese.
Poi che fu il re condotto inanzi a quello,
inginochiossiInginochiossi, e le man giunte stese,
eE disse: - Angel di Dio, Messi novello,
s’ioS’io non merto perdono a tante offese,
miraMira che proprio è a noi peccar sovente,
aA voi perdonar sempre a chi si pente.
 
{{gap|8em}}[115]
<span style="font-size:80%">115</span> Del mio error consapevole, non chieggio
Del mio error consapevole, non chieggio
né chiederti ardirei gli antiqui lumi.
Né chiederti ardirei gli antiqui lumi.
Che tu lo possa far, ben creder deggio,
cheChe sei de’ cari a Dio beati numi.
Ti basti il gran martìr ch’io non ci veggio,
senzaSenza ch’ognor la fame mi consumi:
almenAlmen discaccia le fetide arpie,
cheChe non rapiscan le vivande mie.
 
{{gap|8em}}[116]
<span style="font-size:80%">116</span> E di marmore un tempio ti prometto
E di marmore un tempio ti prometto
edificar de l’alta regia mia,
Edificar de l’alta regia mia,
che tutte d’oro abbia le porte e ’l tetto,
eChe dentrotutte ed’oro fuorabbia dile gemmeporte e ornato’l sia;tetto,
eE daldentro e tuofuor santodi nomegemme saràornato detto,sia;
eE del miracoldal tuo scolpitosanto nome fia.sarà -detto,
E del miracol tuo scolpito fia. —
Così dicea quel re che nulla vede,
cercandoCercando invan baciare al duca il piede.
 
{{gap|8em}}[117]
<span style="font-size:80%">117</span> Rispose Astolfo: - Né l’angel di Dio,
Rispose Astolfo: — Né l’angel di Dio,
né son Messia novel, né dal cielo vegno;
ma son mortaleMessia enovel, peccatore anch’io,dal cielo vegno;
Ma son mortale e peccatore anch’io,
di tanta grazia a me concessa indegno.
Di tanta grazia a me concessa indegno.
Io farò ogn’opra acciò che ’l mostro rio,
perPer morte o fuga, io ti levi del regno.
S’io il fo, me non, ma Dio ne loda solo,
cheChe per tuo aiuto qui mi drizzò il volo.
 
{{gap|8em}}[118]
<span style="font-size:80%">118</span> Fa questi voti a Dio, debiti a lui;
Fa questi voti a Dio, debiti a lui;
a lui le chiese edifica e gli altari. -
A lui le chiese edifica e gli altari. —
Così parlando, andavano ambidui
versoVerso il castello fra i baron preclari.
Il re commanda ai servitori sui
cheChe subito il convito si prepari,
sperandoSperando che non debba essergli tolta
laLa vivanda di mano a questa volta.
 
{{gap|8em}}[119]
<span style="font-size:80%">119</span> Dentro una ricca sala immantinente
Dentro una ricca sala immantinente
apparecchiossi il convito solenne.
Apparecchiossi il convito solenne.
Col Senapo s’assise solamente
ilIl duca Astolfo, e la vivanda venne.
Ecco per l’aria lo stridor si sente,
percossaPercossa intorno da l’orribil penne;
eccoEcco venir l’arpie brutte e nefande,
tratteTratte dal cielo a odor de le vivande.
 
{{gap|8em}}[120]
<span style="font-size:80%">120</span> Erano sette in una schiera, e tutte
Erano sette in una schiera, e tutte
volto di donne avean, pallide e smorte,
perVolto lungadi famedonne attenuateavean, pallide e asciuttesmorte,
orribiliPer alunga vederfame piùattenuate chee la morte.asciutte,
Orribili a veder più che la morte.
L’alaccie grandi avean, deformi e brutte;
leLe man rapaci, e l’ugne incurve e torte;
grandeGrande e fetido il ventre, e lunga coda,
comeCome di serpe che s’aggira e snoda.
 
{{gap|8em}}[121]
<span style="font-size:80%">121</span> Si sentono venir per l’aria, e quasi
Si sentono venir per l’aria, e quasi
si veggon tutte a un tempo in su la mensa
Si veggon tutte a un tempo in su la mensa
rapire i cibi e riversare i vasi:
eRapire moltai fecciacibi ile ventreriversare lori dispensa,vasi:
talE chemolta glifeccia èil forzaventre d’atturarelor i nasi;dispensa,
cheTal nonche sigli puòè patirforza lad’atturare puzzai immensa.nasi;
Che non si può patir la puzza immensa.
Astolfo, come l’ira lo sospinge,
contraContra gli ingordi augelli il ferro stringe.
 
