Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/171: differenze tra le versioni

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al Caucaso; perocchè già si è detto che secondo Deimaco questi Battri sono più settentrionali di Ierna lo spazio di tremila e ottocento stadii: e se a questi aggiungiamo quelli che sono da Marsiglia a Ierna ne avremo dodici mila e cinquecento. Ma chi mai notò in que’ luoghi (dico in quei verso Battra) questa durata dei giorni più lunghi, o l’elevazione del sole nel solstizio d’inverno? Perocchè queste sono cose tutte manifeste anche allo sguardo dell’idiota, ed alle quali non fa bisogno veruna matematica spiegazione: di modo che ne avrebbero parlato molti sì degli antichi e sì dei moderni fino ai dì nostri, i quali hanno descritto le cose persiane. E come mai la fertilità, già detta, di que’ luoghi si accorderebbe con siffatti fenomeni celesti? Da queste cose pertanto è manifesto come Ipparco, sebbene sapiente, combatta la dottrina di Eratostene, opponendo alle dimostrazioni le cose tuttora incerte, quasi che fossero di ugual peso.
al Caucaso; perocchè già si è detto che secondo {{AutoreIgnoto|Deimaco}} questi Battri sono più settentrionali di Ierna lo spazio di tremila e ottocento stadii: e se a questi aggiungiamo quelli che sono da Marsiglia a Ierna ne avremo dodici mila e cinquecento. Ma chi mai notò in que’ luoghi (dico in quei verso Battra) questa durata dei giorni più lunghi, o l’elevazione del sole nel solstizio d’inverno? Perocchè queste sono cose tutte manifeste anche allo sguardo dell’idiota, ed alle quali non fa bisogno veruna matematica spiegazione: di modo che ne avrebbero parlato molti sì degli antichi e sì dei moderni fino ai dì nostri, i quali hanno descritto le cose persiane. E come mai la fertilità, già detta, di que’ luoghi si accorderebbe con siffatti fenomeni celesti? Da queste cose pertanto è manifesto come Ipparco, sebbene sapiente, combatta la dottrina di {{AutoreCitato|Eratostene|Eratostene}}, opponendo alle dimostrazioni le cose tuttora incerte, quasi che fossero di ugual peso.


Appresso, volle Eratostene provare che Deimaco fu inesperto e ignorante di queste cose, perchè dice che ''l’India giace fra il punto equinoziale dell’autunno ed il tropico d’inverno'', e si oppone a Megastene dove afferma che ''nelle parti meridionali dell’India si veggono tramontare le due orse, e l’ombra cadere in opposte direzioni'', assicurando che nessuna di queste cose succede in veruna parte dell’India. «Tutto questo, dice Eratostene, è affermato per ignoranza. Il dire che il punto equinoziale dell’autunno e quello della primavera differiscono nella loro distanza dai tropici è cosa d’uomo ignorante, essendo in entrambi uno solo il punto
Appresso, volle Eratostene provare che Deimaco fu inesperto e ignorante di queste cose, perchè dice che ''l’India giace fra il punto equinoziale dell’autunno ed il tropico d’inverno'', e si oppone a {{AutoreCitato|Megastene|Megastene}} dove afferma che ''nelle parti meridionali dell’India si veggono tramontare le due orse, e l’ombra cadere in opposte direzioni'', assicurando che nessuna di queste cose succede in veruna parte dell’India. «Tutto questo, dice Eratostene, è affermato per ignoranza. Il dire che il punto equinoziale dell’autunno e quello della primavera differiscono nella loro distanza dai tropici è cosa d’uomo ignorante, essendo in entrambi uno solo il punto