Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/151: differenze tra le versioni

Utoutouto (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Utoutouto (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:

^ 153 —

Tornalo ia Napoli da Palermo, col Pontefice Innocenzo 11
Tornato in Napoli da Palermo, col Pontefice Innocenzo II
a Colanlonio dei Fiore, uno de’ più benemeriti dell’arie pe’ lami
progressi che le porlo col suo raro ingegno, ed anche per essere
<ref follow="pag98">a Colantonio del Fiore, uno de’ più benemeriti dell’arte pe’ tanti progressi che le portò col suo raro ingegno, ed anche per essere stato la fortunata cagione per cui si svolgesse a pro dell’arte medesima la portentosa mente dello Zingaro, il quale per incanto di
amore giunse a eguagliar non solo, ma a sorpassar di gran lunga i contemporanei suoi, tra cui si elevò a caposcuola. Egli studiò la natura con l’arte, e tanto fe’ coll’ingegno e co’ pennelli da vederla innalzata sin dove più non potevasi a’ tempi suoi, ed oggi ancora le sue opere son puri e schietti modelli del ben fare ai volonterosi di percorrer la difficile via di quel grande. Simon Papa, Pietro e Polito del Donzello ed Agnolillo Roccadirame sostennero la fama dello Zingaro lor maestro. Il primo lo imitò più da vicino ma con maniere assai più larghe, l’ultimo, per mostrarsi troppo minuto ed esatto, cadde nello stentato: i Donzelli
stato la fortunata cagione per cui si svolgesse a prò dell’arie medesima
poi fecero trasparire ne’ loro lavori più la maniera della scuola
la portentosa mente dello Zingaro, il quale per incanto di
dell’Umbria, anzichè quella dell’ultimo lor maestro. Apparve poscia
amore giunse a eguagliar non solo, ma a sorpassar dì gran lunga
Silvestro Buono, figlio e discepolo di Buono de’ Buoni, compositore
i contemporanei suoi, tra cui si elevò a caposcuola. Egli studiò
poco felice ma valente nel disegnare e nel colorire. Ancor più valoroso di lui fu Agnolo Franco che si contraddistinse soprattutto per le soavi e caste espressioni delle Madonne. Vennero dopo costoro Giovan d’Amato il vecchio, Bernardo Tesauro ed il figliuol di lui, Erasmo Epifanio, co’quali cessò la scuola tanto pregiata de’ secoli XIV e XV, cui fu antesignano lo Zingaro.<br />
la natura con l’arte, e tanto fé’ coli’ ingegno e co’ pennelli da
{{spazi|3}}Andrea Sabbatini da Salerno, nato nel 1480, morto nel 1545, piena la mente delle grandi conoscenze, ed abile la mano, con gli
vederla innalzala sin dove più non potevasi a’templ suoi, ed oggi
ammaestramenti e con lo studio di Raffaello torna in patria per arricchir Napoli di sue belle opere, e ponesi a capo del novello stile che avea appreso dal suo divin maestro. Il Sabbatini ebbe la fortuna di aver grandi seguaci della sua scuola, e tra’ più valenti furono Giovan Vincenzo Corsi, Gio: Bernardo Azzolini, Francesco Ruviale detto il ''Polidorino'', Pietro Negroni, Simone Papa il giovane, Gio. Bernardo Lama, e Gianfilippo Criscuolo. Fu loro contemporaneo Marco di Pino Sanese, il quale preso del fare malagevole e non imitabile del Buonarroti, introdusse nella nostra scuola quel ''manierato'' che fu di grave danno a sè ed agli acciecati suoi segnaci, tra cui son da noverare Giovannangelo Criscuolo, Pompeo {{Pt|Lan-|}}</ref>
ancora le sue opere son puri e schietti modelli del ben fare ai
volonterosi di percorrer la difficile via di quel grande. Simon Papa, Pietro e Polito del Donzello ed Agnolillo Roccadirame sostennero
la fama dello Zingaro lor maestro. Il primo lo imitò più
da vicino ma con maniere assai più larghe, l’ultimo, per mostrarsi
troppo minuto ed esatto, cadde nello stentalo: i Donzelli
poi fecero trasparire ne* loro lavori più la maniera della scuola
dell’Umbria, anziché quella dell’ultimo lor maestro. Apparve poscia
Silvestro Buono, figlio e discepolo di Buono de’ Buoni,, compositore
poco felice ma valente nel disegnare e nel colorire. Ancor
più valoroso di lui fu Agnolo Franco che si contraddistinse soprattutto
per le soavi e caste espressioni delle Madonne. Vennero dopo
costoro Giovan d’Amato il vecchio, Bernardo Tesauro ed il ligliuo!
di lui, Erasmo Epifanio, co’quali cessò la scuola tanto pregiata
de’ secoli XIV e XV, cui fu antesignano lo Zingaro.
Andrea Sabba tini da Salerno, nato nel 1480, morto nel i545,
piena la mente delle grandi conoscenze, ed abile la mano, con gli
ammaestramenti e con Io studio di Raffaello torna in patria per
arricchir Napoli di sue belle opere, e ponesi a capo del novello
stile che avea appreso dal suo divìn maestro- Il Sabbaiini ebbe la
fortuna di aver grandi seguaci della sua scuola, e tra’ più valenti
furono Giovan Vincenzo Corsi, Gio: Bernardo Azzolini, Francesco
Ru viale detto il Polidorino, Pietro Negroni, Simone Papa il giovane, Gio. Bernardo Lama, e Gianfilippo Criscuolo. Fu loro contemporaneo
Marco di Pino Sanese, il quale preso del fare malagevole
e non imitabile del Buonarroti, introdusse nella nostra scuola quel
manierato che fu di grave danno a sé ed agli acciecaii suoi segnaci,
tra cui son da noverare Giovaunangelo Criscuolo, Pompeo LanCelano
— foL I. 20
Piè di pagina (non incluso)Piè di pagina (non incluso)
Riga 1: Riga 1:


<references/>
<references/>
{{PieDiPagina|{{spazi|5}}''Celano — Vol. I.''||20}}