{{gap|8em}}[122]
<span style="font-size:80%">122</span> Uno sul collo, un altro su la groppa
Uno sul collo, un altro su la groppa
percuote, e chi nel petto, e chi ne l’ala;
maPercuote, comee ferachi innel supetto, ’ne saccochi dine stoppa,l’ala;
poiMa languecome ilfera colpo,in esu senza’n effettosacco cala:di stoppa,
ePoi queilangue nonil vicolpo, lasciare piattosenza effetto coppacala:
cheE fossequei intatta,non vi sgombrarlasciar lapiatto né sala,coppa
Che fosse intatta, né sgombrar la sala,
prima che le rapine e il fiero pasto
contaminatoPrima ilche tuttole avesserapine e guasto.il fiero pasto
Contaminato il tutto avesse e guasto.
 
<span style="font-size:80%">123</span> Avuto avea quel re ferma speranza
{{gap|8em}}[123]
nel duca, che l’arpie gli discacciassi;
Avuto avea quel re ferma speranza
ed or che nulla ove sperar gli avanza,
Nel duca, che l’arpie gli discacciassi;
sospira e geme, e disperato stassi.
Ed or che nulla ove sperar gli avanza,
Sospira e geme, e disperato stassi.
Viene al duca del corno rimembranza,
cheChe suole aitarlo ai perigliosi passi;
eE conchiude tra sé, che questa via
perPer discacciare i mostri ottima sia.
 
{{gap|8em}}[124]
<span style="font-size:80%">124</span> E prima fa che ’l re con suoi baroni
E prima fa che ’l re con suoi baroni
di calda cera l’orecchia si serra,
acciòDi checalda tutti,cera comel’orecchia ilsi corno suoniserra,
nonAcciò abbianoche atutti, fuggircome fuoril decorno la terra.suoni,
Non abbiano a fuggir fuor de la terra.
Prende la briglia, e salta sugli arcioni
deDe l’ippogrifo, ed il bel corno afferra;
eE con cenni allo scalco poi commanda
cheChe riponga la mensa e la vivanda.
 
{{gap|8em}}[125]
<span style="font-size:80%">125</span> E così in una loggia s’apparecchia
E così in una loggia s’apparecchia
con altra mensa altra vivanda nuova.
Con altra mensa altra vivanda nuova.
Ecco l’arpie che fan l’usanza vecchia:
Astolfo il corno subito ritrova.
Gli augelli, che non han chiusa l’orecchia,
uditoUdito il suon, non puon stare alla prova;
maMa vanno in fuga pieni di paura,
di cibo né d’altro hanno più cura.
 
{{gap|8em}}[126]
<span style="font-size:80%">126</span> Subito il paladin dietro lor sprona:
Subito il paladin dietro lor sprona:
volando esce il destrier fuor de la loggia,
eVolando colesce castelil ladestrier granfuor cittàde la abandonaloggia,
E col castel la gran città abandona,
e per l’aria, cacciando i mostri, poggia.
E per l’aria, cacciando i mostri, poggia.
Astolfo il corno tuttavolta suona:
fuggonFuggon l’arpie verso la zona roggia,
tantoTanto che sono all’altissimo monte
oveOve il Nilo ha, se in alcun luogo ha, fonte.
 
{{gap|8em}}[127]
<span style="font-size:80%">127</span> Quasi de la montagna alla radice
Quasi de la montagna alla radice
entra sotterra una profonda grotta,
cheEntra certissimasotterra portauna esserprofonda si dicegrotta,
Che certissima porta esser si dice
di ch’allo ’nferno vuol scender talotta.
Di ch’allo ’nferno vuol scender talotta.
Quivi s’è quella turba predatrice,
comeCome in sicuro albergo, ricondotta,
eE giù sin di Cocito in su la proda
scesaScesa, e più là, dove quel suon non oda.
 
{{gap|8em}}[128]
<span style="font-size:80%">128</span> All’infernal caliginosa buca
All’infernal caliginosa buca
ch’apre la strada a chi abandona il lume,
Ch’apre la strada a chi abandona il lume,
finì l’orribil suon l’inclito duca,
Finì l’orribil suon l’inclito duca,
e fe’ raccorre al suo destrier le piume.
E fe’ raccorre al suo destrier le piume.
Ma prima che più inanzi io lo conduca,
perPer non mi dipartir dal mio costume,
poiPoi che da tutti i lati ho pieno il foglio,
finireFinire il canto, e riposar mi voglio.
</poem>