Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/256: differenze tra le versioni

 
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{{Centrato|{{Sc|[[Catullo e Lesbia/Traduzione/Parte terza. Riconciliazione/17. Sugli annali di Volusio - XXXVII In annales Volusii|In annales Volusii.]]}}}}


In annales Volusii.


<poem>{{smaller|{{§|inizio|[[Catullo e Lesbia/Traduzione/arte terza. Riconciliazione/17. Sugli annali di Volusio - XXXVII In annales Volusii#inizio|Pag. 190.]]}}}}</poem>
Pag. 190.



Parve al Mureto, e dietro lui, al Vossio, al Lipsio, air Hauptio e allo Schwabio, che sotto il nome di Volusio nascondesse il poeta quel Tanusio Gemino, di cui parla Svetonio, in lui, Coesar,, 9; Plutarco, in Ccbsare, XXII, e più chiaramente Seneca, Epist, XCIII; ed io tanto più mi confermo nella loro opmione, quanto più considero, che ingiusto ed invidioso sarebbe stato veramente Catullo, se avesse voluto parlare di quel Volusio, di cui par che senta rispetto Vatinio, nell’epistola a Cicerone, o di quell’altro che meritò il titolo di uomo insigne da C. Tacito, lib. Ili, ed occupò tante cariche importanti nella repubblica.<section end="va17" />
Parve al {{Ac|Marc-Antoine Muret|Mureto}}, e dietro lui, al {{Ac|Gerardo Giovanni Vossio|Vossio}}, al {{Ac|Giusto Lipsio|Lipsio}}, all’{{AutoreIgnoto|Hauptio}} e allo {{Ac|Gustav Benjamin Schwab|Schwabio}}, che sotto il nome di Volusio nascondesse il poeta quel Tanusio Gemino, di cui parla {{AutoreCitato|Svetonio}}, ''in Iul. Cæsar.'', 9; {{AutoreCitato|Plutarco}}, ''in Cæsare'', XXII, e più chiaramente {{AutoreCitato|Seneca}}, ''Epist.'', XCIII; ed io tanto più mi confermo nella loro opinione, quanto più considero, che ingiusto ed invidioso sarebbe stato veramente Catullo, se avesse voluto parlare di quel Volusio, di cui par che senta rispetto Vatinio, nell’epistola a Cicerone, o di quell’altro che meritò il titolo di uomo insigne da {{Ac|Publio Cornelio Tacito|C. Tacito}}, lib. III, ed occupò tante cariche importanti nella repubblica.<section end="va17" />