Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/188: differenze tra le versioni

Utoutouto (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Utoutouto (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Pt|rivato|derivato}} j che ne’ tempi andati non venivano ascritti nelle
— 190 —
piazze nobili, se non quelli, ohe vivevano da militi, ''more''
rivaio j che ne’ tempi andati non venivano ascrilli nelle
<ref follow="pag178">scoppio di fulmine: corsero i Napolitani furibondi alla Stefania ora il Duomo, dove eran soliti risedere i Duchi, e, levati a grandissimo furore, obbligarono Gontardo che scendesse alla difesa; ma non sì tosto l’ebbero veduto apparire, con tutto che fosse
piazze nobili, se non quelli, ohe vivevano da militi, mo/’C
circondato dalle sue lance francesi, gli si gettarono sopra furiosamente, percuotendolo a morte. Neil’ira del popolo cadde ancora la Duchessa, la quale, siccome apertamente dicono i nostri cronisti, avea tenuto mano a Gontardo nella usurpazione della Ducea.<br />
scoppio di fulmine: corsero i Napolitani furibondi alla Stefania
{{spazi|3}}Ciò accadeva dopo tre giorni che il Cavalìer francese si fu intruso nel reggimento de’ Napolitani, e lo stesso giorno della sollevazione era innalzato ''Sergio I'' nel legittimo dominio. Il ritratto
ora il Duomo, dove eran solili risedere i Duchi, e, levati a grandissimo
del giovane Duca è dipinto dagli storici di quel tempo co’ più belli
furore, obbligarono Gonlardo che scendesse alla difesa; ma non sì tosto l’ebbero veduto apparire, con lutto che fosse
colori dei medio evo: egli discendeva da antichissima famiglia napolitana, ed esercitandosi a gran lena nelle scienze, con rara perfezione usava nelle sue scritture la lingua greca e latina; di felicissimo ingegno ne’ provvedimenti guerreschi, aveva una straordinaria forza nella persona, e non meno valente era nelle cose di
circondato dalle sue lance francesi, gli si gettarono sopra furiosamente, percuotendolo a morte. Neil’ira del popolo cadde ancora
pace; ebbe grande considerazione presso Papa Gregorio IV, e gl’imperatori Ludovico I e Lotario I; onde amato e temuto regnò, e
la Duchessa, la quale, siccome apertamente dicono i nostri cronisti, avea tenuto mano a Gonlardo nella usurpazione della Ducea.
Ciò accadeva dopo tre giorni che il Cavalìer francese si fu intruso
nel reggimento de’ Napolitani, e lo stesso giorno della sollevazione
era innalzato Sergio I nel legillimo dominio. Il ritratto
del giovane Duca è dipinto dagli storici di quel tempo co’piii belli
colori dei medio evo: egli discendeva da antichissima famiglia napoliiana, ed esercitandosi a gran lena nelle scienze, con rara perfezione
usava nelle sue scritture la lingua greca e latina 5 di felicissimo
ingegno ne’ provvedimenti guerreschi, aveva una straordinaria
forza nella persona, e non meno valente era nelle cose di
pace i ebbe grande considerazione presso Pupa Gregorio IV, e grimperalori
Ludovico 1 e Lotario l -, onde amato e temuto regnò, e
venuto a morte con infinito dolore de’ Napolitani, lasciò il Ducato
venuto a morte con infinito dolore de’ Napolitani, lasciò il Ducato
a Gregorio /suo figlio nell’anno 862. Nel costui reggimento venne
a ''Gregorio I'' suo figlio nell’anno 862. Nel costui reggimento venne
Ludovico II Imperatore nelle nostre contrade, ed alle sue avendo unito le armi del Duca, fece guerra a’ Saracini, cacciandoli fin dalla Calabria. Non fu benigno ''Sergio II'' come il genitore, a cui succedette nell’867. Egli è chiamato da’ nostri or Duca, or Maestro de’ militi ed ora Consolo. Il padre avevalo raccomandato al Vescovo Atanasio, altro figlio di Sergio I; ma egli fu ribelle alle cure dello zio, e tanto molesta gliene addivenne la voce, che il velle finalmente in carcere. I Napolitani, punti dallo scandalo, si levarono a rumore; il clero greco e latino, i monaci e le stesse donne si radunarono innanzi al palagio, ed un venerando vecchio chiesastico domandò la liberazione del Prelato con autorevoli parole. Sergio lo tolse di prigione, ma il santo Vescovo, vedendosi anche impedito e vegliato temerariamente nell’Episcopio, si
Ludovico II Imperatore nelle nostre contrade, ed alle sue avendo
rifuggì nell’isoleita del Salvatore, e dipoi, non riposando ivi {{Pt|nem-|}}</ref>
unito le armi del Duca, fece guerra a*Saracìni, cacciandoli
fin dalla Calabria. Non fu benigno Sergio li come il genitore, a
cui succedette neir867. Egli è chiamalo da’ nostri or Duca, or
Maestro de’ militi ed ora Consolo. Il padre avevalo raccomandato
al Vescovo Atanasio, altro figlio di Sergio 1-, ma egli fu ribeile
alle cure dello zio, e tanto molesta gliene addivenne la voce ^ che
il velie finalmente in carcere. I Napolitani, punti dallo scandalo,
si levarono a rumore •, il clero greco e latino, i monaci e le stesse
donne si radunarono innanzi al palagio, ed un venerando vecchio
chiesastico domandò la liberazione del Prelato con autorevoli
parole. Sergio Io tolse di prigione, ma il santo Vescovo, vedendosi
anche impedito e vegliato temerariamente nch’Episcopio, si
rifuggi nell’isoleita del Salvatore, e dipoi, non riposando ivi nem