Pagina:Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu/74: differenze tra le versioni

ThomasBot (discussione | contributi)
m Biasco: split
 
Mauro11 (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|64|{{Sc|daniele cortis}}||riga=si}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
col cocchiere. Il piccolo don Bortolo si fece avanti con la sua comica familiarità, rimproverò la contessina di volersene andare cosí presto come aveva inteso.
{{Pt|lazione|confabulazione}} col cocchiere. Il piccolo don Bortolo si fece avanti con la sua comica famigliarità, rimproverò la contessina di volersene andare così presto come aveva inteso.


“Contessina” disse Pitantoi, stando rispettosamente indietro, “la va benone per il signor Daniele, anche se qua il nostro religioso ci si arrabbia.
«Contessina» disse Piantoi, stando rispettosamente indietro, «la va benone per il signor Daniele, anche se qua il nostro religioso ci si arrabbia.


“Cosa, cosa, cosa? sbuffò don Bortolo, voltandosi, e stringendo il suo nocchieruto bastone. Elena non lo guardò neppure, salutò l’altro affabilmente.
«Cosa, cosa, cosa?» sbuffò don Bortolo, voltandosi, e stringendo il suo nocchieruto bastone. Elena non lo guardò neppure, salutò l’altro affabilmente.


“Mi raccomando” diss’ella. I cavalli partirono di galoppo, gittando un nuvolo di polvere sui due contendenti.
«Mi raccomando» diss’ella. I cavalli partiron di galoppo, gittando un nuvolo di polvere sui due contendenti.


La contessa Tarquinia era in giardino con i Perlotti. Malcanton, rosso e sudato come un facchino, non era ancor giunto, malgrado l’aiuto del gastaldo a disporre il lawn-tennis; il dottor Grigiolo dal canto suo gridava “colla, colla! da un finestrino del granaio dove stava preparando palloni e palloncini di carta per lo spettacolo della sera. Com’ebbe veduto entrare la carrozza d’Elena scappò giú a salti dal suo laboratorio, raggiunse Perlotti e Malcanton che le andavano incontro per salutarla e dolersi dell’annunciata partenza. La Perlotti le disse che aveva combinato con il barone di partire insieme alle dieci e mezzo dopo l’illuminazione e i fuochi. La contessa Tarquinia, immaginandosi di che parlavano, cominciò a gridar da lontano “no no! e a far gesti negativi col ventaglio.
La contessa Tarquinia era in giardino con i Perlotti. Malcanton rosso e sudato come un facchino, non era ancor giunto, malgrado l’aiuto del gastaldo a disporre il lawn-tennis: il dottor Grigiolo dal canto suo gridava «colla, colla!» da un finestrino del granaio dove stava preparando palloni e palloncini di carta per lo spettacolo della sera. Com’ebbe veduto entrare la carrozza d’Elena scappò giù a salti dal suo laboratorio, raggiunse Perlotti e Malcanton che le andavano incontro per salutarla e dolersi dell’annunciata partenza. La Perlotti le disse che aveva combinato con il barone di partire insieme alle dieci e mezzo dopo l’illuminazione e i fuochi. La contessa Tarquinia, immaginandosi di che parlavano, cominciò a gridar da lontano «no, no! e a far gesti negativi col ventaglio.


“La tua mamma non vuol sentirla” disse la Perlotti. “Sempre tanto gentile, poveretta. Ma bisogna proprio!
«La tua mamma non vuol sentirla» disse la Perlotti. «Sempre tanto gentile, poveretta. Ma bisogna proprio!


“Eh, bisogna proprio” ripeté il marito malgrado alcuni
«Eh, bisogna proprio» ripetè il marito malgrado