Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/210: differenze tra le versioni

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{{Pt|ma|forma}} del carattere; perciocchè ero persuaso di trovare un Ɛ tondo, un '''Σ''' formato come un '''С''' latino, e '''Ω''', fatto a guisa d’un '''ω''' corsivo, vedendosi queste lettere così formate nella iscrizione del vaso del re Mitridate<ref>L’ω corsivo è più moderno dell’altro Ω, che fu inventato da {{AutoreCitato|Simonide |Simonide}}, secondo {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|Plinio}} ''lib. 7. cap. 56. sect. 57.'', 500. anni circa avanti Gesù Cristo, in luogo del quale prima si usava il semplice O, come si ha da {{AutoreCitato|Platone|Platone}} ''in Cratylo, oper. Tom. I. pag. 410''. Il vaso di Mitridate, in cui ha quella forma di corsivo, è fatto poco prima di Augusto, avendo Mitridate cominciato a regnare 113. anni prima di Gesù Cristo, ed essendo morto 64. prima; nel qual tempo fu usata molto generalmente quella forma di lettere, che nomina Winkelmann. I paleografi la fanno cominciare dai tempi di Alessandro il Grande; come si vede nella Tavola data dallo {{AutoreCitato|Ezechiel Spanheim|Spanhemio}} ''De præst. & usu num. Tom. I. pag. 80''., ripetuta dal P. {{AutoreCitato|Geremia da Beinette|a Bennettis}} ''Chronol. & cric. hist. ec. Tom. I. pag. 220''.; come è più antica la forma del Σ così fatto, anzichè di С., come prova lo stesso Spanhemio ''Dissert. 2, n. 5. pag. 99. segg''. Anche la forma della Ɛ tonda è dai tempi di Alessandro; l’altra è più antica, come costa dalla citata Tavola.</ref> nel Campidoglio<ref>Ne dà la figura anche {{AutoreCitato|Richard Pococke |Pococke}} ''Description, ec. Tom. {{Sc|iI}}. par. 2. pl. 92. pag. 207''., colle lettere alquanto alterate. Fu donato dal re Mitridate ad un ginnasio, luogo, in cui si tenevano simili vali per ungersi, e per altri usi, come si tenevano anche nelle accademie, nei cinosargi, e portici, al dir di {{AutoreCitato| Demostene|Demostene}} ''Orat. advers. Timocr. oper. pag. 791. princ.'' Vedi qui avanti ''Tom. {{Sc|iI}}. pag. 283''.</ref>; ma '''Α, Δ, Λ, Μ''' hanno la figura, che abbozzo, {{immagine da inserire}} (x 3), A, A, [[File:Greek uncial Lambda.svg|14px]], JA., e che non si vede nelle iscrizioni del secolo primo. Io convengo, che l’A abbia quasi la stessa forma nelle medaglie antichissime della città di Caulonia nella Magna Grecia, in una stando scritto [[File:Storia delle arti del disegno III. p 210 a.svg|40px]], in un altra coll’[[File:Greek Alpha archaic 1.svg|14px]] inverso {{immagine da inserire}}; ma la linea, che spunta fuori sul {{immagine da inserire}} fa la differenza, e gli dà l’aria più moderna<ref>Vedi ''Tom. {{Sc|iI}}. pag. 90.''</ref>. In molte iscrizioni latine d’Ercolano (di greche in marmo niuna se n’è trovata) il carattere è d’una forma più moderna, che non è l’idea solita del carattere del tempo de’ primi Cesari, particolarmente in due tavole grandi di marmo, che contengono nomi di liberti. Queste iscrizioni non vanno somministrando certi indizj del tempo, in cui possono essere state fatte: io però sono di parere, che in fatti non sieno più antiche di quello, che mostra il loro carattere; imperciocchè il paese a piè del monte vesuvio non è rimasto desolato, che dopo la sommersione d’Ercolano. Ciò vien provato da medaglie posteriori, e fra le altre da una di Adriano in oro, cavate tutte dalle rovine di
