Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/151: differenze tra le versioni

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Nel vestibolo incontrai nuovamente Eva di faccia a faccia. Ella mi lanciò a bruciapelo uno di quei tali sguardi, come se mi desse un pugno nel cuore.
Nel vestibolo incontrai nuovamente Eva di faccia a faccia. Ella mi lanciò a bruciapelo uno di quei tali sguardi, come se mi desse un pugno nel cuore.


La dea aveva un altro genere di sguardi, quelli della lente che vi tiene a distanza, poichè l’occhio non vi vede, e domandò, con quel muto linguaggio, all’insolente che osava fissare gli occhi su di lei, come non rimanesse abbagliata da tanto splendore. Eva si contentò di sorridere, levando il capo per dire qualche parola, al suo compagno, mentre si appoggiava al suo braccio con un raddoppia-
La dea aveva un altro genere di sguardi, quelli della lente che vi tiene a distanza, poichè l’occhio non vi vede, e domandò, con quel muto linguaggio, all’insolente che osava fissare gli occhi su di lei, come non rimanesse abbagliata da tanto splendore. Eva si contentò di sorridere, levando il capo per dire qualche parola, al suo compagno, mentre si appoggiava al suo braccio con un {{Pt|raddoppia-|}}