Brani di vita/Libro primo/La proprietà letteraria: differenze tra le versioni

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:::::::A me quei d'altri son per forza dati
:::::::E dicon tu gli arai, vuoi o non vuoi.
:::::::::::::{{AutoreCitato|Francesco Berni|BERNI}}<BR/><BR/>
Così diceva il Berni alcuni secoli addietro, quando la ''proprietà letteraria'' era ancora nella niente del Signore Iddio, o tutt'al più era rappresentata dai ''privilegi'' che i Sovrani concedevano agli editori per un numero di anni limitato: e così ci tocca sentire anche oggi da [[Autore:Edmondo De Amicis|Edmondo De Amicis]], non solo derubato del suo, ma caricato per forza di quel d'altri. Dopo tanto gridare intorno alla proprietà letteraria, dopo tante chiacchiere di progresso, di civiltà, di leggi e di diritti, siamo al punto in cui si trovava il Berni: che anzi i tempi suoi possono invocare come attenuante l'assenza dei codici, dei Procuratori del Re, e delle guardie di pubblica sicurezza. E poi andate a negare il progresso!