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Parto. Laggiù, lontano,
La rea città m’aspetta,
Albergo disumano
Che all’uom la morte affretta.
M’aspettano le cure
Fastidïose, amare,
Le mescolanze impure,
Le disoneste gare,
E la malvagia febre,
Angosciosa ed oscena,
Che le menti fa ebre,
Che le carni avvelena.
O cara Selva, addio!
Dovunque io muova il piè,
Con tenero desio
Mi sovverrò di te.
Queste che il core esprime,
Queste ch’ebber lavacro
Di pianto umili rime,
Al nume tuo consacro.