Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/267: differenze tra le versioni

 
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Poco dopo nello stesso sito è stata trovata una statua senza
Poco dopo nello stesso sito è stata trovata una statua senza gambe, e braccia, e colla testa staccata. Subito ch’essa fu portata jeri l’altro a Roma, io n’ebbi la notizia dal ristoratore della Venere; noi due col padrone della statua {{Pt|an-|}}
gambe, e braccia, e colla testa staccata. Subito ch’essa fu
portata jeri l’altro a Roma, io n’ebbi la notizia dal ristoratore della Venere; noi due col padrone della statua {{Pt|an-|}}
<ref follow="pagina266">Servilio Varia fece un plataneto nella sua villa vicina a Cuma, di cui parla {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} ''Epist. 55''.; di altro ne parla {{AutoreCitato|Petronio Arbitro |Petronio}} ''Satyr. pag. 44''; {{AutoreCitato|Gaio Plinio Cecilio Secondo|Plinio il giovane}} ''Epist. lib. 1. epist. 3''. nomina quello, che aveva nella sua villa a Como; e {{AutoreCitato| Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio}} lib. 5. cap. 11. insegna, che nelle palestre, o luoghi di esercizio per gli atleti si facciano dei viali con platani, e sedili sotto di essi per riposarvisi. Su questi fondamenti possiamo credere con probabilità, che qualche cittadino romano erudito, seppur non era lo stesso Lucio Vero, di cui pretendesi la villa, ove fu trovato l’Erme, avesse fatto in essa un plataneto, per farvi adunanze poetiche, come dicemmo. Del che il Genio dà una prova col dirlo, parlando in versi, consecrato alle Muse, inoltrando i libri o reali, o scolpiti per simbolo su qualche cosa accanto ai platani; e ch’egli cogli altri Genj suoi compagni, come custodi del plataneto, se in esso mai vi capitava un genuino amatore, lo coronavano d’ellera; vale a dire, che lo ascrivevano fra i poeti, che aveano o il piacere, o l’onore di recitarvi. È noto, che la corona dei poeti si faceva con quella pianta, per testimonianza degli stessi poeti antichi, {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} ''Ecl. 7. vers. 25.'', {{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|Ovidio}} ''Amor. lib. 3. eleg. 9. vers. 61., Trift. lib. 1. eleg. 7. vers. 2.'', e {{AutoreCitato|Sesto Properzio|Properzio}} ''lib. 2. eleg. 5. vers. 25. 26''., che si può contrapporre al sentimento della nostra iscrizione:
<ref follow="pagina266">Servilio Varia fece un plataneto nella sua villa vicina a Cuma, di cui parla {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} ''Epist. 55''.; di altro ne parla {{AutoreCitato|Petronio Arbitro |Petronio}} ''Satyr. pag. 44''; {{AutoreCitato|Gaio Plinio Cecilio Secondo|Plinio il giovane}} ''Epist. lib. 1. epist. 3''. nomina quello, che aveva nella sua villa a Como; e {{AutoreCitato| Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio}} lib. 5. cap. 11. insegna, che nelle palestre, o luoghi di esercizio per gli atleti si facciano dei viali con platani, e sedili sotto di essi per riposarvisi. Su questi fondamenti possiamo credere con probabilità, che qualche cittadino romano erudito, seppur non era lo stesso Lucio Vero, di cui pretendesi la villa, ove fu trovato l’Erme, avesse fatto in essa un plataneto, per farvi adunanze poetiche, come dicemmo. Del che il Genio dà una prova col dirlo, parlando in versi, consecrato alle Muse, inoltrando i libri o reali, o scolpiti per simbolo su qualche cosa accanto ai platani; e ch’egli cogli altri Genj suoi compagni, come custodi del plataneto, se in esso mai vi capitava un genuino amatore, lo coronavano d’ellera; vale a dire, che lo ascrivevano fra i poeti, che aveano o il piacere, o l’onore di recitarvi. È noto, che la corona dei poeti si faceva con quella pianta, per testimonianza degli stessi poeti antichi, {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} ''Ecl. 7. vers. 25.'', {{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|Ovidio}} ''Amor. lib. 3. eleg. 9. vers. 61., Trift. lib. 1. eleg. 7. vers. 2.'', e {{AutoreCitato|Sesto Properzio|Properzio}} ''lib. 2. eleg. 5. vers. 25. 26''., che si può contrapporre al sentimento della nostra iscrizione: