Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/368: differenze tra le versioni

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::::ISDES. COS<ref>Queste iscrizioni, che meriterebbero un luogo distinto tra le formole del {{AutoreCitato|Barnabé Brisson|Brissonio}}, sarebbero anche degne di una dissertazione alquanto lunga, che io mi desidero opportunità di pubblicare altrove. Qui farò soltanto alcune riflessioni più necessarie sul nome di ''Centenaria'' dato alla Colonna, e sulle date delle lapidi. L’aggiunto di ''centenario'' si dava a qualunque cola, che avesse o in peso, o in numero, o in misura, la proporzione, o la quantità del numero cento, o vi si accostasse. Cosi vediamo presso {{AutoreCitato|Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano}} ''Advers. Gent. cap. 6.'' nominate le ''cene centenarie'' dai cento sesterzj, che per la legge Fannia vi si poteano spendere: ''Video & centenarias cœnas, a centenis sestertiis dicendas''; e ''De pallio, cap. 5. piatti'' di cento libbre detti ''centinarj: Lances centenarii ponderis Sulla molitur''. {{AutoreCitato|Isidoro di Siviglia|S. Isidoro}} ''Orig. lib. 16. cap. 24''. scrive, che v’era un peso di cento libbre, che si chiamava centenario. {{AutoreCitato|Papa Gregorio I|S. Gregorio il Grande}} ''Epist. lib. 9. epist. 124''.. parla di ''spese centenarie'', e di ''sei centinaia''; e nella iscrizione citata qui avanti ''pag. 249. col. 2.'' Sesto Vario Marcello si dice procuratore centenario, ducentenario, trecentenario, per l’annuo stipendio, che aveva da diverse cariche, di 100. ovvero 100000. sesterzj, ec. Crede il {{AutoreCitato|Alessio Simmaco Mazzocchi|Mazochi}} ''In reg. Herculan. Mus. æn. Tab. par. 2. pag. 271''., che il numero cento fosse quasi un numero religioso, che si desse a molte cose non tanto per il numero, quanto per il nome; e che si desse ai tempj, altari, ed altri edifizj, detti ecatompedi per quella ragione, non precisamente perchè avessero quella misura di cento piedi. Il {{Pt|Cri-|}}</ref></poem>
::::ISDES. COS<ref>Queste iscrizioni, che meriterebbero un luogo distinto tra le formole del {{AutoreCitato|Barnabé Brisson|Brissonio}}, sarebbero anche degne di una dissertazione alquanto lunga, che io mi desidero opportunità di pubblicare altrove. Qui farò soltanto alcune riflessioni più necessarie sul nome di ''Centenaria'' dato alla Colonna, e sulle date delle lapidi. L’aggiunto di ''centenario'' si dava a qualunque cola, che avesse o in peso, o in numero, o in misura, la proporzione, o la quantità del numero cento, o vi si accostasse. Cosi vediamo presso {{AutoreCitato|Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano}} ''Advers. Gent. cap. 6.'' nominate le ''cene centenarie'' dai cento sesterzj, che per la legge Fannia vi si poteano spendere: ''Video & centenarias cœnas, a centenis sestertiis dicendas''; e ''De pallio, cap. 5. piatti'' di cento libbre detti ''centinarj: Lances centenarii ponderis Sulla molitur''. {{AutoreCitato|Isidoro di Siviglia|S. Isidoro}} ''Orig. lib. 16. cap. 24''. scrive, che v’era un peso di cento libbre, che si chiamava centenario. {{AutoreCitato|Papa Gregorio I|S. Gregorio il Grande}} ''Epist. lib. 9. epist. 124''.. parla di ''spese centenarie'', e di ''sei centinaia''; e nella iscrizione citata qui avanti ''pag. 249. col. 2.'' Sesto Vario Marcello si dice procuratore centenario, ducentenario, trecentenario, per l’annuo stipendio, che aveva da diverse cariche, di 100. ovvero 100000. sesterzj, ec. Crede il {{AutoreCitato|Alessio Simmaco Mazzocchi|Mazochi}} ''In reg. Herculan. Mus. æn. Tab. par. 2. pag. 271''., che il numero cento fosse quasi un numero religioso, che si desse a molte cose non tanto per il numero, quanto per il nome; e che si desse ai tempj, altari, ed altri edifizj, detti ecatompedi per quella ragione, non precisamente perchè avessero quella misura di cento piedi. Il {{Pt|Cri-|}}</ref></poem>
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