{{Pt|ma|forma}} del carattere; perciocchè ero persuaso di trovare un Ɛ tondo, un '''Σ''' formato come un '''С''' latino, e '''Ω''', fatto a guisa d’un '''ω''' corsivo, vedendosi queste lettere così formate nella iscrizione del vaso del re Mitridate<ref>L’ω corsivo è più moderno dell’altro Ω, che fu inventato da {{AutoreCitato|Simonide |Simonide}}, secondo {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|Plinio}} ''lib. 7. cap. 56. sect. 57.'', 500. anni circa avanti Gesù Cristo, in luogo del quale prima si usava il semplice O, come si ha da {{AutoreCitato|Platone|Platone}} ''in Cratylo, oper. Tom. I. pag. 410''. Il vaso di Mitridate, in cui ha quella forma di corsivo, è fatto poco prima di Augusto, avendo Mitridate cominciato a regnare 113. anni prima di Gesù Cristo, ed essendo morto 64. prima; nel qual tempo fu usata molto generalmente quella forma di lettere, che nomina Winkelmann. I paleografi la fanno cominciare dai tempi di Alessandro il Grande; come si vede nella Tavola data dallo {{AutoreCitato|Ezechiel Spanheim|Spanhemio}} ''De præst. & usu num. Tom. I. pag. 80''., ripetuta dal P. {{AutoreCitato|Geremia da Beinette|a Bennettis}} ''Chronol. & cric. hist. ec. Tom. I. pag. 220''.; come è più antica la forma del Σ così fatto, anzichè di С., come prova lo stesso Spanhemio ''Dissert. 2, n. 5. pag. 99. segg''. Anche la forma della Ɛ tonda è dai tempi di Alessandro; l’altra è più antica, come costa dalla citata Tavola.</ref> nel Campidoglio<ref>Ne dà la figura anche {{AutoreCitato|Richard Pococke |Pococke}} ''Description, ec. Tom. {{Sc|iI}}. par. 2. pl. 92. pag. 207''., colle lettere alquanto alterate. Fu donato dal re Mitridate ad un ginnasio, luogo, in cui si tenevano simili vali per ungersi, e per altri usi, come si tenevano anche nelle accademie, nei cinosargi, e portici, al dir di {{AutoreCitato| Demostene|Demostene}} ''Orat. advers. Timocr. oper. pag. 791. princ.'' Vedi qui avanti ''Tom. {{Sc|iI}}. pag. 283''.</ref>; ma '''Α, Δ, Λ, Μ''' hanno la figura, che abbozzo, {{immagine da inserire}} (x 3), A, A, [[File:Greek uncial Lambda.svg|14px]], JA., e che non si vede nelle iscrizioni del secolo primo. Io convengo, che l’A abbia quasi la stessa forma nelle medaglie antichissime della città di Caulonia nella Magna Grecia, in una stando scritto [[File:Storia delle arti del disegno III. p 210 a.svg|40px]], in un altra coll’[[File:Greek Alpha archaic 1.svg|14px]] inverso [[File:Storia delle arti del disegno III. p 210 b.svg|40px]]; ma la linea, che spunta fuori sul {{immagine da inserire}} fa la differenza, e gli dà l’aria più moderna<ref>Vedi ''Tom. {{Sc|iI}}. pag. 90.''</ref>. In molte iscrizioni latine d’Ercolano (di greche in marmo niuna se n’è trovata) il carattere è d’una forma più moderna, che non è l’idea solita del carattere del tempo de’ primi Cesari, particolarmente in due tavole grandi di marmo, che contengono nomi di liberti. Queste iscrizioni non vanno somministrando certi indizj del tempo, in cui possono essere state fatte: io però sono di parere, che in fatti non sieno più antiche di quello, che mostra il loro carattere; imperciocchè il paese a piè del monte vesuvio non è rimasto desolato, che dopo la sommersione d’Ercolano. Ciò vien provato da medaglie posteriori, e fra le altre da una di Adriano in oro, cavate tutte dalle rovine di