Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/61: differenze tra le versioni

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corso del sole; di semplici indovini furono re proclamati; e i sacerdoti egiziani, i Caldei, i Maghi distinguendosi dagli altri per la loro sapienza ottennero presso i nostri maggiori imperio ed onore; e così anche ciascuno degli Dei fu onorato come inventore di qualche utile cosa.» Polibio pertando avendo premesse coteste osservazioni, non consente d’interpretare come favoloso tutto ciò che il poeta dice di Eolo o degli errori d’Ulisse; ma sostiene ch’egli v’abbia aggiunte solo alcune piccole parti di favolosa invenzione, siccome fece anche nella guerra di Troja: e che in generale vanno d’accordo con lui rispetto alla Sicilia tutti quegli scrittori che hanno parlato dei luoghi appartenenti all’Italia e a quell’isola. Nè loda punto quel motteggio di Eratostene, il quale dice che si troverà il luogo degli errori d’Ulisse quando si trovi colui il quale cucì l’otre dei venti.


Rispetto poi ad Esiodo, suppone Eratostene ch’egli abbia sentito parlare dei viaggi di Ulisse come avvenuti verso l’Italia e la Sicilia, e che prestando fede a tal fama, non solo abbia fatta menzione dei luoghi nominati da Omero, ma sì anche dell’Etna, di Ortigia isoletta vicina di Siracusa, e dei Tirreni: ma Omero (egli dice) nè conobbe cotesti luoghi, nè s’ebbe pur in animo di far errare Ulisse in paesi conosciuti. - Ma forse che l’Etna e la Tirrenia sono luoghi conosciuti; e tali non sono lo scoglio Scilleo e Cariddi e il Circeo e le Sirenuse? O forse non s’addiceva ad Esiodo l’inventar cosa alcuna, ma sì piuttosto seguitare in tutto le opinioni approvate; ed Omero invece avrà detto tutto ciò che gli veniva in pensiero o che gli suggeriva l’impertinente sua lingua? Ma lasciando anche in disparte ciò che abbiam detto intorno alla convenienza delle favole inventate da Omero, il gran numero degli storici concordi nel riferire quelle cose medesime, e la fama prevalsa ne’ luoghi da lui menzionati, possono dimostrare che queste non sono finzioni de’ poeti o degli storici, ma ricordanze di fatti e di uomini veri. E Polibio<ref>Il luogo qui citato appartiene alle cose di Polibio perdute.</ref> interpreta dirittamente ciò che risguarda gli errori d’Ulisse, dicendo: «Che Eolo per aver insegnato a navigare ne’ luoghi vicini allo stretto i quali sono tortuosi e difficili a navigarsi a motivo del flusso e riflusso, fu detto governatore dei venti e tenuto in conto di re. Di tal maniera Danao ed Argo, per avere dimostrato il primo alcune sorgenti nell’Argolide, il secondo il retrogrado
«Così anche (aggiunge Polibio) tutto ciò che Omero dice intorno a Scilla ed alla pesca delle galeote s’accorda con ciò che accade intorno allo scoglio Scilleo. Egli dice che Scilla
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''Con la metà di sè nell’incavato''
''Speco profondo ella s’attuffa, e fuori''
''Sparge le teste, riguardando intorno,''
''Se Delfini pescar, lupi o alcun puote''
''Di que’ mostri maggior che a mille a mille''
''Chiude Anfitrite ne’ suoi gorghi e nutre''<ref>Odiss., lib. {{Sc|xii}}, 95.</ref>.</poem>Perocchè i tonni che vanno a schiere lungo l’Italia