Pagina:La capanna dello zio Tom, 1871.djvu/378: differenze tra le versioni

Piaz1606 (discussione | contributi)
 
FabC (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
avea veduto la pallida figura della madre sollevarglisi d’accanto al letto, avea sentito intorno alle dita la stretta di quei capelli, finchè innorridito, e colla fronte cospersa d’un freddo sudore, si precipitava dal letto. Ne dobbiamo meravigliarcene; lo stesso Vangelo non ci dice che Dio è amore, e che Dio è un fuoco consumatore, per significare che all’anima incallita nel male, l’amore perfetto è una tortura terribile, il sigillo, la sentenza della più atroce disperazione?
avea veduto la pallida figura della madre sollevarglisi d’accanto al letto, avea sentito intorno alle dita la stretta di quei capelli, finchè innorridito, e colla fronte cospersa d’un freddo sudore, si precipitava dal letto. dobbiamo meravigliarcene; lo stesso Vangelo non ci dice che Dio è amore, e che Dio è un fuoco consumatore, per significare che all’anima incallita nel male, l’amore perfetto è una tortura terribile, il sigillo, la sentenza della più atroce disperazione?


Maledetto! — mormorava Legrée fra se stesso, nel sorseggiare il suo ''punch'' — donde ebbe egli mai queste cose? Se quella ciocca di capelli non somigliasse affatto! credea di averla dimenticata. Possa morire se ne capisco un’acca — voglio essere impiccato se riesco a sbrogliar questo affare! Sono solo; chiamiamo Emmelina. Ella mi odia — la monachella! Che me ne importa? deve venire!
"Maledetto! — mormorava Legrée fra se stesso, nel sorseggiare il suo ''punch'' — donde ebbe egli mai queste cose? Se quella ciocca di capelli non somigliasse affatto! credea di averla dimenticata. Possa morire se ne capisco un’acca — voglio essere impiccato se riesco a sbrogliar questo affare! Sono solo; chiamiamo Emmelina. Ella mi odia — la monachella! Che me ne importa? deve venire!"


Legrée, uscito dalla camera, si trovò in uno spazioso vestibolo, donde si spiccava una scala a chiocciola, che, anticamente, doveva esser magnifica; ma ora era guasta, sudicia, ingombra di casse e di ogni genere di rottami. I gradini, dileguando per l’oscurità, parea mettesser capo in luogo ignoto a tutti! Il lume pallido della luna entrava per un’imposta sovresso l’uscio; l’aria era fredda, malsana, simile a quella d’un sotterraneo.
Legrée, uscito dalla camera, si trovò in uno spazioso vestibolo, donde si spiccava una scala a chiocciola, che, anticamente, doveva esser magnifica; ma ora era guasta, sudicia, ingombra di casse e di ogni genere di rottami. I gradini, dileguando per l’oscurità, parea mettesser capo in luogo ignoto a tutti! Il lume pallido della luna entrava per un’imposta sovresso l’uscio; l’aria era fredda, malsana, simile a quella d’un sotterraneo.