Pagina:I Vicerè.djvu/365: differenze tra le versioni
mNessun oggetto della modifica |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
contraria a pronunziare sentenze di questo genere, come vada coi calzari di piombo. Essa non può contentarsi di certe prove e di certe ragioni... Queste potevano forse bastare ai giudici secolari, la cui responsabilità non è impegnata dinanzi alla Maestà Divina. Mi duole moltissimo, in coscienza, di vedere Raimondo messo per una via falsa... Dopo questa causa ne verrà una seconda, lo scandalo è immenso... Io ho i miei doveri da compiere... La mia coscienza... |
{{Pt|mente|giustamente}} contraria a pronunziare sentenze di questo genere, come vada coi calzari di piombo. Essa non può contentarsi di certe prove e di certe ragioni... Queste potevano forse bastare ai giudici secolari, la cui responsabilità non è impegnata dinanzi alla Maestà Divina. Mi duole moltissimo, in coscienza, di vedere Raimondo messo per una via falsa... Dopo questa causa ne verrà una seconda, lo scandalo è immenso... Io ho i miei doveri da compiere... La mia coscienza... |
||
— Coscienza?... Coscienza?... — Donna Ferdinanda, che stava a sentirlo a bocca chiusa e a denti stretti, una volta cantò: — Lasciala da parte la coscienza! Di’ piuttosto che non gli hai ancora perdonato d’aver preso il tuo posto e glie la vuoi far pagare, ora che l’hai nelle forbici!... |
|||
Il Priore impallidì repentinamente, guardando un istante in viso la zia che lo guardava fisso anche lei, come se gli volesse leggere nell’anima. Poi chinò il capo e portò le braccia in croce sul petto: |
Il Priore impallidì repentinamente, guardando un istante in viso la zia che lo guardava fisso anche lei, come se gli volesse leggere nell’anima. Poi chinò il capo e portò le braccia in croce sul petto: |
||
— Vostra Eccellenza m’affligge crudelmente... Sa bene che le passioni del mondo sono straniere al mio cuore... che io amo mio fratello come rispetto Vostra Eccellenza!... Dica questo a Raimondo; mi fornisca l’occasione di darne la prova.... |
|||
Donna Ferdinanda andò pertanto da Raimondo per dirgli di recarsi personalmente dal fratello e di raccomandarglisi. Un momento, il giovane si ribellò. Era stanco di pregare e di umiliarsi, di far la corte a Ferdinando e a Giulente per guadagnarli alla sua causa, di imbeccare Pasqualino e gli altri portavoce. S’era |
Donna Ferdinanda andò pertanto da Raimondo per dirgli di recarsi personalmente dal fratello e di raccomandarglisi. Un momento, il giovane si ribellò. Era stanco di pregare e di umiliarsi, di far la corte a Ferdinando e a Giulente per guadagnarli alla sua causa, di imbeccare Pasqualino e gli altri portavoce. S’era anche umiliato una volta dinanzi a Giacomo e non gli era valso nulla; s’era umiliato anche dinanzi a Lodovico, quando era andato a Nicolosi, e il fratello non s’era lasciato vedere. Adesso bisognava gettarsi ai piedi di cotesto Gesuita, chiedergli perdono del posto sottrattogli, implorarne col perdono la protezione e l’appoggio. Era troppo, non ne poteva più. Le mortificazioni dell’amor proprio gli cocevano più di tutte, gli facevano stringer |