Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/271: differenze tra le versioni

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già l’asta, ma il tirso. Si cambi l’asta col tirso, il quale era un’asta coperta con un mazzo di foglie d’ellera, purché sia un bastone, o scettro lungo. Da quella cava medesima, dove l’anno scorso (1761.) in una vigna vicino a Frascati, ma verso Monte Porzio, fu trovata una statua d’insigne scultura di Sardanapalo re d’Assiria barbato, ma il primo di questo nome, mentovato da Castore presso {{AutoreCitato|Eusebio di Cesarea|Eusebio}} nella sua Cronica, non il secondo diffamato, e descritto da {{AutoreCitato|Erodoto|Erodoto}}<sup>nota</sup>, da {{AutoreCitato|Ctesia di Cnido|Ctesia}}<sup>nota</sup>, e da {{AutoreCitato|Diodoro Siculo|Diodoro}}<sup>nota</sup>, coll’iscrizione in un orlo del suo panno '''СΑΡΔΑΝΑΠΑΛΛΟС''', insieme con quattro statue donnesche, che sembrano Cariatidi<sup>nota</sup>, ed altre in pezzi, è scappata fuori una bellissima statua donnesca, panneggiata, e grande al vero. Non le manca altro che un braccio, il resto è sano, e sicuro. Questa vigna, ove fassi lo scavo, sembra essere stata una villa della gente Porzia, secondo alcune iscrizioni ivi ritrovate. Quanto pagherei, se vi potessi far ridere con tutta la moneta cattiva, cioè con un’antichità, che ora vi porto. Questo è un soldato di bronzo scavato in Sardegna, mandato al {{Pt|car-|}}
già l’asta, ma il tirso. Si cambi l’asta col tirso, il quale era un’asta coperta con un mazzo di foglie d’ellera, purché sia un bastone, o scettro lungo. Da quella cava medesima, dove l’anno scorso (1761.) in una vigna vicino a Frascati, ma verso Monte Porzio, fu trovata una statua d’insigne scultura di Sardanapalo re d’Assiria barbato, ma il primo di questo nome, mentovato da Castore presso {{AutoreCitato|Eusebio di Cesarea|Eusebio}} nella sua Cronica, non il secondo diffamato, e descritto da {{AutoreCitato|Erodoto|Erodoto}}<ref>''lib. 2. cap. 150. pag. 177''.</ref>, da {{AutoreCitato|Ctesia di Cnido|Ctesia}}<ref>Presso Ateneo ''lib. 12. cap. 7. pag. 528''.</ref>, e da {{AutoreCitato|Diodoro Siculo|Diodoro}}<ref>''lib. 2. §. 23. pag. 126''., {{AutoreCitato|Dione Crisostomo|Dione Grisostomo}} ''Orat. 62. pag. 588., Orat. 78. p. 658''. {{AutoreCitato|Clemente Alessandrino|Clemente Alessandrino}} ''Pædag. lib. 2. cap. 11. oper. Tom. I. pag. 292., Strom. lib. 1. n. 24. pag. 416., lib. 2. n. 20. pag 491''., ed altri autori ivi citati nella nota, e {{AutoreCitato|Aristotele |Aristotele}} presso {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone |Cicerone}} ''De fin. lib. 2. cap. 32., Tuscul. quæst. lib. 5. cap. 35.'' {{AutoreCitato|Joseph de Guignes|De Guignes}} ''Explication de l’incript. du tombeau de Sardanap. Acad. des Inscript. Tom. XXXIV. Mém. pag. 416. segg''. ha cercato di difendere quel sovrano, sostenendo, che i Greci tutti abbiano detto tanto a suo discredito, principalmente perchè non riflettevano, che la condotta di lui avea da interpretarsi secondo gli usi, e lo spirito degli Orientali. Certo si è, che i Greci hanno tenuti i re d Assiria generalmente per molli, ed effeminati, forse perchè menavano una vita ritirata, e amavano la pace, come bene osserva {{AutoreCitato|Antoine-Yves Goguet|Goguet}} ''Della orig. delle leggi, et. Par. I. Tom. I. lib. I. cap. 1. art. {{Sc|iiI}}., Par. {{Sc|iI}}. Tom. {{Sc|iI}}. lib. I. cap. I''. Per li varj Sardanapali può vedersi anche {{AutoreCitato|Nicolas Fréret|Freret}} ''Essai sur l’hist. des Assyr. Academ. des Inscr. Tom. V. Mem. pag. 350. segg.'', il presidente {{AutoreCitato|Jean Bouhier|Bouhier}} ''Dissertation sur Sardanapale'', e il P. {{AutoreCitato|Alfonso Niccolai|Niccolai}} ''Il Tobia, diss. 2. pag. 22. segg''.</ref>, coll’iscrizione in un orlo del suo panno '''СΑΡΔΑΝΑΠΑΛΛΟС''', insieme con quattro statue donnesche, che sembrano Cariatidi<ref>Vedi Tom. ''{{Sc|iI}}. pag. 102''. Queste statue feminili a parlare propriamente non sono Cariatidi, ma Canefore, come osserva contro il nostro Autore, che così le chiama, anche al luogo citato della Storia, e in un altro, e nei ''Monum. ant. Par. {{Sc|iiI}}. cap. 1. pag. 219''., l’annotatore al {{AutoreCitato|Famiano Nardini|Nardini}} ''{{TestoCitato|Roma Antica|Roma antica}}, lib. 6. cap. 4. pag. 297''. del che per altro non era da menarne tanto rumore. Winkelmann al luogo citato dei Monumenti nomina due Ermi somigliantissimi alla testa di questo Sardanapalo, uno nel palazzo della Farnesina, e l’altro passato da Roma in Sicilia, ove stava già presso i Gesuiti in Palermo, come nota il signor barone {{AutoreCitato|Johann Hermann von Riedesel|Riedesel}} ''Voyage en Sicile, ec. let. 1. pag. 19''. Si veda la Tav. XXI,, e la spiegazione di essa.</ref>, ed altre in pezzi, è scappata fuori una bellissima statua donnesca, panneggiata, e grande al vero. Non le manca altro che un braccio, il resto è sano, e sicuro. Questa vigna, ove fassi lo scavo, sembra essere stata una villa della gente Porzia, secondo alcune iscrizioni ivi ritrovate. Quanto pagherei, se vi potessi far ridere con tutta la moneta cattiva, cioè con un’antichità, che ora vi porto. Questo è un soldato di bronzo scavato in Sardegna, mandato al {{Pt|car-|}}



