Pagina:Francesco Ambrosi, Trento e il suo circondario descritti al viaggiatore, 1881.djvu/24: differenze tra le versioni

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'''Storia.''' — La storia di questa parte di Trentino trae la sua origine da tempi remotissimi, da quelli che coincidono collo stabilimento dei ''Ras'' o ''Raseni'' ai luoghi che presero il nome di Rezia. Di là le prime relazioni, i primi contatti dei Trentini con altri popoli, le prime mescolanze avvenute tra la razza esistente e le razze sopravvenienti, i primi raggi di civiltà che splendettero sul trentino rozzo e incivile.

'''''Storia.''''' — La storia di questa parte di Trentino trae la sua origine da tempi remotissimi, da quelli che coincidono collo stabilimento dei ''Ras'' o ''Raseni'' ai luoghi che presero il nome di Rezia. Di là le prime relazioni, i primi contatti dei Trentini con altri popoli, le prime mescolanze avvenute tra la razza esistente e le razze sopravvenienti, i primi raggi di civiltà che splendettero sul trentino rozzo e incivile.


Ai ''Ras'' seguirono i ''Celti'' o ''Galli'', i quali penetrarono nel Trentino e secondo un’antica tradizione, edificarono la città di Trento. I Romani vi misero il loro genio; e, reso il Trentino alla loro dominazione, vi trovarono sudditi devoti ed ubbidienti alle loro istituzioni, alle loro leggi; i quali mai osarono spiegare la bandiera di ribellione contro Roma, e si tennero lontani dal partecipare ai movimenti insurrezionali dei Reti e delle altre genti alpine combattute e vinte da loro. — Trento era già sino dal tempo di Claudio imperatore uno ''splendido'' Municipio<ref>Vedi Tavola Clesiana scoperta ai ''Campi neri'' di Cles nell'anno 1869. Dichiarata da {{AutoreCitato|Theodor Mommsen|T. Mommsen}} (''Edict des Kaisers Claudius über das Romische Bürgerrecht der Anauner von J. 46 N. Chr.'') nell’''{{TestoAssente|Hermes}}'' 1869. IV. pag. 99. — 131; e tradotta dipoi por cura del Cav. {{AutoreIgnoto|Bar. Ab. Giovanni}} a Prato. Trento, Monauni, 1869. op. di 30 pagine con fac-simile della Tavola.</ref>; e, come la sua popolazione fu tolta al culto pagano, divenne la sede di un Vescovo, di Giovino, che viveva al tempo di Sant’Ermagora Aquileianense, primo evangelizzatore dei popoli trentini.
Ai ''Ras'' seguirono i ''Celti'' o ''Galli'', i quali penetrarono nel Trentino e secondo un’antica tradizione, edificarono la città di Trento. I Romani vi misero il loro genio; e, reso il Trentino alla loro dominazione, vi trovarono sudditi devoti ed ubbidienti alle loro istituzioni, alle loro leggi; i quali mai osarono spiegare la bandiera di ribellione contro Roma, e si tennero lontani dal partecipare ai movimenti insurrezionali dei Reti e delle altre genti alpine combattute e vinte da loro. — Trento era già sino dal tempo di Claudio imperatore uno ''splendido'' Municipio<ref>Vedi Tavola Clesiana scoperta ai ''Campi neri'' di Cles nell'anno 1869. Dichiarata da {{AutoreCitato|Theodor Mommsen|T. Mommsen}} (''Edict des Kaisers Claudius über das Romische Bürgerrecht der Anauner von J. 46 N. Chr.'') nell’''{{TestoAssente|Hermes}}'' 1869. IV. pag. 99. — 131; e tradotta dipoi por cura del Cav. {{AutoreIgnoto|Bar. Ab. Giovanni}} a Prato. Trento, Monauni, 1869. op. di 30 pagine con fac-simile della Tavola.</ref>; e, come la sua popolazione fu tolta al culto pagano, divenne la sede di un Vescovo, di Giovino, che viveva al tempo di Sant’Ermagora Aquileianense, primo evangelizzatore dei popoli trentini.