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Versione delle 18:56, 20 apr 2016

12 — volta l’incontrai alle Cascine, in uno di quei viali che nessuno frequenta. Quel mattino il mio cuore faceva festa — domeniche gioconde dei venticin¬ que anni che non tornano più ! — Il sole splen¬ deva, ed il sorriso brillava negli occhi di Vitto- rina — larva di un di quei giorni in cui si prodiga tanta parte di cuore come se non dovessero tra¬ montare giammai; fantasma di un’ora felice che si dimentica prima ancora che sia trascorsa, nello stesso modo che ella avrà dimenticato persino il mio nome, o lo rammenterà come io adesso mi ram¬ mento del suo, a proposito di qualche cosa che allora ci passò sotto gli occhi senza che ce ne avvedessimo. Il viale era deserto, gli uccelli cin¬ guettavano fra gli alberi, e i rami susurravano lieve lieve, intrecciando mollemente le loro ombre in bizzarri disegni sulla ghiaja del viale. Noi non si parlava certamente dell’ultimo fascicolo del- l'Antologia. Vittorina era allegra, cantava, rideva, e il riso la faceva bella. Io guardavo e ascoltavo. Quando il nostro fiacre passò accanto ad un bel¬ lissimo legno, che stava fermo in mezzo al viale, vidi, attraverso il cristallo scintillante, una testo- — 13 —