<ref>lib. 2. cap. 1 jo. pag. 177.</ref>

<ref>Preflo Ateneo lib. ìz. cap-7.pag.sz8.</ref>

<ref>lib. z. §. zi. pag. 1 26., Dione Grifoftomo
Orat. 62. pag. f SS., Orat.jS.p. 6jX.
Clemente Alessandrino Psdag. lib. 2. cap. 11.
opcr. Tom. I. pag. zpz., Strom. lib. 1. n. Z4.
pag. 4.1 6., lib. z. n. zC. pag 40 1., ed altri
autori ivi citati nella nota, e Aditotele presso
Cicerone De sin. lib. z. cap. iz., Tufcul.
qui.si. lib. f. cap. if. De Guignes Explìcation
de l’ inf.ript. du tombeau de Sardanap. Acad.
des lnfcript. Tom.XXXiy. Mém. pag.416.
segg. ha cercato di difendere quel Covrano,
{ottenendo, che i Greci tutti abbiano detto
tanto a suo diferedito, principalmente perchè
non riflettevano, che la condotta di lui
avea da interpretarli secondo gli usi, e lo
fpirito degli Orientali. Certo (i è, che i Greci
hanno tenuti i re d Afliria generalmente
per molli, ed effeminati, forse perchè menavano
una vira ritirata, e amavano la pace, come bene offe iva Goguet Della orig.
delle leggi, et. Par. I. Tom. 1. lib. I. cap. 1.
art. ni., Par. {{Sc|iI}}. Tom. {{Sc|iI}}. lib. I. cap. 1. Per
li varj SaHanapali può vedersi anche Freret
E (fai far l’ hìjl. aes AJfyr. Academ. des Infcr.
Tom. V. Mem. pag. jfO. fesg., il prelidente
Bouhicr Differcation far Sardanapale, e il
P. Niccolai // Tobia, dij§. z.pag. 22. segg.</ref>


<ref>Vedi Tom. {{Sc|iI}}. pag. ioz. Quelle statue
feminili a parlare propriamente non sono Cariatidi, ma Canefore, come oflerva contro
il nostro Autore, che così le chiama, anche
al luogo citato della Storia, e in un altro, e
nei Moium. ant. Par. ni. cap. 1. pag. zi g.,
l’annotatore al Nardini Roma antica, lib. 6.
cap. 4. pag. 297. del che per altro non era
da menarne tanto rumore. Winkclmann al
luogo citato dei Monumenti nomina due Ermi
fomigliantiflìmi alla testa di quefro Sardanapalo, uno nel palazzo della Farnelìna, e
l’altro paffato da Roma in Sicilia, ove flava
già presso i Gefuiti in Palermo, come nota il
signor barone IVedefel P’oyjge en Sicile, ec.
let. 1. pag. 1 0. Si veda la Tav. XXI,, e la
spiegazione ài essa.</ref>