Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/54: differenze tra le versioni

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che li forma davanti una gran conca, coronata di fertili
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<ref follow="pag50">in che fu travolta per le armi alemanne, francesi e spagnuole, dappoi in qua che andò ornata del nome di metropoli di fiorente monarchia, debbonsi tenere principal cagione operatrice del suo ingrandimento; a cui è mestieri che aggiungi la celebrità del fertilissimo territorio, che a se chiamò gli abitanti di prossime e lontane contrade; le spaventevoli eruzioni del Vesuvio, onde qui trassero altre genti, come in regione più remota dal pericolo; e da
clic li (orma davanti una gran conca, coronala di fertili
ultimo le vicende geologiche e fisiche onde il mare, ritirandosi sempre, aggiunse man mano nuova spiaggia al lido.<br />
in ehe fu travolta per le armi alemanne, francesi e spagnuole, dappoi
{{spazi|3}}Si attribuisce ad Augusto la prima ristorazione delle mura napolitane; per le opere di cui è da credere che la città si fosse allargata alcun poco verso oriente; imperciocchè ne’ tempi prossimamente
in qua che andò ornala del nome dì metropoli di fiorente monarchia, debbonsi tenere principal cagione operatrice del suo ingrandimento
posteriori a quel principe troviamo ''Porta-nolana'', mutato il nome in ''Ercolanense'', addossata alla bassa collinetta di ''Soprammuro'', a ponente della ''Ss. Annunciata'', Colui dell’ultimo triumvirato che più prudente non si lasciò fuggire la sua reggia fortuna, narra Dion Cassio, che assai benignamente ci ebbe portato in cuore per tutta la sua vita, tra perchè con grandissima fede accogliemmo i Liparoti che volle ricoverar presso di noi; e perchè lo ricolmammo di onori quando si piacque d’intertenersi ai nostri giuochi quinquennali. Così furono riparati i danni sofferti nel secondo assedio di che Annibale ci strinse l’anno 538 di Roma: ed il benefizio del primo Cesare è ricordato nell’epigrafe appunto riportata dal Celano.<br />
^ a cui è mestieri che aggiungi la celebrila del fertilissimo
{{spazi|3}}Ma volendo stare alle parole di quel marmo che fu a caso rinvenuto sotto le fondamenta della chiesa di ''S. Giacomo degli Italiani all’Ormo'', pare che egli sia caduto in equivoco; perciocchè quando dagli antichi si nomina Cesare, senz’altro nome, s’intende Giulio Cesare fondaior del Romano Imperio dopo la caduta della repubblica, da cui presero i suoi successori il soprannome di Cesare.
territorio, che a se chiamò gli abitanti di prossime e lontane
contrade *, le spaventevoli eruzioni del Vesuvio, onde qui trassero
altre genti, come in regione più remota dal pericolo-, e xla
uUimo le vicende geologiche e fisiche onde il mare, ritirandosi
sempre, aggiunse man mano nuova spiaggia al lido*
Si aitribuisce ad Augusto la prima ristorazione delle mura napolitane
] per le opere di cui è da credere che la città si fosse ah
largala alcun poco verso oriente 5 imperciocché ne’ tempi prossimamente
posteriori a quel principe troviamo Porta-nolana, mutato
il nome in Ercolanense^ addossata alla bassa collinetta di Soprammuro, a ponente della Ss, Annunciata, Colui dell’ultimo triumvirato
che più prudente non si lasciò fuggire la sua reggia fortuna, narra Dion Cassio, che assai benignamente ci ebbe portato
in cuore per tutta la sua vita, tra perchè con grandissima fede
accogliemmo i Liparoli che volle ricoverar presso di noi ^ e perchè
lo ricolmammo di onori quando si piacque d’inlertenersì ai
nostri giuochi quinquennali» Così furono riparali i danni sofferti
nel secondo assedio di che Annibale ci strinse l’anno 558 di Roma: ed il benefizio del primo Cesare è ricordato nell’epigrafe appunto
riportata dal Celano.
Ma volendo stai e alle parole di quel marmo che fu a caso rinvenuto
sotto le fondamenta della chiesa dì 5. Giacomo degli Italiani
aWOrmo^ pare che egli sia caduto in equivoco *, perciocché quando
dagli antichi sì nomina Cesare, senz’altro nome, s’intende Giulio
Cesare Tondaior del Romano Imperio dopo la caduta della repubblica, da cui presero i suoi successori il soprannome di Cesare.
Egli fu spento, com’è notissimo, in senato negli anni di Roma 709,
Egli fu spento, com’è notissimo, in senato negli anni di Roma 709,
cioè 43 anni prima di nostra salute. Ottaviano suo successore, e per l’adozione fattagli dal zio si diceva ''Divi F''. cioè ''Filius''. Nell’anno di Roma 726 ebbe il titolo d’Augusto, come in detta iscrizione si legge; la quale essendosi fatta nella trentaduesima podestà tribunizia di Ottaviano, corrisponde all’anno 763 di Roma ed {{Pt|al-|}}</ref>
cioè 43 anni prima di nostra salute. Ottaviano suo successore, e
per r adczione fattagli dal zio si diceva Divi F. cioè Filius» Nelr
anno di Roma 726 ebbe il titolo d’Augusto, come in della iscrizione
si legge; la quale essendosi fatta nella trentaduesima podestà
tribunìzia di Oiiaviano, corrisponde all’anno 763 di Roma ed al