Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/59: differenze tra le versioni

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consuma lunghi ragionamenti per abbattere cose manifestamente false ed indegne di considerazione: alla prima, perchè accusa di frivolezza ogni poeta, e stima che la perizia dei luoghi e delle arti non ne accresca punto il merito. E poichè delle favole alcune si ascrivono a luoghi non finti<ref>Leggo col Coray ἐν τόποις οὐ πεπλασμένοις. La mancanza della negazione rende inintelligibili le precedenti edizioni. - ''Ilio'' poi è un nome dato a Troja da Ilo figliuolo di Troe. - ''Pelio'' è una montagna della Magnesia nella Tessaglia. - ''Ida'' è una montagna della Troade.</ref>, quali sono Ilio, Pelio ed Ida; altre in luoghi finti, quali sono quei delle Gorgoni e di Gerione, Eratostene afferma che di quest’ultima sorta son quelli spettanti agli errori di Ulisse. E dice inoltre che coloro i quali sostengono non avere il poeta immaginati que’ luoghi, ma essersi valuto della cognizione che ne aveva, sono accusati falsi dalla propria loro discordanza. Perocchè collocano le Sirene<ref>Le Sirene sono tre piccole isolette vicine al capo Sirenusio, detto ora capo di Minerva.</ref>, gli uni presso al Peloro, gli altri a due mila stadii e più, verso le Sirenuse, le quali sono uno scoglio con tre vertici che divide il golfo Cumeo dal Posidoniate. Così Eratostene. - Ma lo scoglio di cui qui si parla, non che avere tre vertici, non ha sito alcuno nel quale ad alto si levi, spingendosi invece a guisa di un gomito lungo e stretto dai luoghi presso a Sorento fino allo stretto di Capria<ref>''Capria'' ora dicesi ''Capri'', ed è una piccola isoletta rimpetto al golfo di Salerno.</ref>, avendo da un lato ch’è montuoso
montuoso il tempio delle Sirene, e dall’altro verso il golfo Posidoniate tre isolette adiacenti, deserte e petrose, le quali chiamano le Sirenuse; e nella punta ha l’Ateneo<ref>''Ateneo''; tempio di Minerva.</ref> di cui porta il nome. Oltre di che, se coloro i quali ci han tramandata la descrizione di qualche luogo non sono in ogni punto d’accordo fra loro, non per questo conviene rigettarla tutta quanta; mentre qualche volta invece essa ne diviene anzi più degna di fede. Così per esempio chi cerca se gli errori di Ulisse furono intorno all’Italia ed alla Sicilia, domanda se in qualche parte di questi paesi si conoscono le Sirene. Ora colui che le colloca al Peloro e colui che le pone alle Sirenuse si contraddicono; ma nè l’uno nè l’altro poi differiscono da chi le colloca verso la Sicilia e l’Italia: che anzi gli accrescono fede, in quanto che, sebbene non accennino tutti e due uno stesso luogo, non si sono allontanati peraltro dall’Italia e dalla Sicilia. E se qualcuno aggiungesse che in Napoli mostrano un monumento di Partenope, la quale fu una delle Sirene, farebbe nascere vie maggior fede, sebbene recherebbe in mezzo un terzo luogo: perocchè stando anche Napoli in quel golfo che da Eratostene è detto Cumeo e ch’è formato dalle Sirenuse, tanto più diviene credibile che le Sirene siano state verso que’ luoghi. E certo nè il poeta cerca ogni cosa con esattezza, nè questa esattezza noi pretendiamo da lui: ma non dobbiamo peraltro supporre ch’egli contasse gli errori di Ulisse senza essersi punto informato nè del modo nè del luogo.