Pagina:Verga - Eva, Treves, 1873.djvu/35: differenze tra le versioni
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finito il giorno innanzi un lavoro dì cui ero soddisfattissimo, e il sole dì quella domenica non mi fosse perciò sembrato in festa come il mio cuore, io avrei visto il cartellone senza pensare a fare un buco nel mio bilancio, tu mi darai del fatalista.... Farai come tutti gli altri, ti sbarazzerai con una parola di un esame increscioso. |
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finito il giorno innanzi un lavoro di cui ero sod¬ |
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disfattissimo, e il sole di quella domenica non mi |
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Andai dunque alla Pergola di buon’ora per trovare un posto in platea, e lì, nella semi-oscurità, col mio paletò piegato sulla spalliera, l’ombrello fra le gambe, il cappello sull’ombrello, l’occhio intento, stavo a godermi il mio biglietto d’ingresso esaminando tutto, le dorature dei palchi, il leggìo del suggeritore, i lumi della ribalta, e sopratutto l’ora che segnava l’orologio. |
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fosse perciò sembrato in festa come il mio cuore, |
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io avrei visto il cartellone senza pensare a fare |
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I palchetti si andavano popolando di belle signore; almeno avevano indosso tanti fiori, e gemme, e nastri, e bianco, e rosso, che nella mezza luce sembravano tutte belle. Degli uomini poi ce n’erano così bellini, e così ben rasi, e colle testoline così ben pettinate, ricciutelle e lucide, che quelle belle donne dovevano al certo guardarli con tanto d’occhi spalancati, come io li guardavo, e istintiva- |
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un buco nel mio bilancio, tu mi darai del fata¬ |
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lista... Farai come tutti gli altri, ti sbarazzerai |
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con una parola di un esame increscioso. |
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Andai dunque alla Pergola di buon’ora per tro¬ |
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vare un posto in platea, e 11, nella semi-oscurità, |
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col mio paletò piegato sulla spalliera, l’ombrello |
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fra le gambe, il cappello sull'ombrello, l’occhio in¬ |
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tento, stavo a godermi il mio biglietto d’ingresso |
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esaminando tutto, le dorature dei palchi, il leggio |
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del suggeritore, i lumi della ribalta, e sopratutto |
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l’ora che segnava l’orologio. |
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I palchetti si andavano popolando di belle si¬ |
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gnore, almeno avevano indosso tanti fiori, e gemme, |
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e nastri, e bianco, e rosso, che nella mezza luce |
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sembravano tutte belle. Degli uomini poi ce n’erano |
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cosi bellini, e cosi ben rasi, e colle testine cosi |
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ben pettinate, ricciutelle e lucide, che quelle belle |
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donne dovevano ai certo guardarli con tanto d’oc¬ |
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