Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/168: differenze tra le versioni

nota
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
ciascuno confesserà che il clima di questi paesi è più temperato), molto meno si potrebbero paragonare con quelli dei paesi del Boristene e delle estremità della Celtica: quando si crede comunemente che appena i paesi più meridionali del Boristene e dei Celti quanto è lo spazio di 3700 stadii si trovino alla medesima altezza di Amiso, Sinope, Bizanzio e Marsiglia. Ma se i seguaci di Deimaco aggiungano ai trentamila stadii<ref>Cioè ai trentamila stadj assegnati da Deimaco alla larghezza dell’India, dal mezzodì al settentrione.</ref> l’intervallo che resta fino a Taprobana ed ai confini della zona torrida (ed è al certo non meno che quattro mila altri stadii) verranno a rimovere dai proprii luoghi Battra ed Aria, sicchè troverannosi a trentaquattro mila stadii dalla zona torrida, quanto Ipparco asserisce che v’ha dall’equatore al Boristene. Andranno quindi Battra ed Aria a cadere in luoghi più settentrionali del Boristene e della Celtica per lo spazio di otto mila e ottocento stadii; dacchè tanti appunto se ne contano dall’equatore al parallelo che divide la zona temperata dalla torrida, e che attraversa, come dicemmo, principalmente l’India produttrice della cannella<ref>Il testo dice διὰ τῆς κινναμωμοφόρου Ίνδικῆς. Il Bréquigny avea dapprima giudicata intrusa la voce Ίνδικῆς, ma poi cambiò opinione. Gli editori francesi si attennero alla sua prima correzione, giudicando che il Bréquigny siasi ricreduto a torto. Io vedendo conservato dal Coray il testo nella sua intierezza ho voluto attenermivi nella versione, non senza notare per altro che la correzione del Bréquigny pare giustissima. Ecco le sue proprie parole: «Strabone non dice in nessun luogo che la regione della cannella sia nell’India, ma la colloca al di sotto dell’Etiopia, e la stende fino all’estremità della terra abitabile. Ma tanto non avanzasi l’India, poichè Strabone dice che la Taprobana è a 4000 stadj al sud dell’India stessa, e quest’isola secondo lui è l’ultimo fine della terra abitabile da quella parte».</ref>. Ma noi abbiam dimostrato
ciascuno confesserà che il clima di questi paesi è più temperato), molto meno si potrebbero paragonare con quelli dei paesi del Boristene e delle estremità della Celtica: quando si crede comunemente che appena i paesi più meridionali del Boristene e dei Celti quanto è lo spazio di 3700 stadii si trovino alla medesima altezza di Amiso, Sinope, Bizanzio e Marsiglia. Ma se i seguaci di Deimaco aggiungano ai trentamila stadii<ref>Cioè ai trentamila stadj assegnati da Deimaco alla larghezza dell’India, dal mezzodì al settentrione.</ref> l’intervallo che resta fino a Taprobana ed ai confini della zona torrida (ed è al certo non meno che quattro mila altri stadii) verranno a rimovere dai proprii luoghi Battra ed Aria, sicchè troverannosi a trentaquattro mila stadii dalla zona torrida, quanto Ipparco asserisce che v’ha dall’equatore al Boristene. Andranno quindi Battra ed Aria a cadere in luoghi più settentrionali del Boristene e della Celtica per lo spazio di otto mila e ottocento stadii; dacchè tanti appunto se ne contano dall’equatore al parallelo che divide la zona temperata dalla torrida, e che attraversa, come dicemmo, principalmente l’India produttrice della cannella<ref name=p168>Il testo dice διὰ τῆς κινναμωμοφόρου Ίνδικῆς. Il Bréquigny avea dapprima giudicata intrusa la voce Ίνδικῆς, ma poi cambiò opinione. Gli editori francesi si attennero alla sua prima correzione, giudicando che il Bréquigny siasi ricreduto a torto. Io vedendo conservato dal Coray il testo nella sua intierezza ho voluto attenermivi nella versione, non senza notare per altro che la correzione del Bréquigny pare giustissima. Ecco le sue proprie parole: «Strabone non dice in nessun luogo che la regione della</ref>. Ma noi abbiam dimostrato