Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/144: differenze tra le versioni

{{RigaIntestazione||''Il Sofista.''|133}}

{{annotazione a lato|C}}{{Sc|Teet.}} Che cosa vuoi dimostrare sopra questi esempi che hai messo innanzi, col farmi su tutti insieme queste domande?

{{Sc|For.}} Tutte le cose che abbiamo nominate si dicono del genere del dividere.

{{Sc|Teet.}} Sì.

{{Sc|For.}} Pertanto secondo il mio ragionamento, poichè di queste cose c’è un’arte sola per tutte, le applicheremo un nome solo.

{{Sc|Teet.}} E come la chiameremo?

{{Sc|For.}} Discriminativa [diacritica].

{{Sc|Teet.}} Sia pure.

{{Sc|For.}} Guarda ora se di questa alla sua volta non possiamo in qualche modo riconoscere due specie.

{{Sc|Teet.}} È troppo affrettata per me l’indagine che mi imponi.

{{annotazione a lato|D}}{{Sc|For.}} Eppure anche nelle distinzioni sopra dette l’una era il separare il peggiore dal migliore, l’altra il simile dal simile.

{{Sc|Teet.}} Adesso che l’hai detto, mi par di capirlo.

{{Sc|For.}} Ebbene, mentre non trovo un nome che si usi per l’altra specie di discriminativa, per quella invece che lascia stare il meglio e rigetta il peggio, lo ho.

{{Sc|Teet.}} Dimmi quale.

{{Sc|For.}} Ogni tale discriminazione, per quanto posso capire, si chiama da tutti purificazione.

{{Sc|Teet.}} Si chiama infatti.

{{Sc|For.}} Ora la specie purificatoria alla sua volta {{annotazione a lato|E}}chi è che non veda che è duplice?

{{Sc|Teet.}} Sì, — adagio per altro; perchè io ora non so vederla.

<references/>{{PieDiPagina|{{smaller|{{Sc|Fraccaroli}}, ''Il Sofista.''}}||{{smaller|12}}}}