Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/429: differenze tra le versioni

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{{Pt|pressione|espressione}} di {{AutoreCitato|Flaminio Vacca|Flaminio Vacca}}<ref>''Memorie, num. 18''.</ref>, e di qualche altro, che dice trovata la statua in una vigna; e s’intende volgarmente per cavata da sotto terra. Giammai non è stata sotterra quella statua. E’ stata sempre all’aria scoperta, esposta alle ingiurie del tempo, e quali per un prodigio è scampata da quelle degli uomini. Il {{AutoreCitato|Andrea Palladio|Palladio}}<ref>''Archit. lib. 4. cap. 9''.</ref> senza darne alcuna prova scrive, che stesse anticamente in un cortile avanti al Tempio d’Antonino e Faustina in Campo Vaccino. Non erra però di molto; perchè io credo, che sia la stessa, che stava presso l’Arco di Settimio Severo, chiamata di Costantino. Se ne trova la prima volta fatta menzione nella descrizione di Roma, che s’intitola ''Notizia dell’impero occidentale'', illustrata già dal {{AutoreCitato|Guido Panciroli|Pancirollo}}, che la crede fatta al tempo di Teodosio giuniore, morto nell’anno 450.<ref>''Not. utr. imp. in præfat. pag. 2. 3''.</ref>, e ripetuta dal {{AutoreCitato|Famiano Nardini|Nardini}}<ref>''Roma ant. lib. 5. cap. 1''.</ref>, e dal {{AutoreCitato|Ludovico Antonio Muratori|Muratori}}<ref>''Nov. thes. Inscr. Tom. IV. pag. 2129''.</ref>, ove nella regione VIII, si mette: ''Genium Populi Romani aureum, & Equum Constantini, Senatulum, &c''. La seconda volta è nominata Cavallo di Costantino nel suddetto Itinerario, o breve descrizione delle regioni di Roma, fatto, come dicemmo, nell’ottavo, o nel nono secolo: ''Templum Concordia, Caballus Constantini''. Ivi nella nota monsig. {{AutoreCitato|Francesco Bianchini|Bianchini}}<ref>''Tom. {{Sc|iI}}. pag. CXXXl. n. f''.</ref> pensa, che questo Cavallo di Costantino possa essere il Cavallo di Domiziano celebrato da {{AutoreCitato|Publio Papinio Stazio|Stazio}}<ref>''Sylvar. lib. 1. cap. 1''.</ref>, al quale fosse levato il nome di quell’abominato imperatore, e surrogato quello di Costantino, come avea pensato il Nardini<ref>''loc. cit. cap. 7''.</ref>; non sapendo nè l’un, nè l’altro
pressione di Flaminio Vacca (a), e di qualche altro, che dice
di questi Scrittori tutto il resto della storia<ref>Non mi si obbietti, che di questo Cavallo di Domiziano solamente si parla, non già dell’altro di Marco Aurelio. Dall’autore della citata ''Notizia dell’impero occidentale'' si ha che i cavalli di bronzo indorati esposti al pubblico in Roma a tempo suo erano 80., e 23. colossali non dorati. Eppure da Rufo appena si nominano in ispecie quelli di Tiridate, e da lui, e da Vittore il Cavallo di Domiziano, encomiato per adulazione da {{AutoreCitato|Publio Papinio Stazio|Stazio}}; e da {{AutoreCitato|Ammiano Marcellino|Ammiano Marcellino}} lib. 16. c. 19. si nomina la statua equestre di Trajano.</ref>.
trovata Ja statua in una vigna; e s’intende volgarmente
per cavata da sotto terra. Giammai non è Mata fosserra quella
statua. E’ Hata Tempre all’aria Scoperta, efpoSta alle ingiurie
del tempo, e quali per un prodigio è (campata da quelle
degli uomini. II Palladio (b) lenza darne alcuna prova
Scrive, che Iteffe anticamente in un cortile avanti al Tempio
d’Antonino e Fjniìina in Campo Vaccino. Non erra
però di molto; perchè io credo, che fìa la SteSfa, che llava
preSfo l’Arco di Settimio Severo, chiamata di Costantino. Se ne trova la prima volta fatta menzione nella deferizione
di Roma, che s’intitola Notizia dell’impero occidentale >
illustrata già dal Pancirollo, che la crede fatta al tempo di
Teodosio giuniore, morto nell’anno 450. (e), e ripetuta dal
Nardini (d), e dal Muratori (e), ove nella regione Vili, si mette: Genium Pofuli Romani av.rcum, & Equum Conjlantini, Seu.itiilum, &c. La seconda volta è nominata Cavallo di Cosiantino
nel fuddetto Itinerario, o breve deferizione delle regioni
di Roma, fatto, come dicemmo, nell’ottavo, o nel
nono secolo: Templum Concordia, Caballus Conjlantini. Ivi
nella nota monsig. Bianchini (f) penfa, che questo Cavallo
di Costantino ©offa eSTere il Cavallo di Domiziano celebrato
da Stazio (g), al quale fosse levato 1 il nome di quell’abominato
imperatore, e furrogato quello di Costantino, come
avea penfato il Nardini (h); non rapendo né l’un, né l’altro
di queSti Scrittori tutto il refto della Storia (1).


{{nop}}


<ref>Memorie, num.iS.</ref>

<ref>Archit. lib. 4. cap. g.</ref>

<ref>Noe. utr. imp. in prtfat. pag. z. 3.</ref>

<ref>Ruma ani. lib. j. cap. 1.</ref>

<ref>Aov. thej. Infcr. Tom. IV. pjg.zi 29. 23.</ref>

<ref>Tom. {{Sc|iI}}. pag. CXXXl. n.f.</ref>

<ref>Siylvar. lib. 1. cap. 1.</ref>

<ref>loc. eie. cap. 7.</ref>

<ref>Non mi si obbietti, che di quello Cavallo
di Domiziano lblamente si palla, non
già dell’altro di Marco Aurelio. Dall’autore
della citata Notizia dell’impero occidentale si
ha che i cavalli di bronzo indorati efpolu al
pubblico in Roma a rempo suo erano 80., e
colorali non dorati. Eppure da Rnfb appena
si nominano in ispecie quelli di Tiridate,
e da lui, e Ai. Vittore il Cavallo di Domiziano,
encomiato per adulazione da Sta
>’:o; e da Ammiar.o Marcellino lib.i 6. eia,
ii nomina la statua cqucftr; di Trajano.</ref>