Geografia (Strabone) - Volume 2/Libro I/Capitolo IV: differenze tra le versioni

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Egli è poi ancora più stolto allorchè, dopo aver detto di non vedere a quale pratica utilità possa servire il cercare diligentemente i confini, cita Colitto e Melite, poi fa passaggio a cose affatto contrarie. Perocchè se le guerre di Tirea e di Orope nacquero per la ignoranza dei confini, dee tornar utile il determinare i limiti dei paesi; se pure Eratostene non volle dire che sia utile il distinguere i confini dei singoli paesi e delle nazioni in quelli comprese, ma che dove si tratti dei continenti sia cosa superflua. Tuttavolta non è senza importanza nemmanco il distinguere i confini dei continenti; perocchè anche di questi potrebbe nascere controversia fra due principi grandi, l’uno dei quali possedesse l’Asia, e l’altro la Libia, e cercassero a quale appartenesse l’Egitto, cioè quel paese che si chiama Egitto inferiore<ref>L’Autore cita questo esempio, perchè nell’opinione di coloro che dividevano l’Africa dall’Asia per mezzo del Nilo, non sapevasi a quale dei due attribuire il Delta o basso Egitto, siccome quello che sta fra le due braccia del fiume.</ref>. E chi volesse anche lasciare in disparte siffatti casi, come infrequenti, bisogna confessare peraltro ch’è necessario distinguere i continenti secondo le grandi loro divisioni, ed in un modo che abbracci tutta quanta la terra abitata. In questo poi non è da guardare se coloro i quali distinguono i continenti per mezzo dei fiumi lasciano alcuni luoghi senza limiti, perchè i fiumi non si stendono da mare a mare, e non convertono a vero dire in isole i continenti.
 
Sul finire poi del suo libro Eratostene disapprova coloro che dividono tutto il genere umano in due classi, di Elleni e di barbari; ed anche coloro che esortavano Alessandro a trattare gli Elleni come amici ed i barbari come nemici: e dice che «meglio sarebbe dividere gli uomini secondo la virtù o la malignità<ref>Plutarco nel Trattato della Fortuna di Alessandro afferma ch’egli ebbe appunto siffatta opinione.</ref>. E nel vero molti degli Elleni sono malvagi; e fra i barbari invece ve n’ha parecchi inciviliti, come a dire gl’Indi e gli Ariani, ed anche i Romani e i Cartaginesi che sono governati tanto mirabilmente. Laonde poi Alessandro non dando retta a’ suoi consiglieri accolse e beneficò quanti gli parve che di ciò fossero degni.» Come se quelli che dividono gli uomini in Elleni ed in barbari, e giudicano questi degni di vituperio, quelli degni di lode, il facessero per qualche altro motivo, tranne per essere appo gli uni predominante l’osservanza delle leggi, la civiltà, la buona educazione e il raziocinio; e presso gli altri il contrario. E però Alessandro non tenne a vile i suoi consiglieri, ma approvandone l’avviso, il seguì nella propria condotta, guardando all’intenzione di chi lo avea profferito.
 
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