Pagina:Dalle dita al calcolatore.djvu/189: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 100% | |
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
''5. La via romana al numero'' |
''5. La via romana al numero'' |
||
Tutti conosciamo i simboli base della numerazione romana, cioè, I, V, X, L, C, D e M che valgono nell’ordine 1, 5, 10, 50, 100, 500 e 1.000. Si è cercato in molti modi di spiegarne l’origine. {{AutoreCitato|Marco Valerio Probo|Valerio Probo}} riferisce di un antichissimo codice secondo il quale i numeri sono rappresentati dalle lettere dell’alfabeto latino: A = 500, B = 300, C = 100, D = 500 e così via, senza alcun ordine logico. Inoltre, spiega che il 5 è scritto ''V'' (la ''U'' dei Romani) perché questa è la quinta vocale; la X vale dieci perché è la decima consonante. Le lettere C e M sono le iniziali di cento e mille. Più artificiosa è la spiegazione dei segni del 50 e del 500. Dice Valerio Probo che i Greci scrivono il 50 con la lettera NI; siccome nel parlare è frequente lo scambio fra N e L (''Lynpha/Nynpha''), la L assume dunque il valore di 50; la lettera D vale 500 perché dopo la C viene la D, oppure perché è l’iniziale di ''Dimidium'', cioè metà (di mille), o anche perché la metà sinistra della M, in certe stilizzazioni, assomiglia approssimativamente alla D. Commenta il Ricci: “Per il che si vede che sono raggioni molto stiracchiate”. |
|||
Tutti conosciamo i simboli base della numerazione |
|||
romana, cioè, I, V, X, L, C, D e M che valgono nell’ordine 1, 5, 10, 50, 100, 500 e 1.000. Si è cercato in |
|||
molti modi di spiegarne l’origine. Valerio Probo riferisce |
|||
di un antichissimo codice secondo il quale i numeri |
|||
sono rappresentati dalle lettere dell’alfabeto latino: |
|||
A = 500, B = 300, C = 100, D = 500 e così via, |
|||
senza alcun ordine logico. Inoltre, spiega che il 5 è |
|||
scritto V (la U dei Romani) perché questa è la quinta |
|||
vocale; la X vale dieci perché è la decima consonante. |
|||
Le lettere C e M sono le iniziali di cento e mille. Più |
|||
artificiosa è la spiegazione dei segni del 50 e del 500. |
|||
Dice Valerio Probo che i Greci scrivono il 50 con la |
|||
lettera NI; siccome nel parlare è frequente lo scambio |
|||
fra N e L (''Lynpha/Nynpha''), la L assume dunque il valore |
|||
di 50; la lettera D vale 500 perché dopo la C viene |
|||
la D, oppure perché è l’iniziale di ''Dimidium'', cioè |
|||
metà (di mille), o anche perché la metà sinistra della |
|||
M, in certe stilizzazioni, assomiglia approssimativamente |
|||
alla D. Commenta il Ricci: “Per il che si vede |
|||
che sono raggioni molto stiracchiate”. |
|||
{{FI |
{{FI |
||
|file=Dalle dita al calcolatore fig 077a.jpg |
|file=Dalle dita al calcolatore fig 077a.jpg |
||
|width= |
|width=450px |
||
|float=center |
|float=center |
||
|caption= Valorenumerico |
|caption= Valorenumerico delle lettere latine secondo Valerio Probo. |
||
|tstyle= text-align:left; font-size:90%; |
|tstyle= text-align:left; font-size:90%; }} |
||
}} |