Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/217: differenze tra le versioni

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{{Pt|toni.|bottoni.}} Io mi figuro que’ bottoni delle legature antiche d’Italia; se pur non è un’altra l’idea, che voi vi siete formata di tai bottoni. In diverse pitture con volumi antichi il pittore ha accennato minutamente ogni cosa, e ad uno si vede persino pendente fuori, ed in giù la schedola coll’argomento in iscritto PAX. XX., o in altra guisa, come parmi avervi altra volta indicato<ref>Vedi qui avanti ''pag. 191.''</ref>; ma però non vi si scorge nè legacce, nè bottoni. Alla sottigliezza del papiro poteva pregiudicare lo stringerlo, e il volume rotolato restava senza svoltarsi per mezzo delle sue fibre, e della sua sottigliezza medesima. E siccome non credo, che mi sia sfuggita alcuna cosa, per quanto gli occhi gelosi permettevano d’arrivare, così credo potervi assicurare di non aver io osservato il minimo vestigio, o traccia d’una impressione concava, che da un preteso cordone avea da esserci rimasta, mentre vi si vedono le pliche prodotte dall’essersi i volumi schiacciati, le quali s’infilzano, e si combaciano fra di loro in que’ volumi, che erano messi l’uno sopra l’altro. Che nome poi si darà a que’ bastoncelli? Non mi ricordo d’averlo trovato<ref name=pagina217>Questo bastoncello si chiama {{greco da controlare}} '''κοντάκιον''' ''contacium'', ed era per lo più di legno, come osserva Du Cange ''Glossar. ad script. mediæ, & inf. græcit.'' a quella voce. Alle due teste vi si mettevano da molti due ornati di</ref>. Per ora non posso inoltrarmi nell’erudizione: mi attengo solo a quello, che ho veduto. Del resto sono prontissmo a comunicare tutte le notizie, che mi è riuscito di rintracciare, desiderosissimo che voi vi compiaceste di farne qualche uso. Delle correzioni, cassature, e sbagli, che si trovano frequentissimamente, per quanto ho inteso a dire, nell’opera della retorica, vi do oggi un saggio in due righe, ed eccolo:
{{Pt|toni.|bottoni.}} Io mi figuro que’ bottoni delle legature antiche d’Italia; se pur non è un’altra l’idea, che voi vi siete formata di tai bottoni. In diverse pitture con volumi antichi il pittore ha accennato minutamente ogni cosa, e ad uno si vede persino pendente fuori, ed in giù la schedola coll’argomento in iscritto PAX. XX., o in altra guisa, come parmi avervi altra volta indicato<ref>Vedi qui avanti ''pag. 191.''</ref>; ma però non vi si scorge nè legacce, nè bottoni. Alla sottigliezza del papiro poteva pregiudicare lo stringerlo, e il volume rotolato restava senza svoltarsi per mezzo delle sue fibre, e della sua sottigliezza medesima. E siccome non credo, che mi sia sfuggita alcuna cosa, per quanto gli occhi gelosi permettevano d’arrivare, così credo potervi assicurare di non aver io osservato il minimo vestigio, o traccia d’una impressione concava, che da un preteso cordone avea da esserci rimasta, mentre vi si vedono le pliche prodotte dall’essersi i volumi schiacciati, le quali s’infilzano, e si combaciano fra di loro in que’ volumi, che erano messi l’uno sopra l’altro. Che nome poi si darà a que’ bastoncelli? Non mi ricordo d’averlo trovato<ref name=pagina217>Questo bastoncello si chiama {{greco da controllare}} '''κοντάκιον''' ''contacium'', ed era per lo più di legno, come osserva {{AutoreCitato|Charles du Fresne, sieur du Cange|Du Cange}} ''Glossar. ad script. mediæ, & inf. græcit.'' a questa voce. Alle due teste vi si mettevano da molti due ornati di</ref>. Per ora non posso inoltrarmi nell’erudizione: mi attengo solo a quello, che ho veduto. Del resto sono prontissimo a comunicare tutte le notizie, che mi è riuscito di rintracciare, desiderosissimo che voi vi compiaceste di farne qualche uso. Delle correzioni, cassature, e sbagli, che si trovano frequentissimamente, per quanto ho inteso a dire, nell’opera della retorica, vi do oggi un saggio in due righe, ed eccolo:


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