Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/117: differenze tra le versioni

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terra nella sua intierezza. E certo conveniva parlare anche di questa, ma non peraltro così disordinatamente. Premesso adunque che tutta quanta la terra è sferica, non già come se fosse lavorata al torno, ma con alcune irregolarità, soggiunge che molte mutazioni di figura che avvengono in alcune sue parti procedono dall’acqua, dal fuoco, dagli urti, dalle eruzioni e da altre cause consimili: e nemmanco in questa enumerazione non serba ordine alcuno. Perocchè l’essere sferica tutta la terra procede dalla disposizione dell’universo; nè le mutazioni di figura qui accennate possono punto alterare la terra tutta, essendochè dove trattasi di cose grandi dispaiono queste sì piccole: ma solo possono indurre qualche differenza nelle varie parti della terra abitata, e provengono tutte da cause loro prossime e particolari.
stessa sia accaduto del Mediterraneo; perocchè quivi pure essendo empiuto il mare dai fiumi si ruppe l’argine dove son le Colonne, e discorrendone l’acque rimasero all’asciutto i luoghi che prima erano paludosi». E ne adduce questa cagione: «Primamente che il letto del mare interno e quello del mare esterno si trovano a differente altezza; poi che anche al presente una specie di benda di terra allungasi sotto mare dall’Europa alla Libia<ref>Da Gibilterra a Ceuta: e forse questa striscia di terra era visibile ancora due mila anni addietro. (G.)</ref>, quasi a mostrare che una volta non era già questo un pelago solo. Poi che ha pochissima profondità<ref>Quest’asserzione in generale è verissima, sebbene poi il Ponto Eussino in alcuni luoghi sia immensamente profondo. Questi luoghi erano detti dai Greci τὰ βαθέα τοῦ Πόντου, ''le profondità del Ponto''. (Casaub.)</ref>; mentre per lo contrario profondissimi sono i mari di Creta, di Sicilia e di Sardegna: perocchè moltissimi fiumi e grandissimi scorrendo dal settentrione e dal levante empiono il Ponto di limo e così ne alzano il letto; dove gli altri rimangono invece profondi. Di qui poi il mar Pontico è più dolce di tutti gli altri<ref>Ciò viene dall’esservi frammista gran quantità d’acqua di fiumi.</ref>, e scorre verso que’ luoghi ai quali il suo letto declina». Stratone è inoltre di parere: «Che tutto il Ponto, continuando le alluvioni già dette, s’empirà di terra: e già nella sinistra sua parte impaludasi, come a dire la costa di Salmidessa, e que’ luoghi che i naviganti

Dice poi Eratostene essere una grande quistione: «Come avvenga che a due mila ed anche a tre mila stadii dal mare in paesi mediterranei si veggono spesso conchiglie ed ostrache, e moltitudine di nicchi, e laghi di acque salse<ref>Il testo dice λιμνοθάλατται che potrebbe tradursi ''laghi-marini'', o cogli editori francesi ''maree d’acqua di mare''. Non somministrandomi la nostra lingua un vocabolo solo corrispondente al greco seguitai il Bonacciuoli, trovando che la voce λιμνοθάλατται dei Greci significava appunto quei laghi vicini al mare, i quali comunque siano affatto dal mare disgiunti hanno peraltro comune con esso la proprietà di avere le acque salate.</ref>. Così per esempio presso al tempio d’Ammone, e lungo la via di tre mila stadii che a quello conduce