Pagina:Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu/61: differenze tra le versioni

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Elena si avviò alla sinistra del Rovese, fra gli ontani che nascondono il fiume alle praterie. Qua il bosco fitto è lambito dalla corrente; là un seno erboso della riva accoglie l’acqua che vi gira lenta, tornando indietro. Elena si fermò, con il suo libro chiuso fra le mani, a guardar la corrente e, sull’altra sponda, in alto, i vecchi abeti di casa sua. Non vi era anima viva sul sentiero sulle praterie; nuvole bianche passavano sopra le vette degli abeti, velavano lentamente il sole. Che dolce sogno nascondersi con lui, per sempre, in questa quiete pensosa! “No! diss’ella a mezza voce “no, no, no! Riprese sospirando la via, aperse lo Chateaubriand alle ultime pagine, ben lontano dalle lettere della contessa di Caud, lesse un periodo o due su Bonaparte e richiuse il libro. Passando presso un grosso pioppo si ricordò d’essersi provata ad incidervi, parecchi anni addietro, il nome di un’amica. Guardò e non trovò niente; neppure un segno di quel tempo felice le restava piú. Folli allegrie, speranze fantastiche, malinconie amorose di un giorno, profondi dolori di un’ora, dov’erano andati? Quell’amica viveva adesso in una lontana cittaduzza del Piemonte. Aveva perduto il suo unico bambino e non voleva essere consolata; non le rispondeva piú.
Elena si avviò alla sinistra del Rovese, fra gli ontani che nascondono il fiume alle praterie. Qua il bosco fitto è lambito dalla corrente; là un seno erboso della riva accoglie l’acqua che vi gira lenta, tornando indietro. Elena si fermò, con il suo libro chiuso fra le mani, a guardar la corrente e, sull’altra sponda, in alto, i vecchi abeti di casa sua. Non vi era anima viva sul sentiero sulle praterie; nuvole bianche passavano sopra le vette degli abeti, velavano lentamente il sole. Che dolce sogno nascondersi con lui, per sempre, in questa quiete pensosa! «No!» diss’ella a mezza voce «no, no, no!» Riprese sospirando la via, aperse lo Châteaubriand alle ultime pagine, ben lontano dalle lettere della {{AutoreCitato|Lucile de Chateaubriand|contessa di Caud}}, lesse un periodo o due su {{AutoreCitato|Napoleone Bonaparte|Bonaparte}} e richiuse il libro. Passando presso un grosso pioppo si ricordò d’essersi provata ad incidervi, parecchi anni addietro, il nome di un’amica. Guardò e non trovò niente; neppure un segno di quel tempo felice le restava più. Folli allegrie, speranze fantastiche, malinconie profonde di un giorno, profondi dolori di un’ora, dov’erano andati? Quell’amica viveva adesso in una lontana cittaduzza del Piemonte. Aveva perduto il suo unico bambino e non voleva essere consolata; non le rispondeva più.


Aveva inciso il suo nome , nell’autunno del 1869, a sedici anni, pochi mesi dopo aver conosciuto Daniele Cortis, che poteva essere allora sui venti. Si ricordava della prima visita dello zio e del cugino Cortis, nel maggio di quell’anno. Solo dopo il suo matrimonio, Elena aveva saputo che il vecchio dottor Cortis, già emigrato in Piemonte, non si era voluto, per causa della sua sciagura domestica, restituire
Aveva inciso il suo nome , nell’autunno del 1869, a sedici anni, pochi mesi dopo aver conosciuto Daniele Cortis, che poteva essere allora sui venti. Si ricordava della prima visita dello zio e del cugino Cortis, nel maggio di quell’anno. Solo dopo il suo matrimonio, Elena aveva saputo che il vecchio dottor Cortis, già emigrato in Piemonte, non si era voluto, per causa della sua sciagura domestica, restituire,