Pagina:Zibaldone di pensieri V.djvu/67: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|2891}}-->pronomi avevano ad aver senso plurale, per distinguerli da quando avevano ad averlo singolare. E cosí introdotto quest’uso nel volgar latino, passò in tutte tre le lingue figlie. E con ragione; perché in esse ancora si manteneva e si mantiene quell’altra pessima usanza che, secondo me, lo produsse. Stante la quale, l’uso di questo idiotismo è quasi necessario per evitar mille equivoci e dubbi sí nello scrivere, sí nel parlare, quando molte persone sono presenti, o <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|2892}} quando nello scrivere si suppongono ec.: (come si vede tutto dí per esperienza; massime nello scrivere, dove per iscrupolo di esser troppo familiare, e perché non si sa piú la lingua, ec. ormai generalmente si tralascia questo idiotismo). Infatti noi nel parlar familiare non lo abbandoniamo quasi mai, né gli spagnuoli lo possono abbandonare. Ma anche gli spagnuoli tacciono l’''otros'' se parlano a persona singolare, o di se stessi singolarmente, ne’ quali casi dicono ''vos'' e ''nos''. Lo tacciono ancora quando il ''vos'' e il ''nos'' fa ufficio delle nostre particelle o pronomi ''ci'' e ''vi'', come ''nous'' e ''vous'' in francese. Del resto in nessuna delle tre lingue si direbbe ''voi altri'' o ''noi altri'' in senso singolare. È notabile che l’uso di ''nos'' in senso singolare, fu piú proprio delle lingue antiche che delle moderne, nelle quali anzi, quanto al parlare o allo scrivere familiare, a cui solo spetta il ''noi altri'', esso uso è intieramente abolito. Vedendosi dunque che pur tutte tre queste lingue usano familiarmente questo idiotismo di ''noi altri'' senza abbisognarne punto per distinzione, confermasi ch’esso idiotismo derivi dalla lingua latina, la quale ne avea bisogno per distinguere il ''nos'' plurale dal ''nos ''singolare (5 luglio 1823). ''Altri'' è qui ridondante, come ἄλλος in greco ec. del che spesso altrove. <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|2893}} A proposito del vario significato e del figurato uso de’ tempi dell’ottativo in latino, dello scambio<section end=3 />
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|2891}}-->pronomi avevano ad aver senso plurale, per distinguerli da quando avevano ad averlo singolare. E cosí introdotto quest’uso nel volgar latino passò in tutte tre le lingue figlie. E con ragione; perché in esse ancora si manteneva e si mantiene quell’altra pessima usanza che, secondo me, lo produsse. Stante la quale, l’uso di questo idiotismo è quasi necessario per evitar mille equivoci e dubbi sí nello scrivere, sí nel parlare, quando molte persone sono presenti o <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|2892}} quando nello scrivere si suppongono ec. (come si vede tuttodí per esperienza, massime nello scrivere, dove per iscrupolo di esser troppo familiare, e perché non si sa piú la lingua ec. ormai generalmente si tralascia questo idiotismo). Infatti, noi nel parlar familiare non lo abbandoniamo quasi mai, né gli spagnuoli lo possono abbandonare. Ma anche gli spagnuoli tacciono l’''otros'' se parlano a persona singolare, o di se stessi singolarmente, ne’ quali casi dicono ''vos'' e ''nos''. Lo tacciono ancora quando il ''vos'' e il ''nos'' fa ufficio delle nostre particelle o pronomi ''ci'' e ''vi'', come ''nous'' e ''vous'' in francese. Del resto, in nessuna delle tre lingue si direbbe ''voi altri'' o ''noi altri'' in senso singolare. È notabile che l’uso di ''nos'' in senso singolare fu piú proprio delle lingue antiche che delle moderne, nelle quali anzi, quanto al parlare o allo scrivere familiare, a cui solo spetta il ''noi altri'', esso uso è intieramente abolito. Vedendosi dunque che pur tutte tre queste lingue usano familiarmente questo idiotismo di ''noi altri'' senza abbisognarne punto per distinzione, confermasi ch’esso idiotismo derivi dalla lingua latina, la quale ne avea bisogno per distinguere il ''nos'' plurale dal ''nos ''singolare (5 luglio 1823). ''Altri'' è qui ridondante come ἄλλος in greco ec., del che spesso altrove. <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|2893}}
{{ZbPensiero|2893/1}} A proposito del vario significato e del figurato uso de’ tempi dell’ottativo in latino, dello scambio<section end="3" />
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[[Categoria:Pagine con testo greco]]