Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/146: differenze tra le versioni

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Appresso determinando la larghezza della terra abitata, dice che misurandola sul meridiano di Meroe, da questa città ad Alessandria v’hanno dieci mila stadj; da Alessandria all’Ellesponto circa ottomila e cento: di quivi poi fino al Boristene cinquemila: poscia fino al parallelo di Tule (che Pitea fa distante dalla Britannia quanto si naviga in sei giorni verso il nord, e vicino al mare agghiacciato) altri undicimila e cinquecento. Qualora dunque si aggiungano tre mila e quattrocento altri stadj al di là di Meroe per arrivare all’isola degli Egizii, al Cinnamoforo<ref>Cioè: Al paese in cui cresce la cannella.</ref> ed a Taprobana, si avranno trentotto mila stadj.
Appresso determinando la larghezza della terra abitata, dice che misurandola sul meridiano di Meroe, da questa città ad Alessandria v’hanno dieci mila stadj; da Alessandria all’Ellesponto circa ottomila e cento: di quivi poi fino al Boristene cinquemila: poscia fino al parallelo di Tule (che Pitea fa distante dalla Britannia quanto si naviga in sei giorni verso il nord, e vicino al mare agghiacciato) altri undicimila e cinquecento. Qualora dunque si aggiungano tre mila e quattrocento altri stadj al di là di Meroe per arrivare all’isola degli Egizii, al Cinnamoforo<ref>Cioè: Al paese in cui cresce la cannella.</ref> ed a Taprobana, si avranno trentotto mila stadj.


Ora gli siano concedute le altre distanze, intorno alle quali tutti vanno abbastanza d’accordo; ma chi mai che abbia senno gli consentirà rispetto a quella dal Boristene al parallelo di Tule? Perocchè Pitea il quale ne parla è tenuto in conto d’uom mendacissimo; e coloro che videro la Britannia e l’Ierna<ref>L’''Ierna'' è l’''Irlanda'' - La ''Celtica'' nominata subito dopo è la ''Gallia'' o ''Francia''.</ref> non dicono cosa alcuna di Tule, comunque parlino di altre piccole isole di colà intorno. La Britannia poi nella lunghezza è presso a poco uguale alla Celtica rimpetto a cui si distende, ma non ha più di cinquemila stadj, ed è commisurata al paese che le sta di fronte: perocchè si corrispondono entrambe nelle estremità; le orientali colle orientali; e quelle all’occidente fra loro: e le orientali sono vicine quanto si stende la vista, e sono Canzio da un lato e le bocche del Reno dall’altro. Ma Pitea afferma la lunghezza dell’isola essere più che ventimila stadj, e dice che Canzio è distante dalla Celtica la navigazione di parecchi giorni. Ed anche intorno agli Ostici ed ai luoghi al di là del Reno infino agli Sciti, egli disse il falso. Ora colui che asserì tante falsità parlando di luoghi conosciuti, difficilmente potrebbe dire il vero intorno a quelli che sono da tutti ignorati.
Ora gli siano concedute le altre distanze, intorno alle quali tutti vanno abbastanza d’accordo; ma chi mai che abbia senno gli consentirà rispetto a quella dal Boristene al parallelo di Tule? Perocchè Pitea il quale ne parla è tenuto in conto d’uom mendacissimo; e coloro che videro la Britannia e l’Ierna<ref>L’''Ierna'' è l’''Irlanda'' - La ''Celtica'' nominata subito dopo è la ''Gallia'' o ''Francia''.</ref> non dicono cosa alcuna di Tule, comunque parlino di altre piccole isole di colà intorno. La Britannia poi nella lunghezza è presso a poco uguale alla Celtica rimpetto a cui si distende, ma non ha più di cinquemila stadj, ed è commisurata al paese che le sta di fronte: perocchè si corrispondono entrambe nelle estremità; le orientali colle orientali; e quelle all’occidente fra loro: e le orientali sono vicine quanto si stende la vista, e sono Canzio da un lato e le bocche del Reno dall’altro. Ma Pitea afferma la lunghezza dell’isola essere più che ventimila stadj, e dice che Canzio è distante dalla Celtica

Che il parallelo del Boristene sia quel medesimo che attraversa Bisanzio lo hanno congetturato Ipparco ed anche alcuni altri dall’avere osservato che il parallelo di Bizanzio e quel di Marsiglia è uno stesso: perocchè Ipparco dice trovarsi in Bizanzio sotto uguali condizioni di tempo la stessa relazione fra il gnomone e l’ombra che Pitea aveva osservata in Marsiglia. Ora da questa città fino al mezzo della Britannia non v’ha più di cinque mila stadii: e dal mezzo della Britannia procedendo per lo spazio di non più che quattro mila stadii, si troverebbe un paese appena abitabile, quale sarebbe quello di Ierna; sicchè i luoghi ancora al di là, tra i quali pone anche Tule, non si potrebbero abitare. Per quale congettura pertanto egli potesse dire che dal parallelo di Tule a quello del Boristene v’hanno undici mila e cinquecento stadii, nol veggo.

Essendosi poi ingannato rispetto alla larghezza dovette errare di necessità anche nella lunghezza. E nel vero che la lunghezza della terra conosciuta sia il doppio della larghezza pur conosciuta il confessano e quelli che vennero dopo di lui, e fra gli altri quanti sono più in pregio; e sotto i nomi di lunghezza e di larghezza intendo l’intervallo ch’è dall’estremità dell’India sino all’estremità dell’Iberia, e dall’estremità dell’Etiopia sino al parallelo di Ierna. Ma Eratostene dopo avere estesa questa larghezza dall’estremità dell’Etiopia sino al parallelo di Tule dovette accrescere più del dovere anche la lunghezza, per farla essere più che il doppio di quella. Egli dice pertanto che il sito più stretto dell’India sino al fiume Indo è di sedici mila stadii: che a misurarla nelle sue estremità più remote comprende tre altri mila stadii: che dall’Indo sino alle porte Caspie ve n’ha quattordici mila: dalle porte Caspie all’Eufrate diecimila: dall’Eufrate al Nilo dieci mila: altri mille e cinquecento dal Nilo alla bocca Canopica: tredici mila e cinquecento da questa a Cartagine: e da Cartagine alle Colonne d’Ercole almeno otto mila; d’onde viene a comporsi la somma di settanta mila ed ottocento stadii<ref>Tra questa somma e il complesso dei numeri precedentemente indicati avvi un errore di