Geografia (Strabone) - Volume 2/Libro II/Capitolo III: differenze tra le versioni

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Perocchè dicendo Dicearco che dal Peloponneso alle Colonne d’Ercole v’hanno dieci mila stadii; che un maggior numero se ne conta dallo stesso Peloponneso sino a dove finisce il golfo Adriatico; e che dal Peloponneso allo stretto di Sicilia ve n’ha tre mila, sicchè sette mila ne restano da questo stretto alle Colonne: io (dice Polibio) tralascio di esaminare se questi tre mila stadii ragguaglino o no col vero; ma i sette restanti non corrispondono, o che questa misura si voglia riscontrare seguitando la spiaggia, o che invece si pigli nel mezzo del mare. Perocchè (soggiunge) la spiaggia rende immagine di un angolo ottuso, che si posa coi lati sullo stretto e sulle Colonne, ed ha il vertice a Narbona: sicchè viene a formarsi un triangolo la cui base è una linea retta che attraversa il mare, ed i lati sono quei medesimi i quali fanno l’angolo ottuso già detto. Ora di questi lati quello che va dallo stretto di Sicilia a Narbona è lungo più che undici mila e duecento stadii, e l’altro è di poco al di sotto degli otto mila. Tutti poi s’accordano a dire che la maggiore distanza dall’Europa alla Libia attraversando il mare Tirreno<ref>Il mare che bagna l’Italia dalla foce dell’Arno fin verso Napoli.</ref> non oltrepassa i tre mila stadii, e attraversando il mar di Sardegna è anche minore. Ma sia pure (prosegue) di tre mila anche questo; ed oltre a questi si piglino anche due mila stadii corrispondenti alla profondità del golfo presso Narbona, quasi una perpendicolare tirata dal vertice dell’angolo ottuso alla base di tutto il triangolo; e si farà manifesto a chiunque conosca pure i primi elementi della geometria, che tutta intiera la costa dallo stretto di Sicilia alle Colonne d’Ercole eccede di circa cinquecento stadii la retta segnata a traverso del mare: e dove a questi si aggiungano i tre mila che sono dal Peloponneso allo stretto, troveremo che la retta conta un numero di stadii più che doppio di quello da Dicearco assegnato: e secondo lui dovremmo contarne ancor più cominciandosi dal Peloponneso fino all’estremità del golfo Adriatico».
 
Ma qualcuno potrebbe rispondere, o mio caro Polibio, che siccome la riprova di questo errore ci viene chiaramente somministrata dall’esperienza di quelle cose che tu medesimo hai dette (cioè che dal Peloponneso a Leucade sono settecento stadii, da Leucade a Corcira settecento, da Corcira ai monti Ceraunii settecento, e da questi monti costeggiando a destra l’Illiria fino alla Iapigia sei mila e cento cinquanta); così sono errate del pari e la misura di sette mila stadii che Dicearco pone dallo stretto alle Colonne, e quella che tu t’immagini di aver dimostrata. Perocchè i più concordano a dire che il tragitto del mare è di dodici mila stadii, ciò che va d’accordo anche colla opinione adottata rispetto alla lunghezza della terra abitata. Infatti la credono tutt’al più di settanta mila stadii, dei quali poco meno di trenta mila si vogliono dare alla parte occidentale, cominciando dal golfo Issico fino alle estremità dell’Iberia, per modo che dal golfo predetto a Rodi ve n’abbiano cinque mila; di quivi al capo Salmonio<ref>Capo ''Salomone'' di Candia.</ref> di Creta, ch’è il promontorio orientale dell’isola, mille; più che due tanti tra la lunghezza di Creta e lo spazio fino al ''Criu metopon''<ref>''Fronte di Montone'': ora ''capo S. Giovanni''. Il capo ''Pachino'' è ora capo ''Passaro''.</ref>; di quivi al capo Pachino nella Sicilia più di mille; dallo stretto di Sicilia alle Colonne d’Ercole tredici mila; e finalmente dalle Colonne all’estremità del promontorio Sacro dell’Iberia circa tre mila. Aggiungasi che anche la misura della perpendicolare non fu pigliata con esattezza, se pure Narbona trovasi collocata quasi sotto il medesimo parallelo di Marsiglia, a questa sotto quel di Bizanzio; di che fu persuaso anche Ipparco. E nel vero la linea condotta a traverso del mare è sotto un medesimo parallelo con quella che passa per le Colonne e per Rodi; e siccome da Rodi fino a Bizanzio (considerando amendue questi luoghi come situati sotto un medesimo parallelo) contansi circa cinque mila stadii, così altrettanti dovrebbe averne la perpendicolare già detta. Ma poichè affermano che il maggiore tragitto di questo mare dall’Europa alla Libia, partendosi dal golfo Adriatico, è di circa cinque mila stadii, debbe in questo esservi errore; o bisognerebbe che da quella parte le coste della Libia inclinassero molto verso settentrione, fino a congiungersi col parallelo delle Colonne d’Ercole.
 
E non è ben detto nemmanco che la mentovata perpendicolare vada a finire vicino all’isola di Sardegna: mentre essa trovasi invece molto più all’occidente che la Sardegna, e lascia fra sè e l’isola, oltre al mare che da lei si denomina, quasi tutto anche il Ligustico.
 
Anche la lunghezza delle coste fu da Polibio esagerata, comunque non di tanto a dir vero.
 
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