Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/254: differenze tra le versioni

 
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La questione è fra ''mimice'' e ''mirmice'', tutte le altre lezioni, come ''miricine, mirtinæ, murmure,'' non sono neppur degne di nota. ''Turpe incedere mirmice'': o che c’è di turpe nel camminar piano come la formica? Ben turpe al contrario è l’incedere con passo di mima, come sogliono le donne di mal affare, che si vogliono dar aria di matrone. Nè giova barattar ''mimice'' con ''ritmice'', come propone {{Ac|Giuseppe Giusto Scaligero|Scaligero}}, quando il primo avverbio è molto più determinato e pittoresco, e il secondo, che dovrebbe, a ogni modo, essere un corrotto di ''rhytmice'', ammesso che un tale avverbio ci sia, non sarebbe altro che un’interpretazione del primo. Nè mi pare ch’abbia ragione il {{Ac|Gerardo Giovanni Vossio|Vossio}} a metter virgola dopo ''incedere'', riferendo a ''ridentem'' i due avverbi; giacchè il ''mimice'' serve a specificare la turpitudine del portamento di Lesbia, ed è più adatto a modificare il camminare che il sorridere; e non so, d’altronde, come si potrebbe accordare con ''catuli ore gallicani''; ''mimice'' ha qui la forza d’un paragone che unito all’altro del can gallico riuscirebbe mostruoso, non potendosi concepire ad un tempo un sorriso che somigli a quello studiato d’una mima, e al ghigno molesto d’un cane.<section end="va14" />
La questione è fra ''mimice'' e ''mirmice'', tutte le altre lezioni, come ''miricine, mirtinæ, murmure,'' non sono neppur degne di nota. ''Turpe incedere mirmice'': o che c’è di turpe nel camminar piano come la formica? Ben turpe al contrario è l’incedere con passo di mima, come sogliono le donne di mal affare, che si vogliono dar aria di matrone. Nè giova barattar ''mimice'' con ''ritmice'', come propone {{Ac|Giuseppe Giusto Scaligero|Scaligero}}, quando il primo avverbio è molto più determinato e pittoresco, e il secondo, che dovrebbe, a ogni modo, essere un corrotto di ''rhytmice'', ammesso che un tale avverbio ci sia, non sarebbe altro che un’interpretazione del primo. Nè mi pare ch’abbia ragione il {{Ac|Isaac Vossius|Vossio}} a metter virgola dopo ''incedere'', riferendo a ''ridentem'' i due avverbi; giacchè il ''mimice'' serve a specificare la turpitudine del portamento di Lesbia, ed è più adatto a modificare il camminare che il sorridere; e non so, d’altronde, come si potrebbe accordare con ''catuli ore gallicani''; ''mimice'' ha qui la forza d’un paragone che unito all’altro del can gallico riuscirebbe mostruoso, non potendosi concepire ad un tempo un sorriso che somigli a quello studiato d’una mima, e al ghigno molesto d’un cane.<section end="va14" />