Pagina:I Vicerè.djvu/339: differenze tra le versioni
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glie le facevano aspettare con impazienza. Le notizie di Sicilia gli avevano messo la febbre addosso, tanto che egli voleva subito far le valige; ma disgraziatamente era impedito da molte e gravi faccende, « tutte d’interesse del collegio e del paese. » Del resto, se voleva trovarsi fra i proprii concittadini, ciò era per avvertirli di non lasciarsi trascinare da Garibaldi. « Lo dico dunque a te che puoi farlo capire alle teste riscaldate, dove più insistente si cammina a nome del principio utopista, si corre sicuro al naufragio. Altronde il governo è deciso opporsi in tutti modi a simile aberrato. Ed io credo che fa benissimo anzi che ha perduto troppo tempo. Garibaldi dev’essere arrestato a forza; non si può permettere che una nazione di ventisette milioni è messa in orgasmo da un uomo che ha meriti distinti, ma pare aver giurato di farli dimenticare con una condotta che.... » e qui due facciate contro Garibaldi. « Perchè poi, voltiamo la pagina, neppure il governo è libero, e non bisogna lusingarsi col non intervento; c’è la Francia che fa un caso del diavolo, Napoleone ha detto.... l’Austria aspetta un pretesto.... tutta l’Europa invigila.... » e un altro foglietto di gravi considerazioni sulla politica internazionale. « Quindi ti raccomando di far comprendere queste verità agli amici, ed anche, anzi soprattutto, agli avversarii. Bisogna evitare un serio disastro al nostro paese, e tutti bisognano persuadersi del pericolo della situazione. Pregoti di parlare e occorrendo scrivere in questo senso; anzi sono sicuro che nella tua accortezza ti sarai già messo all’attuazione.... » |
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Per la terza volta in tre ore, qualcuno dei suoi parenti lo spingeva così nella via da cui egli ripugnava. Il duca scriveva, escandescenze a parte, come don Blasco parlava; il monaco borbonico era, in fondo, d’accordo col deputato liberale; e sua moglie, chiusa in camera, gli teneva il broncio, complottava con la cameriera per indurlo ad abbandonare il suo posto. |
Per la terza volta in tre ore, qualcuno dei suoi parenti lo spingeva così nella via da cui egli ripugnava. Il duca scriveva, escandescenze a parte, come don Blasco parlava; il monaco borbonico era, in fondo, d’accordo col deputato liberale; e sua moglie, chiusa in camera, gli teneva il broncio, complottava con la cameriera per indurlo ad abbandonare il suo posto. |
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La sera, ad una tempestosa riunione del Circolo Nazionale, dove il partito garibaldino e il governativo erano |
La sera, ad una tempestosa riunione del Circolo Nazionale, dove il partito garibaldino e il governativo erano |
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